12. Christian

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Erano in quella macchina da circa cinque minuti e Christian stava impazzendo. Da quando Mattia era entrato nella sua macchina, ogni cosa aveva preso improvvisamente il suo profumo, tutto si era impregnato di quel dolce odore rilasciato dall'omega, per via del verso che lo caratterizzava e l'alfa lo odiava per questo. O meglio, desiderava così tanto stringersi a lui, annusargli quel profumo direttamente dalla ghiandola posta sul collo, che lo detestava per quelle sensazioni. E più cercava di ignorare, più cercava di concentrarsi sulla strada, sul proprio obiettivo per arrivare il prima possibile al ristorante che stava ad un'ora di viaggio dalla loro città, più si malediceva per aver accettato la richiesta di quella ragazza che si era presentata alla propria porta qualche ora prima.

"Non dirlo a Giulia, ma portalo con te, vallo a prendere alle 20:30, ti prego"

E in un primo istante si era anche convinto di farlo per lei, per non rovinarle la cena, per farla felice, perché quando gli aveva afferrato le mani e l'aveva fissato con quegli occhioni da omega, non era riuscito a dargli di no, ma più le ore erano passate, più scorreva il tempo, più si rendeva conto che in mezzo istante aveva accettato quella cosa solo per Mattia, perché voleva passare del tempo con lui, perché voleva averlo nella propria macchina, perché non voleva che rimanesse solo in casa e perché quel compleanno, alla fine, lo voleva davvero festeggiare con lui. Sapeva che, se solo Carola avesse saputo tutte queste cose, lo avrebbe preso in giro fino alla fine dei propri tempi, ma quella sera la beta era a casa del suo alfa a festeggiare il loro mesiversario e sapeva perfettamente di essere una seconda priorità per la propria amica, quando si trattava di Luigi.

Per questo aveva dovuto prendere da solo la decisione di non prendere la moto, ma la macchinina, quella che poteva guidare lui con il suo misero foglio rosa, perché aveva ancora solo diciassette anni e la patente l'avrebbe potuto conseguire solo tra qualche mese, quando sarebbe stato anche il proprio compleanno. Aveva pensato alle gambe di Mattia attorno alla propria vita, aveva pensato di sentirsi stringere i fianchi dalle sue cosce e si era ritrovato boccheggiante al pensiero di quella prima volta, di quando lo aveva portato in braccio fino in casa propria, di quando era dovuto scappare perché temeva che il proprio alfa non sarebbe riuscito a nascondere il mostro che era davvero, che si nascondeva nel proprio petto, di cui si vergognava tremendamente, che era la causa di tutte le proprie paranoie. Perché Mattia era pur sempre quello stesso ragazzino che osservava da tutta la vita, quell'omega che aveva preso tra le braccia, quel bambino che improvvisamente vedeva sotto una luce diversa, ma per cui, forse, qualcosa era scattato, qualcosa di diverso, qualcosa che andava oltre la primordialità, oltre qualcosa che lui non poteva controllare.

Con la coda dell'occhio, quindi, Christian teneva sotto controllo quel ragazzino, controllava che non facesse danni, che non rompesse nulla, o, semplicemente, si accertava che la propria presenza non gli facesse del male, perché, purtroppo lo sapeva, sapeva di star emettendo dei feromoni esagerati, sapeva che il proprio alfa stesse facendo di tutto per attrare l'omega nel petto di Mattia e se ne vergognava come se fosse un verme. Il biondo, però, se ne stava voltato verso il finestrino, senza badare alla propria presenza e questo confortava la mente del moro che cercava in ogni modo di concentrarsi sul proprio obiettivo e dimenticare che al proprio fianco ci fosse lui.

E poi Mattia sospirò.

Christian strinse le mani attorno al volante quando un'ondata di calore attraversò il proprio corpo e gli fece girare leggermente la testa. Aprì la bocca alla ricerca di più ossigeno e ringraziò il cielo quando si dovette fermare ad un semaforo rosso. Ne approfittò per aprire il finestrino e far entrare un po' di aria fresca in quel cubicolo estremamente caldo, in cui si toccavano delle temperature esagerate, mentre le mani del moro andavano alla ricerca del riscaldamento, per capire se fosse eccessivamente alto.

Tu che profumi di sogni [zenzonelli]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora