Secondo punto del piano "riaccoppia i due stupidi" ideato da Carola Puddu: regalagli dei fiori.
Christian era rimasto piacevolmente sorpreso dalla felicità che aveva visto sul volto di Mattia, da quello che aveva sentito nel suo animo e, quindi, seguire il piano che la sua amica aveva ideato, improvvisamente gli sembrava la cosa più giusta che potesse fare. Certo, rimaneva comunque la cosa più banale che avesse mai fatto e che la beta gli avesse mai suggerito, ma sembrava star svolgendo il proprio compito, ovvero riconquistare Mattia. Non che si aspettasse che il piccolo abboccasse a quel piano tanto facilmente, anzi, forse avrebbe dovuto far ricorso persino ad un altro paio di punti prima di avere la possibilità di abbracciarlo, ma quello poteva essere l'introduzione per poter mostrare a Mattia qualcosa di più: che lui non aveva paura delle conseguenze di ciò che aveva fatto.
Voleva il proprio omega, voleva che nessuno si potesse avvicinare a lui nel modo in cui aveva fatto lui stesso e voleva anche assumersi la responsabilità della sua eventuale gravidanza. Era un dettaglio che Christian non riusciva ad ignorare per quanto cercasse di lasciarlo un attimo in disparte, perché sapeva che avrebbe cambiato le loro giovani vite, perché sapeva che era un dettaglio che poteva dare una scossa a tutto ciò che li circondava, ma l'alfa era pronto, lo aveva capito in quei tre mesi in cui si era costretto, ed era stato, costretto a stare lontano da Mattia, la peggior punizione che potessero infliggergli. Da che non parlavano mai, infatti, il piccolo biondo era diventato il centro del suo mondo, non riusciva a non scrivergli tutti i giorni il buongiorno che gli faceva iniziare bene la giornata, non riusciva a non guardarlo tutte le volte che usciva di casa, immaginandosi le sue mani addosso, le sue labbra sulle proprie e quei tre mesi di distanza erano stati strazianti, per quanto sapesse di meritarseli.
E ora che lo aveva riassaggiato, ora che lo aveva marchiato, ora che era davvero proprio, Christian non resisteva a quell'impulso che gli diceva di buttare all'aria il libro che cercava di tenere tra le mani, che cercava di leggere, su cui cercava di concentrarsi perché avrebbe dovuto svolgere un compito una volta tornato a scuola, ma Mattia, dall'altra parte della strada, dietro quella porta, nella sua stanza che conosceva così bene, che aveva visitato più volte, dove avevano fatto l'amore per la prima volta, dove si erano strusciati, dove avevano avuto il loro primo orgasmo insieme, lo attraeva più di qualunque altra cosa. Sentiva il suo omega agitato, lo sentiva in quelle condizioni da ieri, dopo che gli aveva dato i cioccolatini e doveva ammettere che il proprio alfa si sentiva emozionato per avergli causato quelle emozioni, per essere ancora lui colui che gli svoltava l'esistenza.
Quel giorno avrebbe dovuto eseguire il secondo punto del piano di Carola e aspettava solo il momento di vedere Mattia sbucare fuori dalla porta di casa per uscire fuori e braccarlo. Sapeva che probabilmente in quel momento potesse sembrare uno stalker, lì dietro la finestra, a fissare il cortile, quando si sarebbe dovuto concentrare sul proprio libro, con accanto a sé un mazzo di fiori che aveva raccolto dai vari vasi che aveva fuori nel giardino, gli stessi che Mattia aveva ripreso a rompere qualche giorno prima, come a catturare la sua attenzione. E certo, Christian stava eseguendo il piano ideato dalla riccia, dalla propria migliore amica, ma quando la ragazza gli aveva suggerito di regalargli dei fiori dopo i cioccolatini del giorno prima, l'alfa aveva subito pensato a quanto potesse racchiudere in quel gesto, regalandogli proprio quei fiori a cui lui stesso aveva attentato la vita così tante volte. In quel gesto avrebbe racchiuso tutta l'essenza di sé stesso, tutto ciò che Mattia significava per lui, così da dimostrargli che per quanti dispetti, per quanta fatica gli avesse fatto fare, Christian avrebbe sempre scelto lui, regalandogli persino qualcosa a cui lui teneva così tanto, ma che per l'omega era nulla.
Faceva davvero tanto caldo vicino alla finestra della propria stanza, nonostante un venticello portasse dal mare l'aria che probabilmente le famiglie si stavano godendo sulla spiaggia. Christian, dopo il giorno precedente, aveva deciso di non scendere giù, di non andare agli scogli dopo che erano due giorni che compiva sempre lo stesso tragitto, perché non voleva che i fiori si rovinassero, non voleva che venissero rinsecchiti dalla potenza del sole e dal sale presente nell'aria. Se ne stava lì, quindi, fissando la luce intensa che arrivava da fuori, con un vento che gli scompigliava i capelli, ma con un rivolo di sudore in mezzo al ciuffo di ricci che gli si poggiava sulla fronte, che in quei giorni desiderava ardentemente rasare, far sparire, per quanto sapeva che poi nei giorni successivi si sarebbe pentito amaramente. Spostò, quindi, semplicemente i capelli caldi di lato e sbuffò, speranzoso che il piccolo uscisse quanto prima da quella porta, così che potesse mettersi, poi, sul letto a pensare a lui, al modo in cui gli avrebbe sorriso e avrebbe poi potuto chiamare Carola per farsi dire qual era il terzo punto di quel piano che la beta aveva ideato.
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Tu che profumi di sogni [zenzonelli]
FanfictionMattia odiava Christian, lo odiava tantissimo. Christian odiava Mattia, lo odiava tantissimo. Ma perché si odiavano senza mai essersi parlati? Una storia diversa dal solito, in un universo diverso, in cui gli esseri umani non sono più divisi per gen...