capitolo 49

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[Beck]

Mi trovavo li, steso sotto di lei.
L'avevo trattata come un giocattolo, come una bambola che doveva farmi sentire bene... Ma avevo paura di scusarmi. Quella era la mia parte animale.
Continuai a pensare mentre guardavo Jade.
Lei era fantastica. Sempre bella, anche con i capelli spettinati e il trucco sciolto sul mio petto. Ero sempre stato dell'idea che senza trucco fosse più bella. Sembrava più giovane e più ragazza. La sua pelle, in verità, era abbastanza più colorata, ma le occhiaie erano troppo marcate.
Ad un certo punto strinse il pugno sul mio petto. Non potei fare a meno di guardarlo.
Senza le maniche che lo coprissero, si vedeva il rossore provocato dai tagli, alcuni dei quali praticamente circondavano il braccio.
Lentamente lo sollevai per controllare i tagli.
Ce ne erano di nuovi, alcuni, oserei dire, proprio di quella stessa mattina. Sotto ad uno si vedeva il sangue crostificato. Questo significava che se li era fatti anche dopo la doccia (che sicuramente aveva fatto quel pomeriggio).
Sotto ad essi si vedeva una sagoma viola. Questo era ben più interessante. Non poteva essersi auto picchiata..  Ma suo padre era fuori da molto... E l'armadio le aveva semplicemente bloccato il braccio, non lo aveva compito molto forte!
Riappoggiai il suo braccio sul mio petto e decisi di provare a dormire.

Alle 6.30 mi svegliai nuovamente. Jade era ancora li ferma. Non si era svegliata. Sembrava sorridere.
Era così dolce.
Improvvisamente la sua mimica cambiò.
Io sorriso si ribaltò. Delle candine e calde gocce, che di buono non avevano niente, iniziarono a percorrerle le guance. Scivolavano sul suo mento e mi inumidivano il petto.
Lei si portò le mani sotto agli occhi, girandosi per coprire il leggero singhiozzo.
"-Dai Jade, se Beck si dovesse svegliare saresti fottuta.. " iniziò a ripetersi.
La strinsi.
"-Jade, io sono già sveglio..."
Si girò di scatto con ancora gli occhi bagnati.
"-Ti ho fatto male? No, perchè, mi dispiace nel caso... Io..  Mi sono lasciato trascinare..."
"-no, no. Tu non hai fatto niente..  Anzi, sei stato bravissimo" solo al pensiero mi rieccitai " non è niente!" mi mise una mano sulla guancia.
Jade West non piange per niente.
È forte quanto cerca di fare vedere, ma ciò che le succede la fa sembrare piccola e piagnona.
Non è difficile ricordare quando mi sbatteva contro un muro se litigavamo, o quando si limitava a tirarmi un calcio nelle... Emm... Se ero troppo vicino ad un altra ragazza.
"-Niente? Niente del tipo... Scuola, del tipo famiglia o del tipo amici?" mi girai sul mio fianco, in modo da poterla guardare negli occhi.
Per chi ci avesse visto saremmo sembrati 2 rette parallele, destinate a non incontrarsi mai. Anche chi ci conosceva faceva lo stesso ragionamento. Ma i nostri piedi, che in quel momento si stavano accarezzando a vicenda, mostravano che c'è sempre l'eccezione alla regola. 2 corpi parallelamente diversi, destinati a incontrarsi e stare insieme, nonostante la regola lo ritenga impossibile.
"-niente del tipo... Niente" sospirò.
"-del tipo?"
"-del tipo... Famiglia..."
La strinsi a me prendendola per la schiena. Mi sentivo bene tenendola fra le mie braccia. Potevo essere sicuro che fosse al sicuro [gioco di paroleXD ].

[Jade]
Come faceva ad obbligarmi e dirgli tutto?
Mi strinse portandomi appicicata a lui.
Cavolo, se io avevo l'orgasmo facile lui doveva avere l'eccitazione spontanea!
"-Beck... Sei..."
"-si.... Lo so!" mi misi a ridere. Mi sembrava strano... no, non l'eccitazione, ma che capite!? Parlavo del fatto che stessi ridendo.
Avevo scollegato il cervello, o almeno una parte. Il mio corpo rideva, la mia mente chiedeva quanto fossi stupida, ed il mio cuore era in bilico tra l'idea di farsi trapassare dalle costole, oppure pressare dai polmoni.
Tutto era scollegato e quell'abbraccio faceva solo traballare il cuore, che cercava di posticipare il più possibile la decisione.
Il resto della mattinata, o almeno fino a quando non siamo dovuti andare a scuola, non fu poi così speciale. Come forse non lo era stata la notte. Come forse non eravamo noi.
Si, solo io sono quella persona che può mettere in discussione il suo tutto. Sono destinata a vivere con niente. Sono destinata a vivere come niente. Forse non ero neanche destinata a vivere.
Ero stata l'errore di una notte. Ero stata ciò che aveva separato tutti coloro che mi seguivano. Forse ero l'errore.
Io non sono un errore,
Io non sono un errore,
Io non sono un errore,
Ma la grammatica non girava dalla mia parte.
Non io, sono un errore.
Io no, sono un errore.
Vi posso giurare che l'ordine delle lettere, le virgole, sono essenziali.
Ma shhhhhh, non voglio iniziare la giornata nel modo con cui la finisco tutte le sere.

Ho per sbaglio premuto "pubblica" ...
Mancava la parte deprimente!
Buona notte∆

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