(Canzone consigliata: Be Careful - Tommee Profitt feat. Laney Jones.)
Nerissa.
Mi era difficile.
Mi era davvero difficile guardare negli occhi mia sorella dopo quello che avevo fatto la sera prima. Era sempre stato così. Avevo la costante sensazione di disagio che lei vedesse davvero chi fossi e cominciasse a detestarmi.
Ma il modo in cui dormiva quella mattina mi ricordava quanto fosse innocente la sua aura. I capelli biondi erano sparsi sul suo cuscino, mentre un pugno chiuso era posato sulle sue labbra imbronciate.
Mia sorella aveva sempre un aspetto molto dolce, ma quando dormiva sembrava un angelo.
Le scostai una ciocca di capelli dalla fronte e accennai un sorriso al pensiero che eravamo di nuovo sotto lo stesso tetto.
Mi piaceva condividere il mio spazio con lei, non era pretenziosa e né fastidiosa. Era come tornare a casa e trovare la tua metà che ti accoglie a braccia aperte.
Ed era strano come qualsiasi posto si trasformasse in casa se c'era lei.
Il mio telefono vibrò nella tasca e quando lo sbloccai, rimasi per un secondo interdetta.
ETHAN: Non vorrei essere insistente, ma Las Vegas non dorme mai.
NERISSA: Mi stai forse dicendo che dobbiamo iniziare la farsa?
NERISSA: Hai così tanta voglia di starmi vicino, Brancoft?
ETHAN: Mi ero quasi dimenticato quanto tu fossi detestabile in realtà.
NERISSA: Vieni al casinò dietro i vicoli di Downtown stasera, mio padre sarà lì.
ETHAN: No.
ETHAN: Ti passo a prendere io.
Alzai gli occhi al cielo, posando di nuovo il telefono nella tasca.
Sapevo benissimo che Ethan non vedeva l'ora che facessi fuori mio padre per avere il suo impero e con esso tutta Las Vegas, ma mi piaceva stuzzicarlo. Anche se lo detestavo, quando aggrottava la fronte per il nervoso era divertente.
Praticamente passai tutta la giornata a gironzolare per la suite evitando lo sguardo di mia sorella. Nonostante lei, dopo essersi svegliata, insisteva sul fatto che non le avessi nemmeno dato il buongiorno.
Poi verso il pomeriggio smise di rincorrermi e cominciai a prepararmi psicologicamente a quello che mi aspettava.
Al profumo odioso di Ethan nelle narici, magari anche alle sue mani su di me e a quegli occhi di ossidiana. E avrei dovuto fingere che mi scaturissero delle emozioni.
Quasi mi veniva da vomitare.
Ma dovevo fare in modo che sembrasse vero, tutto quanto. E se Ethan avesse mandato al diavolo il mio piano, poi sarei stata io a spedirlo nelle fosse dell'inferno.
E, diciamo, che quel pensiero sublime mi aiutò a scegliere un abito da indossare.
Come al solito, non potevo presentarmi vestita normalmente. Mio padre amava gli eccessi e voleva che il suo sicario fosse sempre in tiro quando entrava nelle proprietà della famiglia.
Come se dovesse mostrarmi agli altri come un trofeo.
A me andava bene finché se ne stava zitto e buono.
Anche se quei tacchi vertiginosi li odiavo.
Ma scelsi un abito molto lungo, con tanto di strascico, dal colore della notte. Un blu talmente scuro che fece sembrare i miei occhi due lampadine difettose. I miei capelli lisci mi solleticavano la schiena nuda, mentre il solito spacco metteva in risalto l'arma che avevo attaccata alla coscia.
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Silence & Noise
RomanceCONTIENE CONTENUTI ESPLICITI E NON ADATTI A SOGGETTI MINORENNI. L'OPERA IN QUESTIONE È UN DARK ROMANCE, QUINDI VI INVITO A PROCEDERE CON CAUTELA. IN QUANTO ALCUNI CONTENUTI POTREBBERO URTARE LA SENSIBILITÀ DEL LETTORE. "Il Diamante Grezzo". Una ra...