[3 mesi prima]
Il ristorante scelto da Christian per quel loro primo appuntamento ufficiale era meraviglioso. Si trovava all'interno di un hotel a quattro stelle, che solo a vederlo fece percepire a Mattia un senso di vuoto nello stomaco e un giramento di testa per quanto il ragazzo potesse spendere quella sera. A lui non importavano tutte quelle piccolezze, non gli importava di essere in un posto tanto elegante o alla moda, avrebbe preferito anche un posto più alla mano, comodo, tranquillo, l'importante era stare con Christian, averlo davanti a sé, sorridente, bellissimo, che gli teneva la mano e che gli puliva il viso qual ora lui si fosse sporcato. Quella sala, però, era talmente bella e il moro era così felice, che il biondo non ebbe il coraggio di dirgli che non ne valesse la pena, che non voleva che spendesse così tanti soldi, perché il suo cuore lo aveva già conquistato, era suo, gli apparteneva in ogni circostanza della vita, nulla avrebbe potuto separarlo da lui. Rimase zitto ad osservare mentre Christian, nel suo completo nero dalla camicia bianca sbottonata sul petto, chiedeva al cameriere pietanze che nemmeno gli importavano, bevande che non riusciva a bere e un conto che se avesse sentito, probabilmente avrebbe avuto mal di testa.
Perché l'alfa quella sera urlava 'desiderami', in ogni particolare a cui aveva pensato. Mattia si sentiva a disagio di fronte alla sua bellezza, di fronte a quanto lo ammaliasse, totalmente rapito da quella forza che gli vedeva sulla pelle, da quel profumo che emanava, ma che sapeva non fosse artificioso, perché Christian non aveva bisogno di comprare profumi per camuffare il proprio, che era il più buono che l'omega avesse mai sentito. Si beò delle attenzioni del grande nei propri confronti, che cercava di portare la sua attenzione al cibo, alle bevande, ma trovandolo sempre perso nel fissarlo, mentre gli occhi azzurri cadevano sulle collane che se ne stavano leggiadre sul petto, nei riccioli che cadevano sulla fronte, gli orecchini lunghi e neri che sfioravano la mandibola e i suoi occhi verdi che non lo perdevano di vista nemmeno un istante, studiandolo, attraendolo, sorridenti e vispi, pronti a catturare ogni dettaglio. L'omega strillava dentro di sé e lo sentiva benissimo l'alfa rispondere a quel richiamo, lo sentiva nella fatica che faceva Christian a parlare, nel tono di voce più basso di qualche ottava e nel proprio respiro spezzato a causa del cuore accelerato.
E non c'era voluto molto perché Christian capisse che non fosse più il caso di rimanere in una stanza piena di persone, con un omega totalmente alla propria mercè, dalle guance rosse e gli occhi lucidi dall'eccitazione. Per questo quando l'alfa propose all'omega di prendere una stanza per quella sera e passarla fuori casa, solo loro due, insieme, fino al giorno dopo, per svegliarsi abbracciati e potersi coccolare per bene, Mattia rispose affermativamente subito, senza nemmeno esitare, perché infondo ci sperava e credeva, perché non avrebbe avuto il coraggio di separarsi da Christian, volendo altrimenti portare avanti quella cena fino all'indomani. Quando il moro gli tese la mano e il biondo l'afferrò, si fecero guidare da un addetto fino alla camera che l'alfa aveva preventivamente già affittato e cogliendo quel dettaglio, Mattia non potè che sorridere, notando che fosse già stato tutto architettato dal proprio fidanzato, che voleva che il risultato di quella serata fosse esattamente quello: loro due chiusi in una stanza da soli, per tutta la notte, senza che nessuno potesse disturbarli.
Se le cose iniziarono a degenerare, forse, fu per delle cose che tra di loro ancora non erano state chiarite e che avrebbero portato quella serata ad una svolta nel loro rapporto.
Christian lo aveva immediatamente spogliato una volta in stanza, non aveva badato a smancerie, non si era fatto problemi di chiedere cosa davvero Mattia volesse, perché lo sapeva benissimo l'alfa, ma lo sapeva anche l'omega: si desideravano e qualunque scelta presa dal maggiore, sarebbe stata corretta in quell'occasione, perché il piccolo adorava lasciarsi totalmente comandare da lui, nonostante avessero praticamente la stessa esperienza in quel campo. Il biondo si era ritrovato piegato sul letto, nudo, con Christian dentro di lui prima ancora che potesse pregarlo, prima ancora che potesse emettere un fiato per chiedergli di scoparlo forte, perché il moro già lo stava facendo. Totalmente vestito, solo con i pantaloni e i boxer leggermente calati, era entrato dentro di lui, senza preservativo, senza abituarlo un po', facendolo urlare di sorpresa, finalmente libero di dare aria alle proprie sensazioni, senza timori di doversi trattenere per essere colto sul fatto dai propri genitori. Il grande aveva preso a spingere costantemente, forte, duro, lasciando qua e la segni delle proprie mani, lì dove passavano colpendo forte il suo sedere. Mattia a quel punto piangeva, ma lo faceva per il piacere, per quello che stava ottenendo, per quello che aveva sempre voluto da Christian, per quel modo selvaggio che aveva di scoparlo e di usarlo, ma sempre sapendo di essere amato, che lo facesse solo perché si amavano, perché a loro piaceva così, perché era il loro modo di stare insieme.
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Tu che profumi di sogni [zenzonelli]
FanfictionMattia odiava Christian, lo odiava tantissimo. Christian odiava Mattia, lo odiava tantissimo. Ma perché si odiavano senza mai essersi parlati? Una storia diversa dal solito, in un universo diverso, in cui gli esseri umani non sono più divisi per gen...