30. Christian

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Christian non aveva avuto nessun tipo di esperienza prima di conoscere Mattia, prima che quel piccolo biondo omega dagli occhi azzurri più belli che avesse mai visto, entrasse nella propria vita e la scombussolasse per sempre. Non che la propria vita avesse avuto mai un 'prima di Mattia', perché il biondo c'era sempre stato, aveva sempre occupato uno spazio nella propria vita e mai di piccola rilevanza. Aveva sempre creduto di odiarlo per quei dispetti che gli faceva e solo in quei momenti, quando poteva finalmente stringerlo, saggiarne la consistenza e conoscerne il sapore, si rendeva conto che l'odio nascondeva altro, perché odiare significa pensare costantemente ad una persona, spendere una parte del proprio tempo a provare un sentimento così terribile, tanto che dietro al proprio sentimento vi era altro, qualcosa che li aveva fatti arrivare fino a quel punto. Perché per quanto si fosse messo in testa l'idea che il destino li avesse voluti lì, la realtà dei fatti era che sia l'alfa che la sua logica volevano quel ragazzino, persino se l'omega dentro di lui si fosse spento, persino se il suo verso non si fosse mai manifestato. Lo desiderava ardentemente, come mai nessuno nella propria vita e stringerlo tra le mani lo stava portando in estasi mentre poteva sentire su Mattia lo stesso effetto. Aveva una gamba rotta, il dolore al costato era terribile, eppure più se lo avvicinava, più se lo premeva addosso, più sentiva che tutto quello fosse giusto, che fosse esattamente ciò che sarebbe dovuto accadere. Lo aveva spogliato, gli aveva tolto pantaloni e maglia in qualche modo, sempre con l'aiuto del biondo stesso, data la sua incapacità di muoversi totalmente a causa delle ferite riportate dopo l'incidente, ma quando si era ritrovato tra le mani Mattia con solo i boxer addosso, la lucidità lo aveva abbandonato totalmente.

"Chri, posso spogliarti?"

Quella frase lo lasciò senza fiato, senza alcun remore, se mai ne avesse avuti, che Mattia non fosse solo in balia di sé stesso e del proprio alfa, ma che davvero volesse quello che stava accadendo, voleva vederlo anche lui nudo, forse sentiva l'esigenza come la sua di sentirsi il più vicini possibili. Si ritrovò ad annuire, osservando il piccolo che si muoveva, quindi, sulle proprie gambe, notando come cercasse di non pesare, come provasse a darsi forza solo sulla propria gamba sana e la cosa faceva scoppiare ancora di più il proprio cuore innamorato. Alzò le braccia per aiutare l'omega a sfilare il tessuto della propria maglia, per poi farla sparire insieme alla propria da qualche parte per terra nella stanza e quando le sue mani scesero verso il basso, tra di loro, lì dove la propria erezione pulsava dietro i pantaloni, Christian dovette trattenere un sospiro per le carezze leggere e involontarie che il piccolo gli stava regalando. Contò fino a dieci per riuscire a reggere quella situazione, per dare tutto il tempo a Mattia di godersi quel momento, ma quando arrivò alla fine di quella conta, notando che il biondo non avesse ancora finito, abbassò la testa tra di loro, guardandole quelle piccole mani che cercavano di sbottonare il jeans, fallendo miseramente. Mattia tremava e aveva il respiro spezzato, tanto che Christian, preoccupato, gli mise una mano sulle proprie.

"Matti, ehi"

Lui alzò la testa per guardarlo in viso. Gli occhi lucidi erano sgranati, accecati dalla passione, ma anche un po' spaventati e allora le mani del grande andarono attorno al suo viso, attirando la bocca del piccolo contro la propria e baciandolo, cercando di infondergli un po' di pace, nonostante quel bacio, qualche istante dopo, accese ancora di più la propria passione. Voleva alla follia quel ragazzino che gli stava cavalcioni addosso, ma voleva ancora di più che stesse bene e che si sentisse a proprio agio e per questo allontanò i loro visi, osservando le labbra rosse di Mattia e i suoi occhi chiusi, ancora legato a quel bacio che si erano scambiati.

"Non avere paura"

Mattia riaprì gli occhi.

"Non ho paura"

"E allora perché tremi?"

Christian vide Mattia abbassare di nuovo lo sguardo, tra di loro, sulle loro erezioni, mentre le sue mani se ne stavano ancora ferme sul proprio cavallo dei pantaloni, lì dove aveva cercato di abbassare la cerniera, ma non ci era riuscito per il tremolio incessante che scuoteva i suoi polsi.

Tu che profumi di sogni [zenzonelli]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora