"Ti prego Christian, non parlare.."

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Scendo e salgo da dietro.

"C'hai messo un po' a decidere" borbotta con un risolino.

Non rispondo, mi accomodo sui sedili.

Lui è seduto con le gambe leggermente protese in avanti, sembra essere comodo e a suo agio, la testa appoggiata tra lo schienale e il finestrino.

Si gira e mi guarda.

"Non si vede bene il cielo da qui, pensavo meglio" asserisce con un sorriso compiaciuto.

Io sono seduta e sembra che la mia macchina in realtà sia la sua, mi sembra di essere un ospite, stavo così bene prima perché adesso mi sento così bloccata?

"Ti imbarazza stare qui così con me?" chiede piano e sento quasi un velo di preoccupazione nel tono della sua voce.

Virginia andiamo, è lo stesso ragazzo con cui ti sei mangiata un panino grosso come la tua faccia e con cui hai scherzato fino a tre secondi fa non ti ha chiesto di fare sesso, ti ha semplicemente chiesto di stare dietro sui sedili posteriori.

Questi pensieri mi aiutano sciogliermi un pochino, mi metto comoda anche io allungando le gambe, mettendomi per tre quarti e appoggiando bene la testa al sedile..

"No..sono tranquilla". Dico.

Sorride.

È proprio bello quando sorride.
In realtà è bello anche quando non fa niente.

Stiamo in silenzio così per qualche minuto.

Ma questo è un silenzio che non mi dà fastidio, in altri casi morirei di imbarazzo e non saprei veramente come comportarmi.

Questo silenzio non mi pesa, questo silenzio è oro, perché grazie a questo posso sentire il rumore del suo respiro.

"Hai un buon profumo sai?" mi dice sfiorandomi le mani appoggiate sul sedile.
Le sfiora solo un secondo e poi si allontana come se non volesse darmi troppo fastidio.

"Grazie.." faccio una risatina flebile, guardandomi le dita.

Nonostante il vetro del tettuccio aperto ho caldo, così mi sfilo il cappotto e lo appoggio sopra di me a mó di coperta.

Lo guardo seduto di tre quarti con le gambe allungate e il braccio appoggiato sui sedili, la testa accanto al finestrino e non so quale mano di dio mi abbia spinto ma faccio una cosa che non mi sarei mai aspettata di fare.. mi accoccolo sotto il suo braccio appoggio la testa sulla sua spalla.

Sento che il suo respiro cambia per una frazione di secondo forse non si aspettava tutto questo slancio, ma dopo un attimo di tensione si rilassa e appoggia la mano sulla mia testa.

Ti prego Christian non parlare, altrimenti la mia bolla di coraggio scoppia e tutti i pensieri potrebbero invadermi e distruggere tutto questo.

Sì, tutto questo, cioè, quello che voglio in questo momento stare qui vicino a te.

Non parla, la mano appoggiata sulla mia testa comincia ad accarezzarmi piano i capelli, con indice e medio prende una ciocca lunga e la arrotola tra le sue dita e continua così per una serie di secondi che a me sembrano giorni e che vorrei che in questo momento non finissero mai.

Dopo secondi di interminabile silenzio parlo.

Sì, sembra incredibile ma parlo io.

"Ti do fastidio?" mormoro

"No.." risponde dolcemente, sento il suono della sua voce che rimbomba nella sua cassa toracica e oltre alla risposta vocale sento anche la sua testa muoversi facendo no.

Di colpo la mia testa si fa più pesante e stavolta non per i pensieri, ma perché lui ha appoggiato la sua sulla mia.

"Comunque se lo guardi bene il cielo si vede anche da qui.." dico piano.

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