60. Christian

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Christian amava così tanto Mattia e quel che amava ancor di più era stuzzicarlo e poi lasciarlo con quell'espressione stralunata sul volto, mentre si allontanava e poteva sentire ancora il suo sguardo addosso, ben consapevole di ciò che stesse accadendo dentro di lui. Sentiva i suoi sentimenti, sentiva la sua confusione, sentiva la sua rabbia, ma era tutto messo in secondo piano rispetto all'emozione che gli procurava, all'amore che sgorgava dal suo stomaco, ai brividi che gli provocava sulla pelle e all'eccitazione che sentiva in lui, persino col profumo che emanava.

Mattia era stato progettato apposta per farlo uscire di testa, Christian credeva di avere potere su quel ragazzino, su quella bella testolina dai capelli ricci e biondi, ma la verità era che era l'omega a controllarlo, era l'omega che era stato in grado di prendere tutte le paranoie che si era fatto in tre mesi e di spazzarle via con la sola forza di quei sentimenti che sentiva in lui. Era stato in grado di fargli cambiare idea in una sola sera, da che aveva paura di creare un legame così presto, era arrivato a morderlo e l'idea che Mattia potesse essere davvero incinto, non lo sconvolgeva ormai più di troppo.

Anzi.

Forse desiderava persino che lo fosse.

Forse voleva davvero stringere un esserino dai capelli biondi tra le mani, con il sorriso più bello che avesse mai visto, perché somigliava tutto all'uomo che lo aveva portato in grembo. Lo avrebbe amato tanto quanto amava Mattia, sarebbe cresciuto con la famiglia più bella e dolce che un bambino potesse desiderare e sarebbe stato riempito persino dall'affetto di tutte e due le famiglie, che non avevano la minima intenzione di tirarsi indietro di fronte a quella situazione, perché anzi, sembravano felici del loro legame, sembravano felici che Mattia fosse stato morso e che ora per forza di cose dovessero passare la loro vita insieme.

Ma la realtà era che non c'era nessuna legge morale da mettere in pratica in questo caso, perché Christian lo voleva e sapeva che anche Mattia lo volesse, glielo sentiva addosso, per quanto il biondo cercasse di darsi un tono, perché l'alfa lo aveva fatto soffrire tanto. Avrebbe passato tutta la vita a chiedergli scusa, se fosse stato necessario, ma lo voleva con sé, voleva che fosse l'unica persona di cui portasse il profumo addosso, che lui potesse essere l'unico a toccarlo e ad avere l'esclusiva del suo affetto e delle sue carezze.

A parte i loro figli, ovviamente.

Per questo aveva deciso quel pomeriggio di giocare con Mattia. Perché lo conosceva, perché sapeva quanto quel tipo di cose piacesse a lui quanto piaceva a Christian. Per questo si era allontanato proprio sul più bello, proprio quando entrambi già sentivano il sapore delle labbra l'uno sull'altro, perché ormai il moro sapeva di avere in pugno il piccolo, sapeva che ormai lo avesse riconquistato e che gli sarebbe bastato, poco prima, fare un solo passo avanti per rinchiuderlo in casa Zenzola e affondare nuovamente dentro di lui, perdersi, baciarlo senza una fine, per poi implorare i propri genitori di organizzare in fretta un matrimonio, avendo l'esigenza impellente di poter vivere per sempre con il piccolo omega, con il proprio omega, con colui che era l'altra metà della propria anima, che lo faceva sentire giusto, adatto, nonostante tutti gli errori fatti.

Era rientrato in casa ed era andato immediatamente alla finestra per vedere la reazione di Mattia, per sentire sulla pelle le sue sensazioni e avere una visione chiara del suo volto meraviglioso. Lo vide fissare la propria porta di casa qualche istante, mentre i fiori che aveva in mano sgocciolavano l'acqua in cui lui li aveva tenuti fino a qualche secondo prima di uscire, perché non voleva che col caldo si rovinassero, perché voleva che fossero belli almeno lontanamente a quanto credeva che Mattia fosse meraviglioso. Lo osservò fermo, sullo zerbino di casa sua, ora non più poggiato alla porta come lo era stato quando Christian gli si era praticamente gettato addosso, ma con le spalle rigide. Dentro di lui sentiva l'omega strillare, festeggiare, saltellare e sulla propria pelle poteva percepire quanto anche la logica di Mattia fosse felice.

Tu che profumi di sogni [zenzonelli]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora