Christian aveva sempre avuto paura del mostro che risiedeva dentro di lui. Aveva sempre temuto il suo uscire, il suo prendere il sopravvento e per questo aveva passato tutta la vita, da quando aveva scoperto di essere alfa e si era manifestato il proprio verso, a reprimersi, impedire che i sentimenti più negativi prendessero il sopravvento, facendo fare all'alfa ciò che davvero desiderava. Per questo aveva osservato sempre Mattia da lontano, senza mai dirgli nulla quando lo vedeva passare di fronte a casa propria e rompergli i vasi, arrabbiandosi dentro di sé, osservando quel ragazzino e desiderando di essere un altro tipo di persona per poterlo affrontare. Eppure aveva sempre avuto paura e se n'era stato chiuso in casa, circondato dai propri famigliari e da Carola, che lo avevano visto crescere in quel modo, pacato, tranquillo, sempre alle prese con le piante per colmare il vuoto che sentiva dentro, per tenere a bada quella parte di sé che aveva sempre temuto. E forse proprio per questo la sua migliore amica era stata una beta, perché con lei poteva permettersi di essere quello che davvero era, senza trattenersi, perché nulla del suo verso avrebbe potuto influire su di lei.
Ma Christian non aveva tenuto conto del fatto che il vero mostro potesse essere qualcun altro.
Quella pelle ambrata, baciata dal sole, abituata a giocare sulla spiaggia, era stata tradita dalle dita della stessa persona con cui quel sole lo aveva preso, giocando su quella spiaggia, divertendosi e correndo, vivendo la loro infanzia insieme, mentre Christian li osservava da lontano dopo che gli avevano combinato un dispetto. Quella pelle meravigliosa, di quel polso fine e ossuto, era coperta di uno strato leggero di lividi e non erano quelli che l'alfa gli aveva provocato il giorno prima, non erano quelli che se ne stavano intorno alla sua vita o sul suo sedere, no, perché quelli erano piazzati in punti strategici, dove sapeva che solo lui e Mattia avrebbero potuti vedere, lì dove adorava sapere che ci fosse il proprio marchio, ma no, quei lividi non glieli aveva procurati lui, quei segni non erano del suo passaggio, ma di quello di un altro alfa che, evidentemente, aveva creduto di avere qualche prerogativa sul piccolo omega, che ora lo stava guardando fisso, mentre Christian se ne stava col capo chino, ad osservare quel dettaglio, mentre la rabbia gli montava dentro.
Se ne stavano fuori da scuola ad aspettare che mamma Anna li passasse a prendere, perché Mattia non aveva alcuna intenzione di prendere nuovamente il pullman e tanto meno Christian voleva farglielo prendere, soprattutto per via del fatto che abitavano vicini e non vedeva il motivo per cui dovessero stare lontani più del dovuto. Il biondo aveva cercato di fare finta di nulla, ma il moro lo aveva visto strano, aveva visto che il piccolo accanto a sé, in piedi, fermo e rigido come un pezzo di legno, non sembrava il solito ragazzino che aveva imparato ad amare e il tarlo del dubbio si era insinuato nella sua mente.
Eppure non aveva detto nulla, fino a che due ragazze non erano passate accanto a loro, parlando ad alta voce e concitatamente.
"Hai sentito di quei due nel corridoio stamattina? Dicono che ci fosse qualcosa tra loro due, ma un altro alfa si è intromesso e si è preso l'omega"
"Mio dio, che sgualdrina"
E le due ragazze si allontanarono ridendo, lasciando Christian con l'amaro in bocca per quelle parole orrende, come se un omega non potesse decidere di lasciare un alfa per stare con un altro, per il solo motivo del proprio verso. E mentre si stupiva della conversazione tra quelle due ragazze e automaticamente si chiedeva, per curiosità, che verso avessero loro, fu allora che vide quell'accozzaglia di lividi sul polso di Mattia, afferrandolo al volo, probabilmente sbilanciando il biondo, perché fece qualche passo scoordinato, per poi cadergli in braccio, fortunatamente sulla gamba sana.
"E questo?"
Christian alzò lo sguardo su Mattia che aveva gli occhi sgranati, lucidi e più azzurri che avesse mai visto. Era spaventato, lo percepiva non solo dalla sua espressione, ma anche dal suo profumo, che si era elevato in qualche istante da lui, come se avesse timore che quel momento si potesse presentare. E nella mente di Christian si palesarono tantissimi scenari macabri, a cui cercò di non credere, perché più ci pensava, più il proprio cuore accelerava, il respiro aumentava e si sentiva svenire. Perché non voleva essere un mostro, non voleva che Mattia lo vedesse in quel modo, ma sapere che quel livido non fosse stato causato da lui in un momento di passione, ma da qualcuno che gli aveva fatto del male, lo faceva uscire di senno.
![](https://img.wattpad.com/cover/305865271-288-k342985.jpg)
STAI LEGGENDO
Tu che profumi di sogni [zenzonelli]
FanfictionMattia odiava Christian, lo odiava tantissimo. Christian odiava Mattia, lo odiava tantissimo. Ma perché si odiavano senza mai essersi parlati? Una storia diversa dal solito, in un universo diverso, in cui gli esseri umani non sono più divisi per gen...