(Canzone consigliata: Hometown Glory - Adele).
Nerissa.
La mattina dopo avvertivo le palpebre pesanti. Le emozioni provate con Ethan erano state così dirompenti che avevo avuto la sensazione che la mia spina dorsale si spezzasse in tante piccole parti da essere impossibile poi poterla ricostruire.
Si era preso cura di me, della mia nuova ferita, come se fossi composta interamente da porcellana. Il suo tocco era stato delicato mentre medicava il mio petto con un'attenzione e devozione da spaccare il mio cuore. Mi aveva guardata come fossi l'oggetto di ogni sua disperazione, di ogni suo sentimento ed emozione.
E mi sentivo così amata che quasi credevo fosse una sottospecie di incubo malvagio, avrei aperto gli occhi e mi sarei ritrovata di nuovo in quel seminterrato senza una via di uscita.
Ecco perché ero così restia a farlo. Nonostante avessi voglia di alzare le palpebre e girare il viso verso il suo, avevo il terrore si trattasse di una sorta di tortura mentale del tutto nuova. Il mio stomaco si girò su sé stesso, confermando la mia paura come fosse un'entità tangibile. Come potessi toccarla con le dita.
Avvertivo le lenzuola che coprivano solamente le mie gambe, il mio stomaco spaventato era coccolato del materasso del mio uomo di tenebra mentre abbracciavo il cuscino sotto il viso. Il leggero spostamento d'aria che avvertii quando lui si svegliò mi solleticò la schiena nuda e mosse il letto delicatamente.
Non volevo aprire gli occhi, non volevo muovermi da lì. Convinta che se non avessi emesso un solo suono avrei potuto crogiolarmi ancora nel pensiero che si trattasse della realtà. Di una nuova realtà che avrebbe potuto essere davvero la mia.
Avvertii le dita di Ethan sulla schiena, con quel suo tocco delicato e dirompente mentre accarezzava la mia pelle. Sembrava così reale.
Le sue dita seguirono il percorso della mia spina dorsale con riverenza, come fosse sorpreso anche lui della verità che era uscita dalle mie labbra la sera prima. Il suo sguardo sbalordito dopo avergli confessato i miei sentimenti aveva tormentato il mio sonno per tutta la notte.
Le sue dita si interruppero sopra il mio tatuaggio alla base della schiena, accarezzando i contorni delle sue lettere come potesse scoprire il reale motivo per cui avevo deciso di incidere sulla mia pelle una tale frase. Un tale monito.
«Non avevo la possibilità di leggere nessun libro», mormorai ancora ad occhi chiusi. Le dita di Ethan si bloccarono, sorprese di trovarmi sveglia. «Tranne quello che aveva deciso mio padre, "L'Arte della Guerra" di Sun Tzu.»
Col senno di poi, quelle pagine erano state la mia valvola di sfogo in quei giorni in cui vestire i miei stessi panni mi aveva fatto stare male. Erano diventate una sorta di diario in cui rifugiarmi quando la realtà che vivevo mi stava troppo stretta addosso.
Le dita di Ethan ripresero il loro percorso sul mio tatuaggio, donandomi un conforto del tutto nuovo.
«Un giorno, quando mio padre era impegnato in qualcosa che non ricordo, mi sono intrufolata nel suo ufficio. Aveva delle librerie enormi e piene di libri, da poco ho scoperto che la maggior parte erano di mia madre», continuai a raccontare con un filo di voce. «Ricordo di essermi sentita bene in mezzo a quelle pagine tutte da scoprire, così ne presi uno e lo sfogliai. Trovai questa frase e leggerla mi aveva fatto sentire capita da una persona che nemmeno avevo mai conosciuto», mi schiarii la voce. «"Ognuno di noi è il suo proprio diavolo, e noi facciamo di questo mondo il nostro inferno", sono parole di Oscar Wilde. E il modo in cui mi hanno fatto sentire non era stato del tutto normale, ma quando ho avuto l'età giusta ho deciso di incidermelo sulla pelle.»

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Silence & Noise
RomanceCONTIENE CONTENUTI ESPLICITI E NON ADATTI A SOGGETTI MINORENNI. L'OPERA IN QUESTIONE È UN DARK ROMANCE, QUINDI VI INVITO A PROCEDERE CON CAUTELA. IN QUANTO ALCUNI CONTENUTI POTREBBERO URTARE LA SENSIBILITÀ DEL LETTORE. "Il Diamante Grezzo". Una ra...