•Dieci

1K 128 70
                                    

Con cuore rotto e in lacrime salgo nuovamente a casa.

Racconto tutto a papà che subito mi abbraccia.

Stesso modo anche Adèla.

A diciotto anni mi ritrovo in una situazione più grande di me.

Ma la vita è questa.

Mi sta dando un figlio e mi ha appena tolto il mio grande amore.

<Papà! Promettimi una cosa! Finché puoi, proteggimi Axel! E se puoi, fammi sapere come se la cava ! Il padre sappiamo che è uno spietato e io ho una gran paura per lui> dico e lui annuisce
<Farò il possibile Alma! Dopotutto è il padre di mio nipote> dice e lo abbraccio
<Grazie! Posso finalmente dirlo! Contenta di avere un padre come te che nonostante tutto non ha mai dimenticato il valore della famiglia... E scusami se... - Adèla ci guarda - se ti ho accusato come assassino di mamma! So che è stata un'imboscata e che tu non ti aspettavi che lei venisse da te in quel momento. Ultimamente entrambi eravamo fuori di noi... Ma il peggio è passato! L'unica cosa che mi farà vivere male è sapere Axel lontano da me! Soprattutto senza sapere di suo figlio> mi asciugo una lacrima
<Se riuscirà un giorno a liberarsi di questa mierda, potremo forse, considerare l'ipotesi di dirglielo! Ma ora come ora mi sembra un suicidio dirglielo> lui parla e io acconsento, semplicemente annuendo.

.....................

Sono in aeroporto.

Papà ha un jet privato ed è con questo che raggiungerò mia zia.

Ovvero andrò a stare nel Convento Avenue. Harlem.
Nella città di New York.

Da Monterrey a New York, distano più di sei ore di volo.

Saremo abbastanza lontani.

E questo non mi fa sentire di certo bene.

Credo che il bambino sarà il mio appiglio per sopravvivere a questo.

Entriamo nel jet.

Sono in compagnia di Hector che da quando ha saputo della mia partenza, sembra non parlare più.

Mi poggio col viso all'obló e guardo fuori per tutto il tempo.

Penso a tante cose che avverranno in futuro.

Mi sto immaginando con mio figlio tra le braccia e sorrido.
Sorrido meno quando penso che non ci sarà Axel con me.

Il jet prende a decollare.
Chiudo gli occhi per il mancamento che ho appena avuto e non appena prende quota, prendo a stare meglio.

Mi aspettano un po' di ore prima di arrivare a New York.

Provo a dormire almeno prima di arrivare al primo scalo per il prossimo aereo.
Almeno dormendo, non sentiró proprio tutte le ore di volo.

..............

<Alma> sento richiamarmi

Sono in pieno sonno.

In questo viaggio non faccio altro che dormire.

Mi sono svegliata solo per stuzzicare qualcosa e per andare in bagno.

Dopodiché sono tornata al mio posto, raccolta nel mio silenzio.

Ho scambiato qualche parola con Hector ma niente di importante.

<Alma> mi richiama nuovamente

Apro gli occhi.

<Siamo arrivati> dice e apro del tutto gli occhi
<Davvero? Che ore sono?> dico , notando il buio all'esterno
<Sono le due! >
<Caspita> dico e mi alzo.

𝑫𝒆𝒔𝒊𝒅𝒆𝒓𝒊𝒐 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora