(Canzone consigliata: I Want You Dead - Two Feet & Allie Cabal.)
Ethan.
Quella notte avevo dormito sul divano, lasciando il mio letto a Nerissa.
Quando eravamo rientrati la sera prima lei era ancora mezza addormentata mentre la portavo in braccio in camera da letto, e sicuramente il motivo per cui India non aveva dato di matto era stato solo perché ce l'avevo spalmata addosso.
Ma non ero tanto sicuro di come avrebbe potuto reagire vedendo Nerissa cosciente nella sua casa.
Perché sì, non era solo casa mia ma anche di India e, come una padrona di casa che si rispetti, difendeva il suo territorio come una forsennata.
Mi sembrava ancora strano pensare che mentre mi stavo versando il caffè Nerissa si trovava nel mio letto a dormire.
La stessa Nerissa che da bambino idolatravo.
E la stessa che da adulto detestavo.
Il cazzo di "Diamante grezzo" si trovava nel mio superattico viva e vegeta, mentre sicuramente si crogiolava tra le mie lenzuola di cotone.
Più ci pensavo e più mi sembrava una situazione totalmente assurda, ma appena ero riuscito a riportarla con la mente lucida -in un modo poco convenzionale ma che mi era piaciuto non poco- la prima cosa che avevo pensato era stata portarla al sicuro tra le mie mura.
La sera prima continuava a ripetere che Thomas sapesse qualcosa, e sicuramente non era una sciocchezza visto la sua reazione.
Solo dopo aver chiamato Giselle e averle chiesto di sistemare il casino che avevamo creato nell'ufficio del padre e, anche, di recuperare non solo il fascicolo che era stato sparso per tutta la stanza ma anche quello della madre, ero riuscito a rilassarmi e a dormire quelle poche ore sul divano.
Non avevo un divano scomodo, eppure quella notte avevo dormito di merda.
Continuavo a ripensare al terrore dipinto sul volto di Nerissa. Mi aveva talmente scosso vederla in quello stato che una sensazione di disagio mi aveva preso per la gola impedendomi di respirare.
L'odio era proprio una strana cosa.
Non volevo vederla, non sopportavo la sua vista, ma quando mi era vicina era impossibile per me non sfiorarla.
Sentire quella pelle di velluto sotto le dita, immaginare le sue espressioni quando me la negava.
Per non parlare della sensazione della sua carne sulle mie dita bagnate dai suoi umori.
Ripensandoci dovetti sistemarmi i pantaloni della tuta, che mi ero infilato in fretta e furia insieme a una maglietta comoda ieri sera.
Non esisteva che dormissi in smoking come un fottuto pinguino.
Ma quel tessuto morbido non aiutava a contenere il mio uccello, che al pensiero di Nerissa si era appena svegliato per ricordarmi che avrei potuto svegliarla in modi molto più divertenti.
Quei modi ipotetici però andarono a farsi fottere quando vidi India seduta con la schiena dritta, mentre fissava minacciosa la porta del corridoio.
Mi staccai dal bancone della cucina dove mi ero poggiato, senza lasciare la mia tazza di caffè e mi affacciai.
Nerissa era sulla soglia, con quei suoi capelli particolari stravolti e il trucco sbavato sotto gli occhi.
Ma era ancora bella come la sera prima.
Il vestito ormai era sgualcito, ma la rendeva ancora eterea. Il pugnale che aveva attaccato alla coscia le aveva donato un piccolo taglio sulla pelle durante il sonno, ma credetti che non ci avesse nemmeno fatto caso.

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Silence & Noise
RomanceCONTIENE CONTENUTI ESPLICITI E NON ADATTI A SOGGETTI MINORENNI. L'OPERA IN QUESTIONE È UN DARK ROMANCE, QUINDI VI INVITO A PROCEDERE CON CAUTELA. IN QUANTO ALCUNI CONTENUTI POTREBBERO URTARE LA SENSIBILITÀ DEL LETTORE. "Il Diamante Grezzo". Una ra...