Calamo

105 8 2
                                    

Il viaggio verso Calamo fu molto noioso. Proprio come detto da Midir, Calamo era una regione priva di qual si voglia bellezza. Non vi era nulla se non cenere, lande desolate ed un immenso vulcano che continuava a fumare. Il cielo era grigio, ricoperto da cenere e fumo. Le aspettative di Shira scesero di colpo. Incontravano delle persone ma non erano abitanti di qualche villaggio o città, erano semplicemente dei nomadi. Midir spiegò che Calamo aveva pochissime città, molti villaggi ed ancor di più degli accampamenti. Quei nomadi si spostavano una volta ogni quattro mesi.

'Perché quattro mesi? Non possono stabilirsi in un posto una volta per tutte?' domandò la ragazzina.

'A Calamo soffiano quattro venti ma solo due di loro sono più frequenti: quello che soffia verso destra é il Ma'kenor, quello verso sinistra é il Tem'ruih. Si spostano continuamente per evitare che uno dei due venti soffi le ceneri del vulcano nella loro direzione.'

'Ma... Ma-cosa?' domandò lei.

Midir si ricordò che Shira non poteva conoscere tale lingua 'Ah, giusto. Questa regione é la terra di un popolo molto antico, come puoi vedere dalle loro vesti. Il loro nome é Kituahani. Quando l'Imperatore ha unificato le quattro regioni sotto Ystad i Kituahani furono costretti a seguire le sue regole, adottare la sua moneta ed imparare la sua lingua. È inutile usare gli Aurum. Nonostante siano sotto il dominio dell'Imperatore loro preferiscono ancora l'uso del baratto. Gli Aurum li usano solo con gli stranieri di altre regioni, non sono visti di buon occhio. Per i Kituahani gli Aurum valgono meno di un pollo malato.'

Shira sorrise 'Però, questo si che é interessante! Dimmi di più, cos'altro sai su questo popolo? Parli la loro lingua?'

Il Drago tentennò con la testa 'Il mio Kituaha é un pò arrugginito ma me la cavo.'

'Dai, dimmi qualcosa in Kituaha!' esclamò lei emozionata.

Midir sospirò 'E che dovrei dirti? Vediamo... um... nuloke mury pekn'ote bakuo.'

Shira provò a capire cosa avesse detto ma non ci riuscì 'Va bene, mi arrendo. Speravo fosse simile alla nostra lingua ma... é impossibile da capire. Che hai detto?'

'Ho detto "io odio questo posto".'

La ragazzina si mise a ridere, scosse la testa e tornò ad ammirare il paesaggio 'Mica male, lascerò a te l'attività da mercante. Non capirei nulla di quello che la gente dice.'

'Tranquilla, non ti avrei lasciata fare nulla. Non qui, non a Calamo. La gente tende a... ad approfittarsi di coloro che non comprendono la lingua.' disse lui 'Oh, quasi dimenticavo. Non rispondere a nessuno di loro, né con i gesti né con un sorriso, nulla.'

'Perché?' domandò Shira.

'Te l'ho detto, si approfittano di chi non conosce la lingua. E se uno di loro ti chiedesse se sei mia schiava e tu annuissi? Sai che passeremmo dei guai seri?'

'Oh, per quello.' scosse la testa con un leggero sorriso 'Tranquillo, non dirò nulla.' abbassò gli occhi e si toccò il braccio sinistro, proprio sulla cicatrice causata dagli Zamporso.

'E se dovesse avvicinarsi qualcuno porgendoti un fiore, un qualunque fiore, tu allontanalo e dì "te'kon".'

'Perché?'

Midir prese un lungo respiro 'I Kituahani propongono il matrimonio in questo modo. Porgono un fiore e se viene preso allora accetti la proposta.'

Shira ridacchiò 'Bene, non accetterò alcun fiore da nessuno, promesso.'

'Mi raccomando.' disse ancora il Drago 'Calamo é un posto noioso, non vi é alcun tipo di vegetazione o bellezza. Ma i fiori cinerei sono forse i fiori più belli che potrai mai vedere. È facile rimanerne incantati, specialmente tu che non ne hai mai visto uno. Tieni le mani a posto e non toccarlo, intesi?'

'Va bene, va bene!' sospirò Shira 'Ma adesso sono curiosa di vederne uno.'

