capitolo 66

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[Beck]

*la sera seguente*

Rimasi seduto su quella scomoda sedia.
Non poteva essere vero. Jade non se ne era andata. Era tutto un incubo. Era tutto falso. Semplicemente non era.

¶"-non puoi fermarmi"¶ ero rimasto paralizzato. Jade, la mia anima, il mio cuore, i miei pensieri, l'avevo lasciata andare. Così.

Ora era su quel tavolo, con medici che cercavano di tamponare quel poco che potevano.

Stava lottando fra la vita e la morte, ma la seconda era il suo obbiettivo.

Ero rimasto impassibile, guardavo verso il basso. Non piangevo, non mi disperavo, non soffrivo esternamente. Era una cosa disumana. Il mio tutto si stava trasformando in niente, ma io non mi ero mosso per impedirlo.

André mi si avvicinò sedendosi nella sedia vicina.
Aveva le lacrime agli occhi. Non lo avevo mai visto piangere così. Erano lacrime vere, lacrime forti, lacrime che ti fanno vedere la forza e il coraggio scivolare giù dalle guance di un ragazzo, che omai non ne aveva più.

"-Beck..." bastò poco. Una parola. Due sillabe. Quattro lettere. Le lacrime che partono. I ricordi che ritornano.

Non essere forte. Tutti sanno che sei quello che soffre di più. Perchè devi mentirgli? Perchè devi mentirti? Sei libero di sfofarti. Non sei Beck Oliver, ormai lui non esiste più!

Rimasi forte. Asciugai le poche lacrime con le maniche della felpa.

Me ne accorsi. Non era la mia. Avevo bisogno di averla vicina, ed ora le uniche cose che mi rimanevano di lei erano i ricordi e quella felpa. Me la tolsi e la strinsi a me. Le lacrime tornarono a scendere.Sgocciolavano dalle guance e cadevano su quel singolo ricordo.

"-Beck, ho paura"
Mi buttai tra le sue braccia. Non lo avevo mai fatto. Ma non potevo pensare. Ogni mio pensiero era come sempre rivolto a lei.
Andrè mi strinse. Iniziai a piangere come non avevo mai fatto. Mai fatto per mai fatto per i miei, mai fatto per me stesso e mai fatto per qualcuno.

"-È colpa mia! Avrei dovuto continuare a tenerle stretta la mano, non lasciarmi sopraffare dal dolore! Avrei dovuto spostarla da quella roccia ed impedirle di raggiungere quella cazzo di montagna!"
"-È stato un incidente Beck! Non è colpa tua, o di Jade, o di nessun'alto! La montagna è franata, è una cosa sul quale noi non abbiamo controllo!"
"-MA LEI ERA ANDATA LA PER BUTTARSI GIÙ, NON PER VEDERE IL PANORAMA! E NON SONO COMUNQUE RIUSCITO AD EVITARLO." iniziai ad urlare. Era tutta colpa mia. Avrei dovuto bloccarla, invece no!

Tori, Cat e Robbie si girarono verso di noi. Stavano consolando Cat, non avevano neanche pensato che anche io potessi aver avuto bisogno.
Cat si alzò. Mi tirò con una mano su il volto.
"-Beck, lei non è morta. Lei è fra noi. Mi devi promettere una cosa. Io non ho una gran memoria, lo sapete tutti. Devo chiederti una cosa molto difficile, che ti farà male. Non scordarti di lei. Ricorda tutto. Ogni litigata, ogni bacio, ogni singolo suo movimento. Promettimi che continuerai a farla vivere nel fuo cuore. Ora non dirmi cose come lei non morirà, sono abbastanza intelligente per capire che è una bugia. Promettimelo. "

l'abbracciai stringendola forte. Lei ricambiò. Le lacrime ormai non trovavano qualcosa che si opponesse. Erano libere di scendere.

L'abbraccio era sicuro.
Come Beck non esisteva più, anche Cat era morta. E così anche Andrè, Robbie, Tori ed anche Rex. Fra di noi, la meno morta era proprio Jade.

Mi staccai da Cat. C'era un vetro, attraverso il quale si poteva sbirciare l'operazione. Mi avvicinai.

Non osai guardare.

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