40. Christian

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Tornare dentro casa, da propria madre e guardarla in faccia, sapere che lei avesse assistito a quanto stava accadendo in cortile e che avesse sentito i feromoni che aveva prodotto per Mattia, metteva in estremo imbarazzo Christian. Non sapeva come affrontare quella nuova situazione, non aveva idea di come poter parlare con propria madre senza che fosse troppo imbarazzante. Perché per tutta la vita, per i primi diciassette anni della propria esistenza, non aveva mai sentito l'esigenza di dover stare insieme a qualcuno, non gli era mai capitato di legarsi ad una persona, di sentire il bisogno di stringerla, baciarla, sapere che stesse bene.

Non si era mai innamorato prima.

Per questo andò fino in salotto, prendendo il proprio cellulare tra le mani, lì dove se ne stava il numero che Mattia stesso aveva salvato sul proprio cellulare, semplicemente nominandolo col suo nome, anche se Christian si disse che lo avrebbe cambiato il prima possibile. Avrebbe voluto utilizzare un nomignolo, uno qualunque, anche se non aveva idea di quale, essendo che di tante cose loro due ancora dovevano parlare e che sicuramente quel contatto avrebbe aiutato. Ora avevano a disposizione una chat, un luogo dove nessuno li avrebbe bloccati e in cui si sarebbero potuti esprimere senza remore, forse anche senza il timore della loro stessa presenza e del fatto che dal vivo non riuscivano a non stare separati per molto più che qualche secondo. Rimase, quindi silenzioso sulla propria sedia a rotelle, fissando quel numero, decidendo cosa fare, cosa potesse scrivergli, come potesse approcciarlo senza sembrare di avere troppa fretta. In fin dei conti si erano appena separati, magari avrebbe dovuto aspettare qualche secondo, forse era prassi dare tempo all'altra persona per pensare bene alle mosse da fare, ma Christian non aveva esperienza, non aveva idea di come si facessero quelle cose.

Gli venne in mente Carola.

L'idea fu scartata immediatamente.

Adorava quella ragazza, le voleva tanto bene, forse i suoi consigli sarebbero stati anche utili, ma Christian sentiva che quella cosa doveva affrontarla da solo, che doveva trovare da solo un modo per potersi approcciare a Mattia e comunicare di più, approfittare di quella via di comunicazione per conoscersi meglio, per raccontarsi quei dettagli che ancora non erano venuti a galla, nonostante si conoscessero da tutta la vita.

Una vita passata, però, a suon di scherzi e dispetti.

"Chri, dove sei?"

Il moro venne distratto da quel numero sullo schermo, dalla voce della donna che fino a poco prima gli era stata accanto e che ora doveva essere da qualche parte della casa, dopo che lui era andato dritto in salotto senza pensare nemmeno a dove davvero si stesse dirigendo.

"Sono qui, ma'"

E qualche istante dopo la donna dai capelli ossigenati apparve all'arco che dava al salotto.

"Che c'è?"

"Dobbiamo parlare, Christian"

L'alfa dentro di sé già sapeva quale fosse la direzione del discorso, ma forse la propria mente ci sperava di potersi salvare da quella situazione ancora una volta, ci sperava che mamma Anna notasse che il figlio non avesse bisogno di parlare di determinate cose, che nella sua mente fosse chiaro come dovesse procedere, ma quando la vide sedersi sul divano che stava proprio dietro di lui e sentì che faceva pressione sulla propria spalla affinchè si voltasse, si ritrovò a sbuffare silenziosamente, perché già si sentiva in imbarazzo per quello che sarebbe accaduto. Così Christian si ritrovò a fare quello che la madre chiedeva, ritrovandosi con quella mano che prima premeva sulla propria spalla, ora poggiata sulla gamba col gesso, lì dove aveva preso a fare meno male rispetto a prima, anche se il costato doleva ancora un po'. Osservò qualche istante la sua mano poggiata lì e poi sollevò lo sguardo, incastrandosi nel suo sorriso leggermente forzato. Non aveva idea di cosa stesse pensando, ma avrebbe tanto voluto dirle che non era necessario, che ormai qualcosa fosse già successo, che non aveva bisogno di consigli su come evitare situazioni spiacevoli, perché già lo sapeva. Aveva frequentato il corso per alfa a scuola, li avevano messi al corrente di tutto ciò che sarebbe potuto accadere e doveva ammettere che per quanto fosse stato difficile trattenersi, era stato abbastanza forte da chiedere a Mattia di andare alla ricerca di un preservativo e pensava di essere stato abbastanza prudente già in questa cosa.

Tu che profumi di sogni [zenzonelli]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora