Erano le undici del mattino quando Mattia si era risvegliato da un pisolino iniziato nel letto di Christian verso le otto, quando avevano finito di parlare, quando l'alfa gli aveva tolto ogni sorta di dubbio, gli aveva come dato una scossa per farlo riprendere da quella nottata insonne fatta solo di paranoie e poi lui era crollato nel suo letto sfatto, in mezzo ai cuscini che profumavano di lui, del suo odore forte, di quello che piaceva tantissimo all'omega e che in qualche istante lo avevano fatto rilassare completamente. Sapeva che di mezzo ci fosse anche il fatto di non aver chiuso occhio quella notte, ma se fosse rimasto a casa propria, sicuramente tutto quel sonno non lo avrebbe ripreso e si sarebbe ritrovato a risvegliarsi ogni cinque minuti, magari interrotto dal rumore di propria madre che faceva i mestieri, passava l'aspirapolvere e sbatteva i tappeti.
A casa Stefanelli, invece, tutto taceva.
Mattia aprì gli occhi timidamente, quasi non volendo tornare nel mondo dei coscienti, ma godersi quell'intorpidimento che sentiva fino alle punta delle dita, forse dovuto al sonno, al profumo di Christian impregnato in ogni cosa in quella stanza o al sapersi protetto da lui in quella casa, sotto la sua ala, anche senza che lui gli fosse accanto. Perché non aveva ancora aperto del tutto gli occhi, impastati ancora dal sonno, ma poteva sentire perfettamente che Christian al proprio fianco non ci fosse. Altrimenti avrebbe sentito il suo respiro, il suo profumo ancora più forte e se fosse stato fortunato, probabilmente avrebbe sentito anche le sue braccia stringerlo forte al petto, sdraiati nello stesso letto, accoccolati l'uno accanto all'altro.
E Mattia lo desiderava così tanto, voleva eccessivamente troppo che quella fantasia fosse la realtà, ma sapeva di doversi accontentare dei piccoli gesti, dei momenti rubati, perché per ora aveva solo sedici anni e i suoi genitori non li avrebbero mai lasciati soli a gustarsi tutti i loro momenti intimi, per quanto approvassero quella relazione.
Anche se dall'altra parte vi era mamma Giulia.
Tutti sembravano felici di poterli lasciare qualche minuto da soli, quasi fidandosi di loro e della loro maturità nonostante la giovane età, tranne sua madre, che preferiva chiedergli di portarsi appresso sempre quell'alfa a cui Christian aveva rotto il naso per la frustrazione, piuttosto che pensare a loro due da soli. E cercava di comprenderla, di mettersi nei suoi panni per capire cosa le potesse passare per la mente quando proponeva una cosa simile, ma nulla lo portava, nemmeno dopo lunghi ragionamenti, a capire perché proprio Simone, non dopo quello a cui lei stessa aveva assistito.
L'omega si girò di lato, dopo aver fissato il soffitto bianco per qualche minuto, mentre rimuginava sulle scelte strambe della madre e si ritrovò così a fissare quella stanza che aveva visto poco, di cui non aveva assimilato abbastanza i dettagli, perché lì vi era stato pochissime volte, forse solo una, e sotto l'effetto dei fumi del calore, quando in macchina era stato soggetto così tanto al profumo di Christian che si era ritrovato ad avere i brividi al suo fianco e poi a pregare perché lo portasse a casa sua per fare di lui ciò che più desideravano. Gli veniva da ridere se ripensava al fatto che lo avesse voluto così tanto, lo avesse baciato nel modo più intimo che conosceva, regalandogli le sue prime volte, le sue prime emozioni, pur credendo di odiarlo ancora, nonostante quello che stessero facendo. E sorrise ancora di più pensando a sé stesso che se ne andava da quella stanza, credendo che dopo avergli risolto quel piccolo problema, con Christian lui non avrebbe avuto più nulla a che fare, fino ad arrivare a lui in quel momento, con l'astio ormai cancellato, totalmente trasformato in amore, non che mai davvero fosse stato odio.
La luce inondava la stanza, facendo far fatica agli occhi di Mattia per restare aperti, ma si godette lo spettacolo del profumo, dei vestiti poggiati alla rinfusa sulla sedia della scrivania, del tappetto arancione presente sul parquet, fino al cercare di captare il minimo rumore presente nel resto della casa, per capire se fosse il caso di alzarsi per andare a cercare Christian o dovesse rimanere a letto per non aver incontri imbarazzanti con altri componenti della famiglia Stefanelli. Aveva questa sorta di relazione con l'alfa, anche se ancora non ne avevano parlato chiaramente, ma ancora non aveva mai parlato chiaramente con la sua famiglia e non credeva nemmeno di essere pronto ad averci un colloquio, soprattutto non prima di aver avuto delle conferme dal figlio, di essere sicuro di volere entrambi le stesse cose. Per questo il piccolo aguzzò l'udito, alla ricerca di informazioni e nel silenzio della casa, senza il minimo rumore proveniente dalle stanze limitrofe, come se in quella casa non ci fossero nemmeno degli elettrodomestici, il piccolo potè percepire il rumore di passi e poi la voce di due donne che chiacchieravano tranquillamente tra di loro.
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Tu che profumi di sogni [zenzonelli]
FanfictionMattia odiava Christian, lo odiava tantissimo. Christian odiava Mattia, lo odiava tantissimo. Ma perché si odiavano senza mai essersi parlati? Una storia diversa dal solito, in un universo diverso, in cui gli esseri umani non sono più divisi per gen...