I due viaggiarono verso il primo villaggio dove scambiarono del cibo con una nuova tenda. Ripartirono quasi subito dopo verso la città più grande di Calamo, Metose. Se volevano trovare informazioni su dove si trovasse uno dei componenti di Sarkath quello sarebbe potuto essere il posto giusto. Avevano anche bisogno di nuovi vestiti, adatti alla temperatura di Calamo ed anche a non dare nell'occhio. Mentre facevano le loro compere, sentirono un trambusto provenire da un mercante poco più distante. Insieme a quell'uomo ve ne erano altri tre: due erano grandi e nascosti da un cappuccio ed uno più piccolo che stava causando troppo rumore. Shira riconobbe quella persona, toccò la spalla di Midir per richiamare la sua attenzione.

'Conosco quel tipo. È Bemmal Zamporso, il figlio di Kondo. Ma che ci fa qui a Calamo?'

Midir mise una mantellina con cappuccio nero sulle spalle di Shira, le corpì il capo 'Tienilo su, non voglio che ti riconosca.'

'Si... va bene. Perché gli Zamporso sono qui?'

'Non lo so. Fammi ascoltare.' rispose il Drago.

Il suo udito era molto più potente, riusciva a sentire cosa Bemmal stesse dicendo 'La prossima volta assicurati di avere gli Aurum che ho chiesto!' sentì il suono di un pugno, poi dei passi 'Allora, di cosa stavamo parlando?'

'Potresti pensare dopo alla riscossione dei tuoi guadagni?' domandò uno dei due uomini incappucciati.

'No, se lo facessi non guadagnerei più nulla. Il tempo é denaro, sapete?'

'Non mi sembra che tu qui stia facendo molti soldi.' disse l'altro con tono divertito.

Bemmal si arrabbiò 'Fa attenzione a ciò che dici. Mio padre sarà anche nelle prigioni di Lopold ma io sono ancora molto potente. Non posso esercitare più il mio potere a Shadowmourne, così come a Springfell, i Mantocorvo controllano quelle due regioni. E Grymoras... non ci si può ragionare con quei cacciatori. La gente di Calamo é debole, facile da controllare e spaventare. E dalle ceneri di questo posto... risoergeranno i Zamporso come fenici.' disse in fine con tono orgoglioso.

'È per questo che stai chiedendo il nostro aiuto, no? Noi ci sbarazziamo dei Mantocorvo e tu potrai tornare a Shadowmourne. In cambio tu ci darai ciò che vogliamo.'

'Si...' disse Bemmal a bassa voce 'Volete sapere se conosco l'ubicazione di una strana statua di un cavaliere.' accennò una risata 'E se ho visto un tipo con una ragazzina bionda. Ne ho già vista una ma il mondo é pieno di bionde.' rise.

Si stavano allontanando troppo, Midir prese il braccio di Shira facendole capire che doveva seguirlo. Continuò ad ascoltare la conversazione 'E per quanto riguarda la statua?'

'Mmh... credo di sapere dove sia. Ma prima voglio ciò che mi avete promesso.'

'Lo avrai, non temere. Le Scaglie di Drago mantengono sempre la loro parola.' si fermarono di colpo.

Midir e Shira si inserirono in mezzo ad un gruppo di persone davanti un mercante, facevano finta di controllare la merce. Uno dei due uomini consigliò di continuare la conversazione in un luogo più riservato. Era inutile continuare a seguirli, non avrebbero detto più una parola. Midir sospirò e scosse la testa, le cose si stavano complicando più di quanto previsto. Shira tolse il cappuccio guardando Bemmal e le Scaglie di Drago andare via.

'Che hai sentito?'

'Il ragazzino sa dove si trova il guardiano di un pezzo di Sarkath.' guardò nella direzione dei tre 'E le Scaglie di Drago lo stanno aiutando. Bemmal li poterà dove vogliono, in cambio loro uccideranno i Mantocorvo.'

'Ma é terribile! Dobbiamo avvisare Keltuz!' esclamò lei.

'No, sarebbe inutile. Le Scaglie di Drago non faranno alcun male a Keltuz o i Mantocorvo, non finché non avranno i pezzi di Sarkath. Se li trovano... i Mantocorvo non saranno gli unici in pericolo. Troviamo un posto dove stare, parleremo con più calma.'

I due si allontanarono dal mercato, presero il carro e lo portarono dietro una locanda. Non aveva chissà quale comodità, aveva poche stanze ed i letti non erano nemmeno dei più comodi. Shira intravide pure il tipo di cibo presente e stava iniziando a pentirsi di aver scelto Calamo come prima loro meta. Salirono in camera e, quando vide la stanza, la ragazzina comprese che sarebbe stato il soggiorno più brutto di sempre.

Midir, il Drago Nero [COMPLETA] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora