11. Mattia

2.8K 220 34
                                    

Christian profumava di mare, spiaggia, sole, libertà ed estate. Ma non era solo il profumo dei suoi feromoni rilasciati nell'aria, era proprio la sua essenza a librare quelle sensazioni per l'aria a scatenare subbuglio nella mente di Mattia che lo aveva osservato, era andato davanti a lui pronto per dirgli che quella sera non lo avrebbe voluto alla cena di prova del matrimonio di Saverio, che voleva che se ne rimanesse a casa, che voleva tornare al passo precedente, a quando si odiavano da lontano senza aver mai parlato. Invece aveva titubato e tutto era stato causato dal suo profumo, dalla sua aura, dalla sua essenza che lo attraeva e che gli pungeva dritto nell'anima, che lo scuoteva da dentro e gli chiedeva di cedere come mai avrebbe creduto di poter fare.

"Che succede? Perché hai le occhiaie così marcate? Sembri sciupato..."

E quella prima serie di domande a cui non aveva risposto, lo avevano lasciato senza fiato, ritrovandosi ad abbassare la testa come colpito in pieno petto, perché era proprio quello il punto, perché era quello che stava causando tutto quel dolore eccessivo che sentiva nel petto: aveva passato giorni d'inferno perché sapeva che Christian fosse innamorato di qualcuno. E aveva passato il tempo a domandarsi perché ci stesse così male, perché dovesse fargli quell'effetto e quando si era avvicinato deciso a dirgli di non volverlo vedere mai più, l'alfa si era dovuto accorgere di quel dettaglio, del suo essere stanco, delle sue occhiaie. Ma era sempre stato così? Perché non se n'era mai reso conto prima?

Allora Mattia si fissò le mani, sempre con la testa bassa, pronto a dirgli tutto, ma senza il coraggio di emettere quelle parole, mentre sentiva troppo profondamente la presenza del moro davanti a sé, così potente che si ritrovò a sospirare, anche se quell'azione gli portò ancora meno coraggio, percependo fin troppo chiaramente il profumo meraviglioso emesso direttamente dall'alfa.

E poi Christian gli aveva afferrato le mani.

Aveva fatto scontrare le loro pelli per la seconda volta nella loro vita e Mattia non era riuscito a trattenere il proprio omega che si era mosso, aveva sentito nel profondo quel tocco e aveva miagolato chiedendo di più, probabilmente rilasciando un profumo che il biondo nemmeno sapeva di aver emesso, ma di cui si vergognò qualche istante dopo, quando si accorse che Christian, invece, sembrava perfettamente a proprio agio e che il suo alfa non si fosse esposto più di tanto. Ma mentre alzava lo sguardo e lo incastrava in quegli occhi verdi, dovette ricredersi, perché il profumo dell'estate lo aveva investito ed erano iniziate a tremargli le gambe, si era dovuto dare una forza che non credeva nemmeno di avere, mentre i propri occhi si sarebbero voluti solo chiudere per godere a pieno di quel profumo intenso che arrivava ad annebbiargli la mente. Sentiva la pelle bruciare, il fiato corto e una sensazione strana alla bocca dello stomaco.

Per questo qualche istante dopo si ritrovò a dire:"Volevo solo ricordarvi la cena di stasera" e poi era scappato, aveva sciolto quel legame delle loro mani ed era fuggito verso casa propria, sotto lo sguardo di mamma Giulia che lo aveva fissato intensamente mentre tornava verso la sua famiglia, verso il caos che stavano generando per scegliere delle decorazioni per il matrimonio. Mattia aveva guardato sua madre e le era passato accanto senza fermarsi, perché non le voleva dare la soddisfazione di sapere che aveva ragione, che non aveva coraggio, che non gli aveva detto di non andare quella sera e tutto per via del suo profumo, del proprio omega che scalpitava davanti all'alfa e per colpa sua che lo odiava così tanto perché lo desiderava fin troppo.

E proprio per questo si chiuse in stanza per tutto il giorno senza rispondere nemmeno alla madre che, da dietro la porta, gli chiedeva di aprirgli, di dirgli se dovesse annullare per la famiglia Stefanelli oppure se avesse fatto la persona adulta. Mattia odiava essere trattato come un bambino, sapeva di non poter permettere di lamentarsi in un momento simile, con lui chiuso dietro ad una porta, da solo, per ore, solo perché non voleva affrontare sé stesso e il mondo, ma non riusciva a sopportare che Giulia pretendesse da lui che si comportasse in un modo normale quando la persona che più odiava al mondo, ora era diventata quella che più desiderava, quella da cui si sentiva più attratto, quella da cui voleva farsi toccare. Perché il piccolo omega aveva ripensato tutto il pomeriggio a quelle mani che lo toccavano, che sfioravano le proprie e che lo riscaldavano, lo mandavano in subbuglio e che non gli permettevano più di pensare. Per questo quando si fece pomeriggio tardi e Mattia sapeva fosse quasi ora per andare al ristorante, sinceramente si sarebbe aspettato che sua madre andasse a bussargli alla porta e che lo avvisasse di prepararsi immediatamente. Ma più i minuti passavano, le mezz'ore e le ore, più si rendeva conto che ci fosse qualcosa di strano.

Tu che profumi di sogni [zenzonelli]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora