Skeletons in the closet.

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Dopo aver pronunciato le sue parole di conforto, allo scopo di infondermi coraggio, Jessy si è subito rimessa in piedi, aiutandomi a fare lo stesso. Faccio un respiro profondo e afferro la sua mano, rialzandomi da terra. Sebbene sento le gambe tremare pericolosamente, riesco a muovere qualche passo in avanti, dirigendomi verso una delle sedie vicino al tavolo. Jessy è ancora al mio fianco, con il suo braccio avvolto dietro la mia schiena, a supportarmi in caso di cedimento.

Sono davvero fortunata ad aver incrociato il mio cammino con persone come loro. Ci conosciamo da così poco tempo, eppure abbiamo instaurato un'amicizia davvero profonda e genuina, che è rara da trovare; non a tutti capita questo privilegio, neanche se la cercassero per una vita intera. Avere la certezza che ci possiamo fidare ciecamente gli uni degli altri è qualcosa che non ha prezzo. E fra tutti, il rapporto che ho costruito con Jessy è quello più solido e inscindibile, di un valore immenso.

Mi siedo sulla sedia, lasciandomici cadere di peso sopra; sono davvero sfinita e non ho idea di come iniziare ad affrontare il discorso. Deglutisco pensierosa, osservando il resto del gruppo portarsi vicino al tavolo, prendendo posto. Si sistemano tutti lungo il lato opposto a dove mi trovo io, per riuscire a vedermi in faccia; Eccetto Jessy, che la vedo afferrare lo schienale della seggiola con ambo le mani, per portarla vicino a me. Si colloca subito alla mia sinistra, posando le dita sul mio avambraccio, per rassicurarmi. Faccio scorrere il mio sguardo su ognuno di loro, nessuno escluso.

Thomas e Cleo pendono letteralmente dalle mie labbra. Mi fissano intensamente, con una espressione mesta impressa sul volto, mentre attendono l'inizio del racconto.

Lilly ha il viso rivolto verso il basso, con le palpebre socchiuse e le labbra tremolanti, come se stesse cercando di trattenere le lacrime. Mi spezza il cuore vederla in questo stato e, seppure non stia parlando, riesco a percepire chiaramente tutta la sua sofferenza.

Dan ha un atteggiamento assente; alterna il suo giocherellare distrattamente con un anello infilato all'anulare, col tamburellare con le dita sul poggiabraccio della carrozzina; sono tutti gesti che esprimono nervosismo e irrequietudine.

Per ultimo osservo Poke, nell'estrema sinistra e distaccato dal resto del gruppo. Si guarda attorno perplesso, probabilmente non capendo cosa stia succedendo. Chissà perché è venuto anche lui qui, dato che non c'entra praticamente nulla in questa storia. Forse, trovandosi fuori dalla cascina insieme a Dan, lo hanno costretto a seguirli in centrale per fornire una testimonianza.

"Gli altri sono in ospedale?" Chiedo, notando solo ora che non ci siamo tutti. Ora che ci penso, c'era un ambulanza fuori dalla cascina. Inoltre, mi ricordo del rapporto fatto dal sottoposto di Alan, dove riferiva che alcuni di noi necessitavano di assistenza medica immediata. Effettivamente, non aveva proprio tutti i torti; non so chi dei tre fosse messo peggio, dato che ognuno di loro ha riportato delle bruttissime ferite e subito gravi percosse.

"Sì." È Cleo a rispondere alla domanda, facendo seguire alla sua affermazione un deciso cenno del capo. "Hannah, Richy e Phil sono all'ospedale di Duskwood in questo momento. Li hanno fatti salire su un'ambulanza insieme ai paramedici, scortati da una volante della polizia. Credo che abbiano ricevuto disposizioni di tenerli costantemente sotto controllo. Da quello che ho capito, una scorta di agenti gli farà da guardia anche all'interno dell'ospedale, restando fuori dalla loro stanza ventiquattr'ore al giorno..." Mi guarda con preoccupazione.

Meglio così.

Ripensando a quello che abbiamo scoperto sull'infermiere di nome Jason, non è da escludere che vi siano altri complici lì dentro, nascosti tra le corsie. In più, fermi in un letto d'ospedale non avrebbero di certo il modo di difendersi e sarebbero facili prede di un attacco.

Duskwood Legends [Italian Version]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora