Storia

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Dopo la scomparsa di Arcas e Midir, i Dragonidi riuscirono a riprendere il controllo. Non tutti furono capaci di tornare alla loro forma umana, molti rimasero come mezzi Draghi ed altri ancora ne presentavano almeno una caratteristica. Gli umani li additarono come mostri e li costrinsero all'esilio. Il caos che causarono era troppo e ne avevano il terrore. I Dragonidi trovarono rifugio nelle foreste di Grymoras dove qualcuno si offrì di dare loro asilo purché stessero lontani dagli umani, almeno finché le acque non si fossero calmate. Shira, avendo scoperto di essere anche lei un Drago, decise di fare da intermediaria tra le due razze. I Dragonidi di tutta Ystad migrarono per raggiungere la colonia ideata dalla ragazza per dare loro una casa.

Costruirono case in legno e molto spesso fu lo stesso villaggio di Wuspegor a dare loro una mano. Crearono un proprio grande villaggio chiamato Nuova Sammetslen, in onore del villaggio in cui le strade di Shira e Midir si incrociarono. Ascoltarono ed accolsero la verità sui Draghi, avevano accettato la loro reale natura ed iniziarono a denominare chi poteva assumere le fattezze di un vero Drago come "Purosangue", lo veneravano come vere e proprie divinità. Shira decise di vivere a Wuspegor, era il luogo che più sentiva come casa. Fu accolta come una di famiglia, erano molto dispiaciuti che Midir non riuscì a tornare. La ragazza tornò alla casa che le venne data alla loro prima visita, conservò l'arco che le fu regalato da Midir stesso, non aveva più motivo di usarlo. Lo appese al chiodo vicino la porta e da allora non smise di accarezzarlo prima di entrare ed uscire di casa. Mise l'urna in uno scaffale in alto, lo puliva ogni giorno e si assicurava che nessuno potesse toccarlo. Era troppo importante per lei.

Passarono anni, decenni, Shira riuscì ad instaurare un'alleanza tra la Nuova Sammetslen e Wuspegor, il suo sogno era che la convivenza potesse estendersi in tutta Ystad. Fu eletto un nuovo Imperatore, egli non era come l'ultimo ma era molto ostile nei confronti dei Dragonidi e dei loro alleati. Cosa che gli fece prendere molti voti. Keltuz non si risvegliò mai da quello stato di ibernazione, Togorash era troppo vecchio e morì ancor prima di poter trovare una soluzione. Salì un nuovo Mago Supremo a gestire Springfell, non era abile come i Mantocorvo ma sapeva come gestire le cose. Fece in modo di tenere Keltuz sempre al fresco in modo che il ghiaccio non si sciogliesse. Non finché non avrebbero trovato una soluzione.

Con l'assenza di Midir, Shira fu costretta a farsi una nuova vita. Pur essendo un Drago, il corpo di Shira seguiva l'invecchiamento degli umani, non imparò mai ad assumere il suo reale aspetto. Era ormai troppo adulta ed iniziava a sentirsi sola. Si lasciò conquistare da un uomo di Wuspegor. Non lo amava realmente, il suo cuore apparteneva solo a Midir, tuttavia non voleva neanche rimanere sola in eterno. Durante il periodo della gravidanza, Shira accarezzò l'arco vicino la porta. Esso tornò ad essere un arco normale, le scaglie di Drago scomparvero. In un primo momento andò su tutte le furie, credeva che qualcuno lo avesse preso. Guardandolo meglio si accorse che quello era senza dubbio l'arco che le regalò Midir.

Non sapeva il motivo per cui le scaglie scomparvero, sperava che non fosse un cattivo segno. Ebbero un figlio, il neonato era senza alcun dubbio un Dragonide. Aveva un paio di scaglie verdi sul viso. Gli anni passarono e così anche le stagioni. Era autunno, le foglie cadevano. Vi era però un gran vento fuori. Una ragazza di venti anni aprì la porta seguita da un bambino di almeno tredici, entrò una forte raffica di vento. La ragazza chiuse la porta alle proprie spalle e tirò un sospiro di sollievo. Sentì un rumore, alzò lo sguardo e vide l'urna sullo scaffale che stava cadendo. Il bambino non sarebbe mai riuscito a prenderla al volo, così spiccò un balzo atterrando proprio sotto l'urna. La prese al volo prima che potesse frantumarsi.

'Sei stata formidabile, Cynder!'

La ragazza lo zittì 'Abbassa la voce, Gilderoy! La mamma potrebbe sentirci!' sussurrò.

'Vi avevo già sentiti.' disse una donna scendendo le scale del piano superiore 'Roy, a dormire. Devo fare un discorsetto a tua sorella. Dopo farò i conti con te.'

Gilderoy abbassò la testa ed andò in camera sua. Cynder sbuffò, poggiò l'urna sul tavolo e si sedette 'Si, va bene, fai una cosa veloce.'

La madre prese l'urna 'Ti avevo detto di riportare tuo fratello a casa prima che la luna raggiungesse il punto più alto nel cielo. Sai in che posizione é adesso?'

'È quasi all'orizzonte. Mamma, la festa si é prolungata più del previsto.' disse la ragazza per discolparsi 'Non é successo niente, stiamo bene.'

'Per fortuna!' esclamò la donna 'Ci sono Ammazzadraghi in tutta Ystad su ordini dell'Imperatore! Neanche la nostra casa é più al sicuro con loro in giro! Nuova Sammetslen é in costante assedio, tuo padre combatte in prima linea per difenderla. Non voglio che scoprano che ci nascondiamo a Wuspegor!'

Cynder abbassò lo sguardo ed incrociò le braccia 'Non volevo fare casini. Era una festa, ci siamo divertiti, tutto qui.'

La madre le accarezzò la testa 'Che avresti fatto se avessero attaccato proprio voi ragazzi? E se avessero ucciso tuo fratello? Ci dobbiamo nascondere dagli umani, ricordalo. Nessuno, neanche i Dragonidi, deve scoprire che sei una Purosangue. Darebbero tutti di matto.'

'Lo so... scusami, mamma.'

La donna la tranquillizzò accarezzandole la testa 'Ho molta paura per voi. Questi sono tempi oscuri per quelli come noi. Sei fortunata a non avere alcuna scaglia, corno o nulla che possa ricondurti ai Dragonidi. Tuo fratello però non é così fortunato.' prese una sedia, la portò sotto lo scaffale e ci salì sopra, posò l'urna 'Per fortuna l'hai presa al volo. Alla mia bisnonna Shira non sarebbe piaciuto.'

Cynder accennò una risata 'Ci credi davvero alle sue storie?'

'È stata lei a fondare la Nuova Sammetslen, a trovare un accordo di pace tra i Dragonidi e gli abitanti di Wuspegor, a trafiggere Arcas.'

'Questa é la storia che ha raccontato lei. I Dragonidi sembrano crederci anche troppo.'

'È l'unica storia che abbiamo a testimonianza di quei tempi.' rispose sua madre scendendo dalla sedia, guardò la figlia 'Promettimi che starai molto più attenta. Mi fa piacere che tu coinvolga tuo fratello e che vi divertiate insieme... ma non mettetevi in pericolo. Ricorda: nessuno-'

'Nessuno deve sapere che sono una Purosangue.' disse interrompendola 'Ho capito, mamma. Nessuno vedrà mai il mio bellissimo vero aspetto. Anche se scommetto di avere qualche striscia nera in più sul dorso.'

'Non hai ragione di doverlo scoprire.' ribatté la madre 'Vado a parlare con tuo fratello. Sarà meglio per te che vai a dormire, finché puoi. Tra poche ore sorgerà l'alba ed ho bisogno di aiuto per domani.'

Cynder guardò la madre salire le scale. Sbuffò, voleva assumere il suo vero aspetto da tantissimo tempo ma non ne ebbe mai occasione. In realtà la sua paura di essere scoperta era più forte della curiosità di vedere il proprio aspetto. Si rassegnò, si alzò dalla sedia ed andò verso le scale, doveva andare a dormire. Ne salì due prima di sentire un rumore. L'urna si era mossa, dondolava un pò. Cynder si fermò a guardarla per qualche secondo. Non vi erano finestre aperte e neanche spifferi. Ritenne che fosse la propria immaginazione dovuta alla stanchezza, continuò a salire le scale. E nel silenzio totale, l'urna iniziò a creparsi. Qualcosa cercava di uscire.

~The End~

Midir, il Drago Nero [COMPLETA] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora