46.

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«ma che vuol dire, anche io chiedo sempre di luigi agli altri o di lui o di te»
rispose lei, cercando di giustificare christian, non voleva crederci che in realtà lui avesse tenuto per sè che ancora le piaceva.

«ma perché non mi ascolti? ali dico davvero, mi ha chiesto insistentemente di te, ogni volta che entravo in stanza, ti nominava»
era sincero, questo era vero ma non trovava un senso per quel discorso in quel momento.

«quale è il punto ale?»
incrociò le proprie braccia al petto mentre guardava il moro di fronte a sè.

«il punto è che ci devi mettere un punto, con christian o ci parlerò io.»
e a fine frase distolse lo sguardo da lei serrando la mascella.

lo aveva capito che a lui lei piaceva ma odiava questa sua scelta, di non avere relazione lì dentro, cosa cavolo gli cambiava? esattamente niente.

«non posso farlo. alex, christian non ha più mattia e ci sta male, se mi allontano anche io da lui è la volta buona che prende le valigie e se ne va via.»
disse del tutto sincera sospirando. l'immagine di quel bacio però, le dava fastidio, avrebbe chiuso con christian solo per quel gesto, non doveva proprio farlo.

«ok va bene, so cosa fare.»
rispose lui infine e si alzò dal divano che si trovava fuori.

alice alzò un sopracciglio, guardandolo dal basso adesso, dio aveva paura che avrebbe fatto un casino, non conosceva questo tipo di alex, non ancora.

«ale non voglio che fai casini, sei in camera con lui...»

«non ti devi preoccupare.»

invece si preoccupava eccome e la cosa che più sperava era una, come lui avrebbe fatto di tutto, a questo punto, per far si che christian non le sarebbe girato intorno, lei sperava che facesse lo stesso con sissi. quella ragazza era cotta di alex e lo notava da come lo guardava, se lui non sarebbe intervenuta lo avrebbe fatto lei, a costo di fare un casino.

—✾—

lei, alex, christian, nunzio, serena, sissi ed aisha erano in studio, chiamati dalla produzione, da chi erano lei poteva intuire il motivo e a dir la verità sperava che non fosse così.

si andarono a sedere ai propri banco, spostati. lì seduti, davanti, c'erano la cuccarini e todaro, quello che pensava si stava facendo reale.

«vi chiederete perché siete qui»
iniziò raimondo e lei si girò a guardare le facce degli altri, sicuramente avevano capito anche loro.

«questa è la nostra squadra ragazzi, cuccarini-todaro e faremo un grande lavoro insieme»
finì la frase la cuccarini, lei sorrise, ammirava molto lorella, era una grande donna come una grande insegnante.

la verità è che era felice per la squadra solo per la cuccarini, adorava come si comportava e come pensava.
dette quelle parole li fecero scendere per prendere la maglia nuova, sempre d'oro ma adesso con il logo della squadra dietro. lei, presa la sua maglia risalì le scale come gli altri, ma le si affiancò christian. alice cercò subito di evitarlo, non era il momento di parlare, quindi cercò in tutti i modi di sorpassarlo ma lui non glielo permise.

«ali senti mi-»

«christian non è il momento e nè il luogo. inoltre ho bisogno di spazio, devo elaborare la cosa, per favore.»
disse lei, lui rimase in silenzio e poi riprese il proprio posto.

una volta di nuovo tutti seduti, i due professori iniziarono a parlare di come dovevano comportarsi e tutto ma l'unico pensiero in testa di alice, era proprio christian.
perché quando lei glielo aveva chiesto, lui aveva mentito? non si sarebbe arrabbiata o allontanata, se solo mesi fa glielo avrebbe detto, scoprirlo così aveva rovinato tutto. la cosa peggiore di tutto era che sicuramente lei avrebbe fatto guanti di sfida insieme a christian, sissi avrebbe lavorato di più con alex e i sentimenti di entrambi avrebbero preso il sopravvento. per quanto adorava l'idea di quella squadra, sicuramente stare in squadra con suo fratello, avrebbe favorito la sua convivenza là dentro.

ora o mai più || alex Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora