46. Christian

2.1K 211 46
                                    

Questa volta, almeno, non erano stati beccati o fermati da nessuno. Decisamente le loro madri avevano capito che qualcosa fosse successo nella stanza una volta che entrambi erano tornati in cucina, ma almeno mamma Giulia, quando aveva aperto la porta della stanza di Christian senza nemmeno bussare e chiedere permesso, non li aveva trovati insieme, non aveva potuto vedere il figlio sporco del seme dell'alfa che gli aveva messo le grinfie addosso, non aveva potuto vedere che i pantaloni del figlio fossero sporchi e non era mai venuta a conoscenza del fatto che quella mattina, quando aveva costretto Mattia a tornare a casa perché altrimenti lui da lì non se ne sarebbe mai voluto andare, il piccolo indossasse un paio di boxer di Christian, perché i suoi non erano più utilizzabili.

Per il resto della giornata Christian non aveva più sentito Mattia, che forse era stato costretto da mamma Giulia a studiare dato che non erano andati a scuola, anche se per un motivo più che valido. Così il moro si era ritrovato con un sacco di tempo libero, ma da impiegare tutto, visto che quella sera aveva deciso che avrebbe portato fuori a cena il piccolo, avendoglielo promesso quando ancora era nella propria stanza, poco prima che gli facesse il primo pompino che lui avesse mai ricevuto nella propria vita, ma che era stato meraviglioso.

Forse era stato troppo violento.

Forse aveva rischiato più di una volta di farlo vomitare.

Ma la sua lingua calda era stato un invito troppo allettante al darci dentro in modo esagerato.

Quando erano tornati in cucina dalle loro due mamme, entrambe le donne li avevano guardati male perché come immaginava avevano entrambi addosso l'odore l'uno dell'altro. in quel mondo fatto di versi e di odori era praticamente impossibile non capire quando una coppia stesse nascendo, quando una coppia condividesse già dei momenti intimi o se ancora non lo avesse fatto. Forse anche per questo Giulia aveva costretto Mattia a tornare a casa, forse anche per questo non aveva accettato l'invito di mamma Anna a rimanere per pranzo, come se sua mamma avesse deciso deliberatamente di fare finta di nulla davanti a quel profumo forte che entrambi i ragazzi emanavano l'uno dell'altro. Christian aveva visto lo sguardo ferito di Mattia quando la donna non aveva accettato il pranzo da loro, ma l'alfa, per farlo sentire meglio, gli aveva ricordato il loro appuntamento per quella sera e sul volto del piccolo era tornato il sorriso.

Poco dopo, quando i due componenti della famiglia Zenzola se n'erano andati, mamma Anna cominciò a mostrarsi per la madre che era.

"Avete usato precauzioni almeno?"

Christian quasi si strozzò con la propria saliva mentre se ne stava col cellulare in mano, alla ricerca di un posto carino dove portare a cena Mattia quella sera, magari qualcosa che avesse anche delle stanze, così da poter avere il piccolo per sé per qualche ora in solitudine e pace, non dovendo temere la presenza delle loro famiglie.

"Ma cosa stai dicendo, mamma" cercò di eludere l'alfa, sapendo perfettamente, però, di emanare feromoni omega che si sentivano da lontano un miglio.

"Christian, profumi di Mattia"

"Potrei averlo solo abbracciato"

"Si sente in un modo molto più... profondo"

Christian voleva sparire in quel momento, avrebbe preferito sotterrarsi che stare a quelle insinuazioni della madre. Lui che non aveva mai avuto relazioni, lui che aveva sempre e solo profumato di fiori, quelli stessi che piantava con sua mamma, che con tanto amore curavano, ma che con tanto odio Mattia buttava a terra, ma solo perché un giorno quello stesso amore sarebbe stato rivolto a lui. L'omega era come una tempesta entrata nella propria vita dopo anni di cielo sereno, dopo anni passati nell'ombra dell'autunno. Mattia era come un temporale estivo che poi aveva portato del fresco in giornate estive assolate, dove Christian voleva vivere per sempre insieme a lui.

Tu che profumi di sogni [zenzonelli]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora