1. Mattia

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Si conoscevano da sempre, eppure non avevano mai parlato.

Lo vedeva tutti i giorni, eppure era uno sconosciuto.

Christian stava sistemando un vaso di fiori caduto al passaggio di Mattia. Lo aveva visto alzare lo sguardo e guardarlo male, ma subito dopo concentrarsi di nuovo su quella pianta, bisognosa di cure e attenzioni. Il biondo conosceva l'attaccamento della signora Stefanelli ai fiori e sapeva che quella passione l'avesse passata anche al figlio, che alla tenera età di dieci anni si ritrovava a raccogliere la terra fuoriuscita dal vaso e versare dell'acqua al povero fiore, maledicendo il piccolo Mattia di appena otto anni che lo fissava dal fondo del viale su cui erano poste le entrate di tutte le case che costituivano il cortile in cui entrambi i bambini vivevano da quando erano nati.

In quella situazione era praticamente impossibile non essere a conoscenza di ogni particolare della vita delle persone che costituivano il vicinato, tanto che il giorno stesso in cui Christian si era manifestato come alfa, la famiglia Zenzola era venuta a conoscenza di questo fatto. Era successo da pochi mesi e da quel momento Mattia aveva iniziato a compiere ancora più dispetti nei confronti di quella famiglia e di quel ragazzo, sentendosi infastidito dal manifestarsi del suo verso, mentre lui, ancora, figlio di una lunga stirpe di alfa, non si era manifestato. Erano state varie le volte in cui sua mamma gli aveva detto che fosse troppo presto, che fosse normale per un bambino non essersi ancora manifestato nella propria natura, ma Mattia non riusciva a pensare a mente lucida quando si ritrovava davanti Christian, nella sua spropositata altezza per i soli dieci anni che aveva, e quindi si ritrovava a comportarsi in modo ancora più bambinesco rispetto ai propri otto anni.

"Matti, che fai? Vieni! Andiamo a giocare!"

Il piccolo non se lo fece ripetere due volte, distogliendo lo sguardo amareggiato dalle mani di Christian che carezzavano il fiore dai petali bianchi e corse verso i propri amici, verso Simone e Iris che lo aspettavano per andare in spiaggia a giocare, come facevano tutti i giorni, come Mattia adorava fare, perché l'odore del mare era la cosa più bella che lui avesse sentito, perché il rumore calmo del mare era in grado di donargli pace e di farlo sentire bene, anche se ad otto anni le paranoie rivolte al proprio verso non ci dovevano già essere.

Era per questo che Mattia odiava Christian.

"Ma che stavi facendo?" chiese Iris quando il biondo fu al loro fianco. La ragazzina era molto più bassa di entrambi i bambini e Mattia sapeva che lei si sarebbe manifestata come omega una volta entrata nella pubertà, eppure lei era ancora più piccola di lui, quindi se sua mamma aveva detto che fosse ancora troppo presto, per Iris era prestissimo. Eppure non potè non pensare un istante a come sarebbe potuto essere il futuro, se lui davvero si fosse manifestato come alfa e lei come omega. Cosa ne sarebbe stato della loro amicizia?

"Ho fatto cadere il vaso di fiori di Stefanelli"

Simone scoppiò a ridere.

Mattia lo osservò qualche istante, mentre in lui poteva osservare tutte le caratteristiche di un alfa che si stavano manifestando. Era alto, forse fin troppo alto, anche se il biondo sapeva che non lo fosse così tanto quanto Christian e la muscolatura forte di un alfa dominante si stava manifestando. Simone aveva tre anni in più rispetto a lui e il biondo riconosceva questo dettaglio solo da quelle sfumature in più che il suo verso stava manifestando, perché per il resto il castano era come lui e Iris, giocherellone, burlone e ancora bambino, pieno della voglia di scatenarsi e correre ovunque.

"Non capisco perché devi fare sempre questi scherzi, sei noioso" intervenne Iris, bloccando la risata del loro amico, mentre Mattia riportava lo sguardo verso di lei che se ne stava con le braccia conserte e con il broncio, quasi come se lo scherzo non lo avesse fatto a Christian, ma direttamente a lei.

Tu che profumi di sogni [zenzonelli]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora