capitolo 74

303 21 1
                                    

[Andrè]

Eravamo ancora in macchina.
Erano passati pochi minuti.

Beck continuava a scivolare, ed io non riuscivo a fermarmi dal ridere.

Iniziava una parte difficile del percorso. Perché era così lontana casa mia?

Improvvisamente sentì un rumore venire da vicino a me:
Beck era caduto.

Fermai la macchina dimenticandomi due cose che avrei dovuto ricordare.

"-Beck, svegliati, sei caduto."

Nessuna risposta.
Aveva il sonno davvero pesante!

"-bello addormentato?" lo scossai un po'.

Ancora niente.

Mi accorsi solo dopo.

Le mani stavano tremando.
Gli occhi si stringevano,come stesse soffrendo.

"-Beck! Non anche tu!"

Cercai di risvegliarlo scossandolo, ma niente.

[Jade]

Mi erano mancate le sue braccia. Mi era mancato lui.
I suoi sorrisi, i suoi abbracci, le sue stravaganti idee ed i suoi capelli.

Tutto mi mancava di lui.

"-in quanti mi pensano ancora?" mi staccai.

"-tutti, come potremmo non pensarti?"

"-dopo così tanto tempo? È già molto se tu ti ricordi ancora di me." mi sedetti a terra. La schiena contro il muro. Le mani che tenevano le ginocchia. Le lacrime pronte a tornare.

"-Jade, io non capisco di cosa tu stia parlando... È successo tutto ieri"

Si, e poi dovrei credergli?

"-lo sai che sento i tuoi pensieri... Vero?"

Ah.... Me ne ero dimenticata...

"-se lo dici ad alta voce preferisco."

Si sedette vicino a me e mi prese la mano.

"-si, scusa, me ne dimentico spesso... Poi sento la mia voce rispondere ai miei pensieri..."

Ci fu una lunga pausa.
Cercai di non pensare a niente, ma di guardare ciò che stava succedendo.

I due ragazzi si erano guardati negli occhi. Erano arrostiti e poi scoppiati a ridere.

Lui le tolse la maglia, lei fece lo stesso con la camicia.
Si sentivano in imbarazzo a spogliarsi per la prima volta l'uno davanti all'altro. Forse lei si sentiva un po' grassa, e lui troppo poco muscoloso.

Si tolsero il resto degli indumenti rimanendo in intimo. Si guardarono... E scoppiarono a ridere.

Lui le salì sopra con un lungo bacio.

Una mano mi toccò la spalla.

"-eravamo così piccoli..."

"-non esagerare ora"

"-eravamo stupidi..."

"-io sicuro..."

"-sta per arrivare il momento" scoppiai a ridere.

"-non ricordarmelo... Che stupido che ero..."

"-dai, succede di non riuscirci al primo colpo..."

"-e al terzo? Al quarto? Al quinto? Ho dovuto perfino chiederti aiuto"

scoppiammo a ridere.

Nel sottofondo delle nostre risate comeparvero le voci dei due ragazzi.

un paio di forbici✂Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora