• Quattordici

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Alma

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Alma

È ora di cena.

Brandon è nella sua stanza.

Si è fatto la doccia e a momenti mi raggiunge.

Ho preparato solo fette di carne e una mega insalata.

Il mangiare ormai per me non rientra nemmeno nell'ultimo dei pensieri.

<Ho fatto> dice poi, uscendo dalla stanza

Gli sorrido appena.

<Sei stato flash> dico e porto i piatti a tavola
<Effettivamente! Come stai?> dice poi
<Sempre così>
<Senti Alma! Non ne abbiamo mai parlato soli ... Che ne dici di farlo stasera?>
<Anche se parliamo soli, saranno sempre le stesse cose>
<Voglio che tu lo faccia con calma... Senza andare in panico>
<A conclusione di cosa? Tornerà Juan? No... Quindi no grazie! Anche l'idea della strizzacervelli non mi ha aiutata ad accettare>
<Guarda il lato positivo... Hai trovato un'amica grazie a questo>
<Lo so! Ho tentato anche di fare questa terapia per darmi pace e smetterla con le compresse,ma nulla... Il mio tormento è sempre lo stesso e sarà sempre così>
<Prendile come confidenze quelle sedute... È sempre buono parlarne con qualcuno>
<In diciotto anni ho provato di tutto... Anzi forse non sai una cosa... Mio padre dopo che ha saputo tutto mi è venuto a prendere... Esattamente dopo il funerale e mi ha portata in un centro di recupero! Perché per lui ero una pazza squilibrata > mi fermo

Il cuore ha già preso a battere in maniera irregolare.

Mi sento nuovamente sotto pressione.

<Cosa? Perché non l'hai mai detto a nessuno?>
<Perché non è semplice da raccontare e darei l'ulteriore conferma! Quella di essere una pazza ossessionata da questa storia - rido- Stasera sono abbastanza vulnerabile e non ho controllo delle mie emozioni e sensazioni ammetto... >
<Spiegami questa storia per favore>

Mi scruta.

<Brandon... Dopo che ho saputo della morte di Juan sono stata costantemente sedata. Ho passato lunghi giorni a letto... Ho avuto opportunità di tenere gli occhi aperti solo per vedere mio figlio morto dietro quel vetro... Così agghiacciante da vederlo ancora ora> lacrimo immediatamente
<Ma?> porta la mano sulla mia
<Perché io sento che non era mio figlio? Quel corpo era di un altro bambino... Io lo sento questo>
<Qui nasce il problema! Magari è solo quello che vorresti Alma>
<Fidati che una mamma lo sente. Io lo sento vivo... Potrebbe essere ovunque e non sa di me... >
<Così tuo padre ti ha portata in questo centro>

Ha cambiato nuovamente argomento.

<Si! Non volevo ma lui ha sempre sostenuto di averlo fatto per aiutarmi... Ammetto che grazie a loro ho smesso di assumere pasticche. Una sera ne presi più di una perché volevo morire! Ero stanca... Mi devi credere! Ho cercato la verità per tutti questi anni... Dove sono finite le prove che mio figlio è nato in quel convento? E perché mia zia continua a dirmi che è morto? Che è stata lei durante la sepoltura? Cosa che non mi hanno potuto permesso di partecipare>
<Non ti è mai venuto il dubbio che quella tomba fosse vuota?>
<Pensi che non l'abbia mai messo in dubbio? Pensi sia così superficiale?>
<Ok... E come hai fatto? Raccontami>

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