61. Mattia

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Mattia si sentiva agitato mentre si guardava allo specchio per decidere cosa indossare in quella serata importante. Ogni capo che aveva nell'armadio, però, adorato dal piccolo perché di ognuno ricordava l'occasione in cui lo avesse utilizzato o quando fosse stato comprato, aveva qualcosa contro, aveva da ridere, come se nulla fosse adatto, come se fosse necessario per quella serata indossare qualcosa di diverso. Aveva passato tutta la giornata a pensare a Christian, a pensare come avrebbe dovuto affrontare la sua presenza nella stanza, come avrebbe potuto ignorare quel richiamo istintivo verso le sue braccia, del proprio omega che gli chiedeva di arrendersi, di fare esattamente ciò che aveva fatto al telefono il giorno prima: dirgli semplicemente la verità.

Perché per quanto sapesse che non fosse giusto, per quanto odiasse che Christian lo avesse convinto tanto facilmente con dei cioccolatini e dei fiori, dopo mesi che non si parlavano, non riusciva a rifiutare le sue attenzioni, non riusciva a resistere a quel suo modo di fare, al suo forte profumo fatto apposta per lui, mentre il morso che aveva posto sul suo collo bruciava, ora che erano legati per sempre, ora che nessun altro al mondo avrebbe mai voluto Mattia, ma non che Mattia ne avesse bisogno, perché la realtà era che lui voleva solo Christian, per l'eternità, finchè morte non li avrebbe separati.

E la tensione era alle stelle perché sapeva che quella sera avrebbero parlato proprio di quello, del loro destino, di quello che ne sarebbe stato di loro, del loro futuro, della loro casa e del loro matrimonio. I suoi genitori glielo avevano già reso chiaro, sua mamma probabilmente aveva già avvisato mamma Anna di questo fatto e ora toccava mettere solo le basi per rendere tutto quello una realtà.

Mattia non stava più nella pelle perché tutto quello si potesse realizzare.

E certo, era ancora arrabbiato.

E certo, avrebbe fatto fare ancora tante cose a Christian prima di perdonarlo del tutto.

Eppure Christian era lì, che stava accettando quel legame, nonostante tutto, nonostante la lontananza di tre mesi, nonostante quella sera gli avesse detto di voler essere morso e avere una vita insieme a lui, ma lo avesse rifiutato, anche se, tre mesi dopo, si ritrovavano a vivere la stessa situazione che avrebbero potuto affrontare prima, senza creare dei dramma inutili, senza spezzare il cuore a Mattia e piangere per notti intere, giorni e settimane.

Mentre il biondo provava l'ennesima maglietta, questa volta di colore azzurro, sfilandosela dalla testa subito dopo perché nella propria concezione era poco adatta alla sera che avrebbe svoltato la propria vita, si ritrovò a fissarsi allo specchio, prima dal proprio viso, che vedeva diverso da quando aveva conosciuto davvero Christian, da quando lo aveva baciato, da quando aveva sentito quelle lebbra morbide sulle proprie, che lo avevano accarezzato e che lo avevano cullato. Vedeva i propri occhi diversi rispetto alla prima volta che aveva osservato in modo diverso l'alfa, notando in lui delle caratteristiche che aveva deliberatamente ignorato perché credeva di odiarlo. Vedeva il proprio petto diverso da quando l'omega che aveva dentro era spuntato, molto in ritardo rispetto a chiunque altro, ma capendo immediatamente per chi andare in calore, a chi dedicare il proprio ciclo, per chi masturbarsi nel pieno della notte, tra i cuscini caldi e con chi passarlo quel periodo.

E poi lo sguardo cadde inevitabilmente sul proprio ventre.

Mattia portò le mani a coppa su di esso.

La pancia era piatta e terminava sotto i boxer che quel giorno il biondo aveva indossato. Al tatto la pelle era dura e calda, liscia per l'assenza di peli, ma mentre le proprie dita scorrevano senza alcun intoppo lungo quel tratto del proprio corpo, Mattia non potè fare a meno di figurare sé stesso col ventre non più piatto, ma tondo, col risultato di quello che era successo qualche sera prima, che scorreva dentro di sé, che cresceva e da poche cellule si formava un tessuto, da un insieme di tessuti si formava un organo, da un insieme di organi nasceva un organismo, un organismo che poi sarebbe diventato suo figlio. Loro figlio. Il figlio di Christian e Mattia.

Tu che profumi di sogni [zenzonelli]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora