45. Mattia

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Christian aveva detto di essere il suo fidanzato.

Non era tutto nella testa del biondo, loro due davvero stavano insieme.

Davvero c'era qualcosa tra di loro e Christian gli aveva detto di volerlo ufficiare, soprattutto davanti a quella che era la sua migliore amica, a colei per cui Mattia era stato geloso perché credeva che fosse una omega, perché credeva che il moro gli fosse stato promesso, perché credeva che non avrebbe avuto opportunità con lui perché c'era già lei.

Ma non era così.

Christian lo amava, Christian era il suo fidanzato e prendere consapevolezza di quel dettaglio meraviglioso fece esplodere di gioia il proprio cuore a tal punto che staccatosi dal bacio sulla guancia che gli aveva dato con tanta gioia, Mattia fissò il grande negli occhi e gli sorrise con il proprio intento già negli occhi, pronto a fare qualunque cosa per quel moretto, con tutto l'amore che sentiva nel petto, che in quel momento gli riempiva l'animo. Sapeva di non poter fare molto perché in casa c'erano i loro genitori, perché avrebbero potuto sentire tutto, perché non volevano che quella loro relazione si fermasse proprio sul più bello, ma Mattia voleva farlo, Mattia voleva portare a termine ciò che gli era passato per la mente.

Se avesse fatto un pompino al proprio fidanzato non avrebbero potuto sentirlo le due donne, no?

E così si ritrovò ad abbassarsi alle sue ginocchia, sotto lo sguardo di Christian che lo fissava, forse mezzo sorpreso o sbalordito. Lo vide deglutire a vuoto, per poi aprire la bocca e richiuderla, come se non sapesse cosa dire in quel momento, non sapesse cosa fare, se non stare a fissare cosa stesse facendo. Sotto quello sguardo sbalordito e confuso Mattia si eccitò da morire consapevole del potere che aveva su quel corpo. L'alfa glielo aveva reso chiaro in ben più di un'occasione, glielo aveva fatto notare quando avevano fatto l'amore per la prima volta, quando si erano strusciati su quello stesso letto che se ne stava in quella stanza, qualche settimana prima, quando ancora Christian non aveva avuto l'incidente, quando tutto era così diverso da come era ora e Mattia lo aveva lasciato, poco dopo essere venuto nelle sue stesse mutande, scappando via perché impaurito da ciò che gli stava battendo nel petto.

E mentre si abbassava sulle ginocchia, per poi posizionare le mani sull'elastico dei pantaloncini che Christian quel giorno aveva indossato, il cuore di Mattia si riempì di un moto di orgoglio quando, abbassando la testa, vide la mezza erezione che aveva prima quando si erano sfiorati leggermente, essere diventata una vera e propria erezione svettante, osservabile anche con i pantaloni indossati. L'omega dentro di lui strillò e il biondo si leccò le labbra al pensiero di quello che sarebbe andato a fare per la prima volta nella propria vita. Se qualche mese prima avesse cercato di immaginarsi in una situazione simile, si sarebbe dato del pazzo, dell'idiota, nemmeno avrebbe mai pensato di mettere in atto un comportamento del genere con nessun'altro non solo con Christian, ma in quel momento, mentre il moro poggiava i palmi della mani contro l'armadio dietro di lui e tornava a sorridere beffardo, ben capendo cosa volesse fare il piccolo, Mattia venne attraversato da un brivido che lo fece eccitare tremendamente, portandolo ad abbassare i pantaloni del grande per come poteva, essendoci anche il gesso di mezzo.

"Se vuoi sederti per me va bene" decise di dire il piccolo, forse spezzando leggermente il momento, ma pur sempre preoccupato per la salute di Christian.

Il grande, però, continuò a sorridere, dopo un primo momento di smarrimento, spiazzato davanti all'intraprendenza del piccolo.

"Voglio che me lo succhi mentre sto in piedi"

Mattia dovette far ricorso a tutto il proprio autocontrollo per non chiedere a Christian di scoparlo con forza ripetendo all'infinito quelle parole sporche, ma che dalla sua bocca uscivano così perfette. Si ritrovò, così, boccheggiante in ginocchio di fronte alla figura immensa del moro che lo fissava, con l'erezione scalpitante nascosta dietro ai boxer chiari, ma che Mattia abbassò velocemente tanto quando aveva tirato giù i pantaloncini che Christian indossava. Si ritrovò a sospirare di fronte alla realtà, di fronte a quel pezzo di carne che era già pronto, la cui punta era bagnata e rossa, le cui vene in rilievo spaventavano da morire il piccolo e la cui grossezza lo mandava su di giri al solo pensiero che quello fosse stato dentro di sé e che lo sarebbe potuto essere anche in quel momento, se solo loro fossero stati soli in casa. Prenderlo fino in gola, però, per il momento, a Mattia poteva andare bene, tanto che si ritrovò con la salivazione accentuata, come se quello fosse il primo pasto dopo una lunga permanenza su un'isola deserta.

Tu che profumi di sogni [zenzonelli]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora