33. Mattia

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Quella mattina Mattia avrebbe davvero tanto voluto che propria madre avesse il tempo di accompagnarlo a scuola, perché la prospettiva di doversi trovare in mezzo ad una folla di persone che prendeva il pullman al mattino presto, proprio non lo allettava. Non aveva voglia di incontrare nessuno, non aveva voglia di dare spiegazioni a nessuno per la propria assenza, perché sapeva di non essersi presentato per parecchi giorni e già gli bastava sapere di doverne dare ai professori. In più vi era la questione legata a Christian e dentro di sé il biondo si chiese se qualcuno si fosse accorto che le loro assenze fossero state legate, che in qualche modo l'uno fosse la causa dell'assenza dell'altro, anche se in due modi molto diversi. E lo sapeva, glielo aveva detto Christian che la causa del proprio incidente non era stata lui, ma Mattia non poteva non sentirsi in colpa, per quanto non ne desse a vedere, per quanto cercasse di dimenticarlo. Ogni tanto quel pensiero gli tornava alla mente e faceva male, lo faceva zittire e lo rendeva taciturno, anche se poi aveva avuto tante altre cose a cui pensare, come, ad esempio, la perdita della propria verginità con quello stesso alfa che per anni lui stesso aveva definito strano, ma che ora vedeva come era veramente, aveva potuto notare come fosse realmente e ancora gli si spezzava il fiato se pensava alla sua mano attorno al proprio collo o al suo modo brusco e crudo di parlare. Non aveva mai pensato che un giorno una cosa simile avrebbe potuto desiderarla tanto, non credeva che un giorno quella cosa potesse renderlo tanto felice e forse il tutto era legato al fatto che il proprio verso si fosse manifestato tanto in ritardo, che lui stesso non avesse idea di cosa poter desiderare o meno, dato che non sapeva nemmeno cosa fosse. E aveva passato del tempo credendo che si sarebbe manifestato beta, così da poter finalmente fare i pensieri che alla propria età erano normali, ma non ci era riuscito, per poi manifestarsi omega e trovare improvvisamente attraente quell'alfa che abitava a pochi metri da casa propria, come se la comparsa del proprio verso avesse fatto in modo di levare quel velo che oscurava i propri occhi, facendogli notare che la persona che voleva accanto a sé era proprio davanti ai propri occhi.

Alla fine quel pullman aveva dovuto prenderlo, si era dovuto accontentare, perché propria madre quella mattina aveva un impegno urgente, con i giorni della preoccupazione per Christian ormai lontani, con il giorno del matrimonio di Saverio ormai come ricordo di un qualcosa che non si sarebbe potuto presentare mai più. Era salito sul pullman e aveva incontrato come prima persona Iris, quella sua vecchia amica dai capelli neri che per prima gli aveva messo in testa l'idea che lui e Christian potessero essere in qualche modo collegati, che l'assenza del proprio omega nei giorni in cui il moro era stato incosciente, fosse dovuto proprio a quel fatto, per quanto lui ne fosse venuto a conoscenza più tardi. Non si erano detti molto oltre il saluto, se non per le solite domande di routine in cui si chiede come si sta e se si avessero fatto i compiti per scuola il giorno prima. E sinceramente Mattia, quell'incontro se lo era aspettato diverso, forse anche per il solo avvenimento, per quello che era accaduto e che immaginava che Iris conoscesse.

Christian aveva rotto il naso a Simone, ma Iris era serena e tranquilla e non sembrava nemmeno sapere che una cosa simile fosse accaduta. Forse era anche questo il motivo per cui il biondo quella mattina non aveva avuto voglia di prendere il pullman, perché forse si aspettava delle domande che però non erano arrivate o, peggio, si aspettava che su quel mezzo avrebbe potuto incontrare l'alfa stesso, con l'evidenza sul volto di quello che era successo. Sua mamma, infatti, di ritorno dal pronto soccorso, dopo che Christian se n'era andato da casa, lo aveva informato del fatto che Simone avesse subito una brutta frattura al naso, ma che il suo essere alfa lo aveva aiutato a non aggravare la situazione e a migliorare solo dopo qualche settimana da quel pugno. Ma il biondo non aveva avuto il tempo di tirare un sospiro di sollievo, perché sua mamma, da quel momento lo aveva riempito di domande, avendo sentito sulla sua pelle il profumo inconfondibile di Christian, troppo accentuato per essere stato solo grazie ad un bacio, che comunque sua mamma ormai si aspettava dopo gli ultimi eventi.

Tu che profumi di sogni [zenzonelli]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora