(Canzone consigliata: Do It For Me - Rosenfeld).
Nerissa.
C'era silenzio mentre camminavo dietro Ethan, seguendolo nel suo ufficio.
E stranamente anche nella mia testa ce n'era, ero totalmente lucida e attenta. Anche se dopo quel bacio avrei dovuto essere, come minimo, con i pensieri sottosopra. Ma non era successo.
Come se Ethan portasse solo scompiglio sul mio corpo, ma nella mia testa equilibrio.
Avevo avuto del rumore nella testa quando le mie nocche si erano spaccate su quel muro, trasferendo la mia rabbia acida fuori dalla pelle.
Ma avevo avuto assoluto silenzio quando le sue labbra avevano toccato le mie. Non ero andata in confusione, ero perfettamente consapevole di ogni suo movimento su di me.
Ed era stranamente piacevole sentirsi in quel modo, perfettamente equilibrata.
E accadeva di rado.
Non ero nemmeno stata vittima del rimorso, non mi sentivo in colpa o sbagliata per la passione che aveva bruciato- e stava continuando a bruciare- i miei muscoli, rendendoli talmente maneggevoli che se avesse voluto avrebbe potuto spezzarmi.
E io volevo che mi spezzasse.
Volevo continuare a provare quella sensazione di compostezza.
Quella sensazione di sicurezza nello stare nella mia stessa testa.
Avevo sempre odiato il silenzio che si celava nelle mia membra. Perché io avrei voluto sentire quella piccola voce della coscienza che mi intimava di non fare determinate scelte, avrei voluto sentire le voci delle mie vittime mentre mi strappavano dal sonno e avrei voluto sentire le mie grida.
Ma non era mai accaduto e lo odiavo.
Però, il silenzio che c'era in quel momento nella mia testa e intorno a me, non mi stava mandando al manicomio. Bensì, era una carezza lussuriosa sulla mia nuca.
Il silenzio con Ethan non era affatto male.
E ne volevo ancora.
E ancora.
Il rumore della serratura che si apriva ruppe quella magia e tornai un secondo con i piedi per terra.
Vidi la sentinella davanti alla porta guardarmi con sottomissione mentre i suoi occhi scavavano la mia immagine sporca di sangue.
Sentivo il sangue di Clark ovunque, ma non mi dava fastidio.
Non sapevo nemmeno se avessi sporcato Ethan, mi stava dando ancora le spalle mentre entrava nella stanza.
Mi sentivo leggera, era come se i miei piedi avessero una vita propria e ci misi pochissimo a seguirlo e chiudere la porta alle mie spalle.
Il leggero scoppiettio del camino e la sua luce mi diedero un senso di rilassatezza che quasi avrei voluto sdraiarmi per terra e dormire.
Da quando mi sentivo così disconnessa dalla realtà?
Da quando il mio unico desiderio era quello di prendere Ethan per le spalle, obbligarlo a inginocchiarsi e ad accarezzargli quel viso pieno di ombre con il mio pugnale?
Maledizione, avevo bisogno di tornare alla realtà in qualche modo.
Dovevo fare qualcosa, non mi piaceva quella versione di me. Quella rilassata e con un lieve sorrisino sulla faccia che non aveva niente a che vedere con lo scherno.
Ethan ancora non parlava.
Sembrava fosse diventato un'ombra.
Una punta di fastidio mi fece stringere le viscere. «Cristo, non farne un dramma.» Sbuffai sprezzante. «Sei un uomo e io una donna, entrambi etero... Sono cose che possono capitare, Brancoft.»

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Silence & Noise
RomanceCONTIENE CONTENUTI ESPLICITI E NON ADATTI A SOGGETTI MINORENNI. L'OPERA IN QUESTIONE È UN DARK ROMANCE, QUINDI VI INVITO A PROCEDERE CON CAUTELA. IN QUANTO ALCUNI CONTENUTI POTREBBERO URTARE LA SENSIBILITÀ DEL LETTORE. "Il Diamante Grezzo". Una ra...