Quando Christian spalancò la porta della propria stanza e fece i primi passi all'interno di quelle quattro mura, percepì il piccolo omega stretto tra le proprie braccia tremare ancora più forte di quello che aveva fatto fino a quel momento, nonostante lo avesse già fatto entrare in una casa di un alfa non marchiato, dove sapeva che la propria essenza fosse impregnata in ogni mobile e oggetto, dove anche tenendo tutte le finestre di casa aperte, la condizione non sarebbe cambiata. Mattia si strinse ancora più forte al suo collo e l'alfa si ritrovò ad ululare per richiamare l'attenzione dell'omega il cui cuore batteva così forte vicino a lui, così come non lo sentiva dal giorno in cui lo aveva salvato in spiaggia. E quando il biondo gli aveva chiesto che cosa gli avrebbe voluto fare, era venuto naturale al moro rispondere che gli avrebbe fatto qualunque cosa lui volesse.
Perché ricordava ancora benissimo chi fosse, ricordava ancora benissimo il mostro che aleggiava nel proprio petto, per cui si sarebbe persino tagliato una mano per non fargli del male, per riuscire a trattenere tutte quelle tentazioni che erano racchiuse nel corpo di Mattia che se ne stava con la testa poggiata sulla propria spalla, respirandogli a pochi centimetri dal viso, emanando un calore piacevole, da cui Christian e il proprio alfa non si volevano separare mai più. Eppure trovò la forza di chiudersi la porta alle spalle, sancendo quel loro momento, quella loro improvvisa intimità nata dall'odio che entrambi credevano di provare l'uno per l'altro e poggiando dolcemente il biondo sul proprio letto, sulla trapunta poggiata su quel materasso dove aveva passato tanto tempo, sin da piccolo, a rimuginare su quanto detestasse quel piccoletto che gli rompeva sempre i vasi di fiori, mentre sua madre sembrava non curarsene fin tanto, nonostante fosse più una sua passione che del figlio.
E forse la decisione di appoggiarlo al letto fu quella più sbagliata che potesse prendere, perché Mattia sgranò gli occhi sul materasso, facendo uno scatto e risalendo verso i cuscini dove Christian lo vide affondare il viso, rannicchiarsi e chiudersi in sé stesso, portandosi una mano al ventre e stringendolo forte, mentre dal suo corpo nascevano dei brividi che rilasciavano nell'aria tutti i feromoni in grado di mandare totalmente in estasi l'alfa del moro, impalato, fermo, ad osservare quella scena, con il cuore in tumulto e la mente confusa dai propri stessi sentimenti.
Deglutì varie volte a vuoto, fino a che Mattia stesso si voltò a fissarlo, dapprima senza vederlo davvero e poi mutando l'espressione, ritornando ad essere quel ragazzino che Christian conosceva così bene, quello che lo odiava, quello che adorava fargli i dispetti, che lo fissava dopo aver rotto un vaso e che poi metteva su un sorriso beffardo e scappava in spiaggia a giocare con i propri amici.
"Smettila di fissarmi così, non sono un fenomeno da baraccone"
Christian strinse le mani tra di loro davanti a sé, cercando di trattenere l'istinto di saltargli addosso e tappargli la bocca in qualche modo, ignorando il mostro dentro di sé che chiedeva di zittirlo, di farlo urlare dal piacere, di fargli dimenticare persino come si chiamasse e poi marchiarlo, tenendolo con sé per sempre, come se non avesse solo sedici anni, come se anche lui non fosse minorenne e davanti a loro non ci fosse tutta la vita per prendere quelle decisioni. Rimase fermo a fissarlo ancora, con Mattia che lo fissava a propria volta, accoccolandosi ancora meglio sul cuscino, però, non fermando il movimento nemmeno mentre lo fulminava, forse perché a quel profumo tanto intenso non riusciva a resistere per via dell'omega dentro di sé, per la propria natura, per qualcosa di più forte di lui. E poi, mentre ancora i loro occhi erano persi l'uno nell'altro, guardandosi male e giudicandosi, un altro brivido percorse il corpo di Mattia che questa volta gli fece chiudere gli occhi, reclinare la testa e aprire la bocca, alla ricerca di un po' di sollievo, di qualcosa che potesse alleviare quella tensione crescente nel proprio ventre. Christian rimase scosso da quella scena, da quella bocca ora estremamente arrossata che si spalancava e da quel collo così esposto e si ritrovò finalmente a compiere qualche passo in avanti, totalmente ipnotizzato.
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Tu che profumi di sogni [zenzonelli]
FanficMattia odiava Christian, lo odiava tantissimo. Christian odiava Mattia, lo odiava tantissimo. Ma perché si odiavano senza mai essersi parlati? Una storia diversa dal solito, in un universo diverso, in cui gli esseri umani non sono più divisi per gen...