15. Mattia

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Lo aveva voluto.

Lo aveva voluto così tanto che la consapevolezza lo aveva sconvolto e lo aveva fatto alzare di scatto in piedi. Si sentiva bagnato, si sentiva confuso, si sentiva accaldato, eppure il vero dolore al ventre era finito e tutto perché si era un po' lasciato andare con quell'alfa strano, che quando lo aveva guardato poco prima di andarsene da quella stanza, lasciandolo male con una frase amara, quasi aveva ceduto ed era tornato in quel letto, tra quelle braccia, per baciarsi ancora un po', per stringersi ancora un po', per sentire quella sensazione calda al centro del petto, quando per una volta il suo omega era rimasto in silenzio ed aveva agito lui, in piena consapevolezza di sé stesso, rendendosi davvero conto di cosa avrebbe voluto fare, di come avrebbe voluto mordere la ghiandola primaria dell'alfa e di come avrebbe voluto che lui mordesse la propria secondaria, di come avrebbe voluto sentire il sangue scorrere dalla propria spalla e di come questa cosa lo avesse eccitato a tal punto da far lubrificare il proprio ano, pronto ad un rapporto sessuale, che invece non c'era stato e mai ci sarebbe stato probabilmente.

Perché aveva osservato gli occhi di Christian, aveva osservato come si erano allarmati quando si era alzato ed era andato alla porta e quando aveva lo aveva guardato male e aveva detto quella frase, lo aveva visto spezzarsi totalmente, senza capire perché l'alfa stesse così, in realtà, senza capire perché a lui stesso facesse quell'effetto.

"Me ne torno a casa. Non credere di avere nessun tipo di potere su di me solo perché ci siamo strusciati un pochino"

E si era vergognato di averglielo detto l'istante seguente, dopo averlo guardato male, dopo che aveva visto il suo sguardo spezzarsi. Era scappato a casa, senza badare a come si sentisse, alla leggerezza della propria mente e si era rifugiato sotto la doccia, cercando di cancellare il profumo di quell'alfa dalla propria pelle, la sensazione delle sue labbra dalle proprie e del calore della felicità e completezza che aveva provato per la prima volta nella propria vita. Strofinò la pelle con ogni tipo di bagnoschiuma a propria disposizione, indossò una quantità industriale di profumo, ma quel profumo aleggiava ancora nella stanza, lo poteva percepire benissimo e sentiva ancora il suo sapore sotto la lingua nonostante si fosse lavato anche i denti e avesse mangiato. Tanto che quando erano tornati tutti a casa e vide sua mamma fare per correre su per le scale, probabilmente per sgridarlo per non essere mai andato, la vide bloccarsi, ancora prima di notare che fosse in cucina, annusare l'aria e poi voltarsi verso di lui.

Mattia aveva pensato per tutta la sera al fatto che tutti quando sarebbero tornati a casa avrebbero saputo, tutti avrebbero capito quel che era successo sentendo il profumo di Christian sulla propria pelle e mentre pensava ancora a lui, al suo odore, alla sua presenza, alla sua pesantezza sul corpo, sua mamma aveva fatto ingresso nella stanza ed era rimasta in silenzio. I capelli perfettamente acconciati sulla testa, il vestito rosa che le fasciava il corpo in forma e Daniele dietro di lei, che probabilmente pensava che la donna fosse solo arrabbiata perché non era andato alla cena, non potendo lui percepire il profumo di un altro alfa sulla propria pelle, però diversamente da come lo erano sempre stati i profumi di suo padre e suo fratello, perché questa volta erano direttamente sulle ghiandole.

"Ma c'è Christian? –" fece Saverio interrompendo mamma Giulia che fissava il figlio seduto in cucina, entrando nella stanza, per poi osservarsi attorno e continuare "- ah no..."

E anche lui guardò Mattia, fermo sulla sedia, per poi voltarsi verso loro madre e tornare a guardare lui. L'omega sapeva che stava per accadere qualcosa, sapeva che stesse per arrivare la tempesta, ma sperava che entrambi gli avrebbero dato modo di spiegare... anche se in realtà non vi era nulla da spiegare.

"Perché hai il suo profumo addosso?"

Ecco.

Mattia si passò una mano sul collo, sollevando ancora una zaffata di quel profumo meraviglioso che lo avvolse, facendolo rilassare. Non aveva idea del motivo per cui Christian fosse in grado di farlo sentire in quel modo e non aveva idea del motivo per cui il suo profumo dalla pelle non se ne fosse andato, ma gli piaceva così, nonostante il modo in cui lo aveva lasciato, voleva che rimanesse qualcosa di quest'intimità che si era venuta a creare tra di loro, che probabilmente in futuro non si sarebbe mai ripetuto.

Tu che profumi di sogni [zenzonelli]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora