capitolo 70

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Uscì dalla porta ridendo per quel ricordo.

Tutto era così bello a quei tempi.

Io e Beck avevamo appena iniziato a frequentarci ed io avevo smesso di tagliarmi. A scuola andava tutto bene e presto avrei partecipato al mio primo musical.

Quanto mi sarebbe piaciuto vivere in eterno nei miei 15 anni!

Attraversai nuovamente il corridoio scegliendo un'altra porta ancora. Doveva essere stata la ventesima, o comunque un numero abbastanza alto. Probabilmente ero lì da tantissimo tempo, chissà se mancavo a Beck, o ad Andrè, magari a Cat... ma probabilmente mi avevano lasciata lì, su quel lettino dove probabilmente ero stesa. I medici gli avranno detto che ero spacciata. Da cosa lo capivo? Una delle porte in fondo al corridoio si stava piano piano sbiadendo.

Ero davvero pronta a lasciare tutto per raggiungere mia madre?

Ero pronta ad abbandonare Beck? Non che sarebbe durato molto il nostro distacco, ma io sono troppo pessimista. Magari avrebbe vissuto ancora cent'anni, mentre io sarei stata lì ad aspettarlo.

Aprì la porta ed entrai.

Mi si gelò il sangue alla vista del ricordo.

La scena partì con Beck che scivolava. Non volevo vivere ancora quel momento. Basta! Mi era bastata la prima volta.

Ma era già troppo tardi. La crepa, la scossa, l'urlo.

Vedendomi cadere tornai a sentire i dolori che avevo provato il quei secondi.

Ero caduta per 8 lunghissimi secondi. Secondi di urli, dolori, lacrime, luci accecanti e, infine di carezze.

Ora contante otto secondi.

Uno

Due

Tre

Quattro

Cinque

Sei

Sette

Otto

Passare otto secondi nei quali non saprai cosa ti succederà, otto secondi che speravi di non vivere, che una persona non dovrebbe riuscire a vivere.

Sarei dovuta svenire per il dolore, ma niente.

La tua vita non ti scorre davanti agli occhi come tutti credono. Pensi solo al dolore che avrai quando ci sarà il contatto, il resto non è importante. Speri di soffrire il meno possibile, di non sentirlo proprio, di morire prima. Vuoi solo morire in quel momento, poi, quando ti rendi conto di essere finito qui, vuoi solo tornare a quel dolore e riabbracciare i tuoi amici.

Ma io devo essere fatta male, perché non penso di voler tornare.

Arrivò il nono secondo. Il compatto.

Potevo sentire dentro di me le ossa già rotte e quelle che si ruppero in quel secondo.

Una costola penetrò un polmone rendendomi difficile respirare.

Come se stessi ancora vivendo quel momento mi buttai a terra, ansimando in cerca di aria. Le lacrime che continuavano a scendere mi impedivano di aprire gli occhi e guardarmi in faccia, ma sapevo esattamente come ero. Il dolore segnato in fronte, circondato da sangue e sudore.

La gamba sinistra ancora bloccata sotto ad un masso, il braccio destro vicino al mio volto, con un lungo pezzo di roccia che aveva rotto e trapassato le ossa.

Se fossi dovuta sopravvivere, non saprei in che condizioni sarei stata.

Sentì dei passi arrivare da dietro di me. Beck corse verso la me del ricordo.

Cercò di liberare la mia gamba e di incoraggiarmi a stare sveglia. Mi prese il volto fra le mani e, guardandomi negli occhi, mi disse che era tutto un incubo. Tutto sarebbe finito, ma non avrei dovuto chiudere gli occhi.

Poi venne il momento nel quale i miei occhi si chiusero.

Credo fosse il... ventiquattresimo secondo dopo la caduta.

Presi tutte le forze che avevo per alzarmi da dove mi ero seduta e vedere la scena.

Avevo appena sputato sangue addosso a Beck, ma lui non se ne preoccupava. Continuava ad accarezzarmi, dirmi che sarebbe andato tutto bene. Mi strinse e, sentendomi tremare, mi diede la sua giacca, ancora sporca di sangue. Mi diede un bacio sulla fronte per poi asciugarmi le lacrime che mi stavano scendendo.

Aveva già chiamato l'ambulanza, ora dovevamo solo aspettare e sperare, per lui. Io sarei dovuta rimanere sveglia. Continuare a soffrire. Lui non sapeva cosa significasse, ma continuava a dirmi che dovevo solo continuare a guardarlo per ancora un minuto. Un minuto era troppo per resistere e troppo poco per sperare che l'ambulanza potesse arrivare, quindi gli facilitai le cose.

Mi vidi chiudere gli occhi e sorridere. Una cosa stranissima.

Non sapevo dove sari finita.

Pensavo di morire, quindi di vedere il nero. E poi basta. Invece ero lì a soffrire.

Portai la testa fra le gambe ed iniziai a piangere. Al ricordo di tutto quel dolore, quel misto di emozioni che stavo provando. Ero riuscita nel mio intento.

Intanto Beck cercava in tutti i modi di svegliare il mio corpo. Mi urlava contro, mi strattonava. Arrivo fino a picchiarmi tirandomi un pugno sul petto. Poi si bloccò. È stato solo grazie a quel pugno se non sono morta, ha permesso al mio cuore di tornare a battere. Forse, se avesse continuato anche con semplicemente un altro, mi sarei svegliata. Ma si è fermato, pensando di aver solo peggiorato e cose si è fermato.

Abbracciò ciò che rimaneva del mio corpo. Mi diede un ultimo bacio e si chinò su di me per piangere.

Non volevo continuare a guardare la scena, ma volevo comunque sapere come erano andate le cose dopo che questo successe.

Quando arrivò l'ambulanza erano passati 207 secondi dalla mia presunta "morte".

Beck aveva passato tre minuti e quarantacinque secondi sperando che mi risvegliassi, ma non fu così.

Mi alzai cercando ancora di essere forte.

I paramedici mi avevano messo un tubo in gola per permettermi di respirare. Un cartone sagomato attorno alla gamba, mentre il braccio lo tenevano verso l'alto per evitare che perdessi altro sangue.

Beck era al telefono, stava facendo un giro di chiamate per avvisare tutti.

Il volto era completamente bagnato, e la sua voce, che cercava di rassicurare la persona con cui era al telefono, impastato di tristezza.

Beck salì sull'ambulanza e questa partì.

Poi vidi finalmente la porta dell'uscita dall'incubo, perché questo lo era.



Cieao a tutti!

Eh già... io me lo sono immaginato così l'incidente...

Avrei dovuto continuare il pov di Beck... ma non ne avevo voglia, quindi ho messo un bel capitolo molto divertente e tranquillo! (Voglio vedere i vostri commenti, sto ridendo già ora!)

Bene... aspettate ad uccidermi! Prima devo ricattare una persona...

SE FAI IN MODO CHE UNO DI LORO DUE VENGA SEPELLITO FACCIO IN MODO CHE JADE VEDA ANCORA MILLE VOLTE QUESTO RICORDO E CHE SCELGA LA PORTA SBAGLIATA! POI, OVVIAMNTE, ALTRE TRE PERSONE NE RISENTIRANNO DELLA SUA MORTE... MA ALMENO AVRANNO UNA DIVISA GRATIS NO?

Okay, ora potete uccidermi!

Ora vado a dare un ultimo addio ai miei peluche...

Bye bye

p.s.

Voglio la bara sopra quella di una certa persona (a cui NON mi sono rivolta prima [no, mi sto veramente riferendo a quella persona...]), datemi almeno questo!

un paio di forbici✂Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora