2. Christian

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Odiava Mattia Zenzola, lo odiava con tutto se stesso.

Si conoscevano da quando erano nati, Christian lo aveva visto correre, giocare, scherzare e urlare per il viale che costeggiava l'ingresso di tutte quelle case una accanto all'altra che formavano un cortile. Lo aveva osservato mentre diventava la persona che era, insieme a Simone e Iris, due personaggi che non stavano a genio al moro, che aveva cercato comunque di non giudicare dalle apparenze, anche se essere erano evidenti e certe.

Perché Christian era così. Analizzava a fondo la realtà, anche se una verità non era celata e si palesava davanti ai propri occhi, lui cercava sempre di dare una seconda opportunità alle persone o alle situazioni, studiava attentamente gli aspetti del mondo esterno e ci rimuginava su, in silenzio, chiuso in se stesso. Forse anche per questo aveva pochi amici, ma veri, che lo avrebbero sostenuto in ogni propria scelta. Ed era strano, invece, vedere Mattia non farsi di questi problemi, circondarsi di qualunque persona, per poi abbandonarla il giorno dopo, ma avere al proprio fianco sempre Simone e Iris con cui scherzava e rideva e la maggior parte delle volte andava a giocarci in spiaggia.

E da lì, da quei momenti in cui lo fissava correre verso la spiaggia con i suoi due amici, Christian aveva capito di odiarlo. Lo aveva capito dalla spavalderia con cui Mattia passava di fronte alla porta di casa sua, dal modo incurante che avesse di far cadere i vasi dei fiori di sua madre, di cui lei adorava prendersi cura e che il moro aveva ben cura di proteggere. Si era ritrovato molto spesso anche lui a sentire l'esigenza di innaffiarli, di trapiantarli e dargli delle cure in più, perché vedeva la dedizione che la donna gli volgeva e sapeva che allora esse dovessero avere un senso più importante di quello dato dagli occhi. Ne accarezzava i petali, strappava le radici che sapeva avrebbero potuto rovinare la pianta e poi le riempiva di attenzioni che avrebbero portato la pianta a dare rigogliosi frutti.

Ma Mattia non sembrava curarsi dell'affetto che lui a quelle piante donava.

Passava correndo e i vasi venivano ribaltati, calpestati, rotti e molte volte, da quando il suo verso si era manifestato, si era ritrovato a dover trattenere un ringhio emesso direttamente dal proprio alfa, come se quel ragazzino potesse sentirlo, come se lui si fosse manifestato, anche se sapeva perfettamente che così non fosse.

Le voci correvano per quel cortile, tutti sapevano che Mattia ancora non fosse nulla, che in lui non si fosse manifestata nemmeno la parvenza di un beta, tanto che Christian si era ritrovato a rimuginare su di lui e la sua condizione più volte, troppe volte, talmente tanto che si vergognava di se stesso se avesse pensato a quanti momenti della propria giornata avesse speso a pensare ad un ragazzino che in teoria diceva di odiare. E allora si limitava a chiudere i propri pensieri mentre quella testa bionda passava di fronte alla finestra aperta di casa propria, sfrecciando, mentre dietro di lui, in coda, arrivavano i suoi amici ridendo e Christian allora si voltava a guardare Carola, l'unica persona che non lo giudicava, che si era avvicinata apprezzando i suoi silenzi ed accettandoli, senza aggiungere nessun tipo di commento.

Carola era una beta, forse per questo era diventata così tanto amica di Christian, perché infondo i beta non emanano nessun odore, non vengono attratti eccessivamente dai feromoni rilasciati dall'alfa e non sono nemmeno soggetti al calore dell'omega. Lei viveva esattamente la vita che avrebbe voluto vivere il moro, libera da ogni tipo di legame, da ogni tipo di contraddizione, libera di poter amare chiunque, indipendentemente dal fatto che un giorno si sarebbe potuto presentare davanti a sé la sua anima gemella, la copia perfetta per il suo alfa, l'omega che avrebbe portato Christian a non riuscire più a guardare nessuno se non la sua anima gemella, il suo verso gemello.

Odiava quella condizione, ma da quando aveva dieci anni, ormai, l'aveva accettata.

E più passavano gli anni e tutti i suoi conoscenti trovavano una persona con cui passare il loro tempo, più Christian si chiudeva in se stesso, come se avesse timore di poter trovare qualcuno che apprezzasse averlo accanto, ma che un giorno gli sarebbe stato strappato via perché non era la sua vera anima gemella. Persino Carola che era una beta, non si stava facendo di quei problemi in quel senso, avendo trovato un alfa che le voleva bene e a cui lei stessa ricambiava quel sentimento, pur riconoscendo il rischio che un giorno tutto quello sarebbe potuto finire, perché lei non sarebbe mai stata la copia affine al suo verso.

Tu che profumi di sogni [zenzonelli]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora