Afraid to fail.

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---- MC'S POV----
*Ritorno al presente*

"Alan, io davvero non so come ringraziarti per tutto l'aiuto che ci stai dando." Gli rivolgo un ampio sorriso commosso, mentre lo fisso con gli occhi lucidi. Spero di riuscire ad esprimere tutta l'ammirazione e la gratitudine che provo per lui attraverso lo sguardo; perché a volte le parole non bastano e, laddove queste non arrivano, ci pensano i nostri gesti e la nostra mimica a farlo.

Lo vedo sorridermi di rimando, alzando gli angoli della bocca a mostrarmi un'espressione intenerita. Ha percepito chiaramente la mia riconoscenza nei suoi confronti. "Non devi, sto solo facendo quello che è giusto fare." Afferma, spostando poi la sua attenzione verso gli altri del gruppo. "Voi siete nel giusto... e anche Jake lo è." I suoi occhi si fermano sul volto di Lilly, per indirizzarle uno sguardo serio. Credo voglia guadagnarsi la fiducia dei presenti; e quella di Lilly in primis. Raccoglie i fogli precedentemente posati sul tavolo, per poi iniziare a sfogliargli. "Bene, meglio metterci subito al lavoro. Prima iniziamo, prima finiamo. Sono certo che siete esausti e non vedete l'ora di potervi finalmente riposare. Non ci vorrà molto, promesso."

I miei amici si limitano a osservare Alan e ad annuire con un cenno deciso del capo. Dire che siamo tutti sfiniti è dire poco; perché non c'è solo la stanchezza fisica dell'irruzione e la levataccia di questa mattina a gravare sulle nostre spalle, ma anche quella mentale, che è sicuramente la peggiore. Questa mattinata è stata come una continua corsa sulle montagne russe, in un susseguirsi infinito di avvenimenti positivi e negativi. Un frenetico tourbillon di felicità e di paura, gioia e ansia, tristezza e rammarico.

Faccio per alzarmi in piedi, con l'intento di andarmi a sedere dall'altro lato del tavolo. "Scusami Alan, ti lascio il posto." Mi rendo conto solo ora di avergli rubato la sedia.

Ma non faccio in tempo a fare un passo, che subito posa la mano sulla mia spalla. "Resta pure, tranquilla. Ora faremo due chiacchiere insieme, prima di iniziare l'interrogatorio." Inizia a distribuire i fogli, uno per ciascuno di noi. Non ce li passa a caso, prima di consegnarli alla rispettiva persona, si sofferma brevemente a leggerne il contenuto.

Che siano domande personalizzate per ognuno di noi?

Sono l'ultima a ricevere il documento tra le mani ma, prima che possa cominciare a leggerne il contenuto, Alan riprende il suo discorso. Fa un piccolo passo indietro, mettendosi al centro della stanza. "Prima che iniziate a studiarvi le domande che vi sottoporrò in sede di colloquio, ci tengo a precisare due cose ragazzi..." Inizia a gesticolare, come se volesse attirare la nostra più completa attenzione sulle sue prossime parole. "La prima è che questo non si tratta assolutamente di un interrogatorio investigativo. Non siete indagati e neppure sospettati di essere corresponsabili in questo caso. Consideratelo esclusivamente come una raccolta di dichiarazioni da parte della polizia, poiché siete testimoni dei fatti accaduti. La vostra testimonianza è di vitale importanza per la carcerazione di Michael." Sospira, osservando i nostri volti, come per studiare quali reazioni hanno suscitato le sue parole. E faccio anch'io la stessa cosa, squadrando i miei amici; sembrano molto più rilassati ora, dopo che Alan li ha rassicurati che non siamo iscritti nel registro degli indagati.

"Seconda cosa, voglio citarvi cosa dice la legge..." Sì schiarisce la voce, modulandola per assumere un tono austero. "A differenza di un indagato, che ha il diritto di mentire, un testimone ha l'obbligo di rispondere dicendo la verità, riportando l'esattezza dei fatti. La legge punisce il testimone che si rifiuta di rispondere, che afferma il falso ovvero tace ciò che sa." Inspira profondamente, appoggiando la schiena contro il muro e incrociando le braccia al petto. "L'interrogatorio sarà registrato. È la prassi, purtroppo non posso eludere questa procedura..." Diventa ancora più serio, piantando gli occhi su di noi. "Se mai qualcuno di voi dovesse mentire durante la registrazione, incorrerebbe nei reati di falsa testimonianza e di favoreggiamento." Alza il tono di voce, per enfatizzare il prosieguo del suo discorso. "E per questi reati, l'ordinamento giudiziario prevede la reclusione dai due ai sei anni. Spero di essere stato chiaro." Sposta lo sguardo su di me, mentre ultima il suo monito.

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