Mattia odiava Christian, lo odiava con tutto il proprio cuore, ma solo perché quell'organo il maggiore lo aveva preso, ci aveva giocato un po', lo aveva mangiato e poi lo aveva sputato. E ora, steso nel letto, sotto di lui, col collo esposto e sanguinante, l'omega finalmente calmo nel petto, ricco di gioia e amore, il piccolo fissava le coperte bianche davanti a sé, mentre ancora se ne stava piegato su quel materasso dove il maggiore dormiva ogni notte, dove erano successe tante cose nella loro relazione, prima di quei tre mesi in cui erano stati lontani. Il biondo chiuse gli occhi, cercando di dare un regolata al proprio cuore, perché sapeva cosa fosse appena successo, sapeva cosa significasse quel gesto, ma con il terrore di alzarsi e di guardare negli occhi Christian e ritrovarci la stessa espressione di quella sera, la paura cieca di aver corso troppo.
Mattia sentiva il retro del collo bruciare, mentre le mani del moro se ne stavano ancora stringendo le ciocche dei propri capelli e tenendo saldo un suo fianco, impedendogli categoricamente di muoversi. Non aveva le forze di opporsi, non sapeva da dove poter cominciare e così rimase solo fermo, in quel letto che aveva desiderato così tanto, che gli era mancato così tanto, le cui conseguenze di quello che era accaduto sopra, se le sarebbe portate a vita. Perché se Christian, una volta morso, non lo avrebbe voluto più, Mattia sarebbe rimasto solo per tutta la vita, nessuno si sarebbe mai voluto unire con un omega già marchiato, perché non sarebbe stata più la stessa cosa, il legame non sarebbe potuto mai più avvenire, perché il proprio omega ora rispondeva solo all'alfa di Christian.
E lo sentiva in quel momento, la sentiva la sua pace e la sua gioia e tutto perché finalmente sentiva la primordialità dell'altro in un modo in cui non era mai successo. Non era come quando se ne stava in calore e sentiva l'esigenza di accoppiarsi, no, ora sentiva quell'unione anche senza unire i corpi, ora non sentiva la voglia spasmodica di far entrare il grande nel proprio corpo, non sentiva l'esigenza di rendersi appetibile, di rilasciare feromoni per lui, perché tecnicamente ora il proprio corpo gli apparteneva.
Anche la propria anima.
Christian se ne stava ancora dentro di lui quando lasciò andare i propri capelli e Mattia sentì l'aria nella stanza cambiare, percepì un distanziamento dell'alfa, lo sentì con il proprio omega e si ritrovò a strizzare gli occhi già chiusi, perché era come se già sapesse ciò che stava per accadere, come se avesse la capacità, ora, di percepire anche le intenzioni del grande. Lo sapeva che fosse tutto collegato al fatto che lo avesse appena marchiato, ma in cuor suo il biondo sapeva che lo conoscesse abbastanza anche in precedenza per conoscere ciò che sarebbe accaduto, senza bisogno di quel legame.
Christian era fatto di paranoie, ne era la personificazione.
Si sentì estremamente vuoto quando lo sentì uscire dal proprio corpo e automaticamente si tirò su a sedere, dandogli le spalle su quel letto, portandosi le ginocchia al petto per proteggersi da quello che sapeva sarebbe accaduto. Non aveva la forza di rivivere quello che era successo mesi prima, non aveva la forza di vedere nuovamente gli occhi di Christian macchiarsi di una luce che mai avrebbe creduto di vedergli, con cui poi lo aveva ferito, pensando solo a sé stesso, non a quello che stava per distruggere in lui. Si strinse forte le gambe, come se in quel modo potesse tenersi insieme, come se così i pezzi della propria essenza non sarebbero potuti sfuggire da lui, non sarebbe potuto cadere a pezzi come un vetro attraversato da un proiettile. Purtroppo lo percepiva l'alfa, la sentiva la sua tensione e la sua preoccupazione per quello che era appena successo e ne era terrorizzato, mentre il proprio omega era al settimo cielo per quella novità, per quel legame che era eterno tra di loro.
Si sarebbe voluto dare una bastonata in testa da solo per quella felicità intrinseca che sentiva, perché lo sapeva che stesse per arrivare il colpo di grazia.
"Matti..."
Sentì Christian muoversi sul letto dietro di lui, nudo, probabilmente col pene semi eretto tra le gambe, dopo che gli era appena venuto dentro, per cui sarebbe dovuto essere preoccupato, per cui sarebbe dovuto correre ai ripari, perché era un omega, perché era in calore, le probabilità di rimanere incinto erano altissime. Eppure la paura lo stava facendo rimanere lì, fermo, col pensiero al ragazzo alle proprie spalle, con gli occhi sbarrati alla ricerca di un po' di sanità mentale in tutta quella situazione, di un po' di stabilità, prima di ricevere il colpo di grazia. Aveva passato tre mesi d'inferno, tre mesi in cui si era ritrovato a stringere nuovamente amicizie che non credeva avrebbe mai ritrovato, perché Simone e Iris si erano rivelate per delle persone diverse da quelle che credeva, eppure erano stati pronti ad essergli accanto quando lo avevano visto crollare in aula, il giorno in cui era tornato.
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Tu che profumi di sogni [zenzonelli]
FanfictionMattia odiava Christian, lo odiava tantissimo. Christian odiava Mattia, lo odiava tantissimo. Ma perché si odiavano senza mai essersi parlati? Una storia diversa dal solito, in un universo diverso, in cui gli esseri umani non sono più divisi per gen...