(Canzone consigliata: World on Fire - Klergy).
Nerissa.
Il tempo era una delle cose più strane, non ero mai riuscita a controllarlo o a trovare una soluzione quando decideva per conto suo. Ogni millesimo di secondo poteva anche essere l'ultimo, ma anche l'inizio.
Scorre, scorre e scorre. Senza darti un minimo margine di errore o un minimo aiuto. Se sbagli durante quello specifico secondo, le conseguenze possono arrivare un attimo dopo a bussare alla tua porta. Oppure, possono passare anche anni prima che queste vengano a prenderti a calci.
Si dice sempre che il tempo è signore, che dona ad ognuno quello che si merita prima o poi. Io non ne ero così sicura.
Mio padre, non solo aveva fatto del male a mia sorella, a me e a mia madre. Ma anche a tutta Las Vegas. Si era sempre proclamato il dio indiscusso dei favori, come se avesse preso in prestito le vesti di Lucifero senza il suo permesso. Eppure, ancora veniva considerato una specie di celebrità nel campo del gioco d'azzardo e della prostituzione.
Troppe volte il tempo si era fermato quando ero bambina e lo guardavo con occhi imploranti mentre tirava su una striscia di cocaina, oppure leccava la pelle di una donna che non era mia madre. Troppe volte il tempo aveva corso controcorrente mentre mi insegnava a non provare nient'altro che non fosse rabbia, o disgusto per me stessa. Senza darmi un minuto per riflettere su quello che stavo facendo, sul mostro che lui stava creando.
Come quando ero rinchiusa in quel seminterrato da bambina che il tempo sembrava fermarsi, quando invece correva così veloce da farmi perdere quelle piccole esperienze della vita. Come quando Killian mi aveva rinchiuso in un seminterrato che non era lo stesso in cui ero cresciuta, ma le emozioni che avevano percorso la mia pelle erano le stesse.
Non si erano fermati i secondi mentre quell'uomo, che un tempo pensavo di stimare, aveva toccato il mio corpo senza il mio consenso. Aveva inferto ferite sulla mia pelle per puro e mero divertimento, uno di quelli così tossici che quando il momento di euforia passa, una sensazione oscura e viscosa scorre nel tuo sangue. Rendendoti schiavo del desiderio di prendere anche quello che non devi.
In quel seminterrato, mi aveva privato delle mie emozioni. Della mia dignità. Disegnando con lame piene di ruggine sulla mia pelle sporca, senza però lasciare cicatrici.
A Killian non era mai interessato lasciare il proprio marchio addosso alle persone in modo evidente, lui preferiva entrare nel tuo sangue e nella tua testa. Plasmare i tuoi pensieri e i tuoi desideri in base a quello che voleva lui. Ad ogni taglio che avevo sulla pelle, si congiungeva il suo amore tossico. Un amore sbagliato e malato che non ero più propensa a ricambiare.
Eppure, il tempo non mi aveva donato il beneficio del dubbio. Mai.
I giorni, i mesi, gli anni, erano passati davanti ai miei occhi come se non importasse che io ero sempre ferma allo stesso punto. Correndo verso quella piccola luce per recuperare i pezzi della mia anima martoriata, senza mai però arrivare a destinazione.
Un tunnel completamente oscuro era la mia vita, era la mia abitudine. Mentre i secondi erano passati come se non valessi un cazzo di niente, come se le mie azioni non avessero nessuna conseguenza.
Ma ce l'avevano sempre avuta.
Amavo vedere il mio corpo coperto di sangue, ma non riuscivo a guardare mia sorella negli occhi per giorni. Amavo avvertire le urla delle mie vittime, ma non riuscivo poi ad ascoltare nessun rumore.
La violenza, la morte, il sangue, avevano sempre fatto parte della mia vita fin da bambina. Donandomi quel senso di sicurezza che tanto agognavo per proteggermi, ma allo stesso tempo, togliendo quel poco di serenità che desideravo.
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Silence & Noise
RomanceCONTIENE CONTENUTI ESPLICITI E NON ADATTI A SOGGETTI MINORENNI. L'OPERA IN QUESTIONE È UN DARK ROMANCE, QUINDI VI INVITO A PROCEDERE CON CAUTELA. IN QUANTO ALCUNI CONTENUTI POTREBBERO URTARE LA SENSIBILITÀ DEL LETTORE. "Il Diamante Grezzo". Una ra...