(Canzone consigliata: Rescue - Lauren Daigle).
Nerissa.
Avevo cancellato ogni minima traccia di me stessa e mia sorella.
Dal momento in cui ero andata a prenderla nel cuore della notte, nel suo appartamento che si trovava al di sotto dell'attico di Ethan, al momento in cui saremmo atterrate ad Atlanta. Di nuovo.
Sapevo benissimo che appena Ethan avrebbe rivelato qualsiasi movimento grazie ai suoi uomini, sarebbe corso da me a prendermi. E questo non volevo.
Non volevo che dovesse scegliere tra me e il suo tanto agognato futuro.
Perfino Giselle, quando eravamo sedute su un aereo di linea generico e del tutto casuale, mi aveva guardata con tristezza ma anche comprensione.
Più di tutti sapevamo cosa volesse dire non avere una scelta, camminare su un percorso che è stato imposto e non voluto. E questo non avrei permesso che accadesse al mio uomo di tenebra. Nonostante ogni mia cellula soffriva e il mio sangue ribolliva di rabbia, avevo spinto le mie gambe a fare un passo dopo l'altro per allontanarmi da lui.
La Sin City mi aveva guardata dal basso mentre eravamo in viaggio, con sguardo pieno di rammarico. Ricordavo ancora con quanto odio avevo preso il jet di Thomas Tornei per tornare in quella città che aveva le sembianze del mio personale inferno, ricordavo ancora quanto avevo stretto tra le dita il fascicolo di Ethan cercando delle notizie del tutto nuove riguardo quell'uomo che era diventata la mia ossessione già quando ero poco più che un'adolescente incazzata.
Il primo passo che avevo fatto su quell'asfalto era stato come tornare ad indossare dei panni che non prendevo dall'armadio da una vita, il tessuto si era liso ma li avevo sentiti familiari.
Solamente dopo avevo compreso quanto quelle vesti non erano quelle che desideravo. Che, finalmente, avevo una possibilità di scelta grazie ad Ethan.
Guardandomi indietro mi resi conto di quanto in quei mesi io avessi sofferto, gioito e poi di nuovo sofferto, in una partita a poker che aveva le sembianze di una sottospecie di roulette russa. Ad ogni giro, non sapevo se la canna della pistola che mi puntavo alla testa avrebbe sparato il proiettile che avrebbe posto fine alla mia esistenza.
E, mentre avevo guardato le luci della città dall'alto, avevo provato un senso di liberazione. Come se stessi davvero scegliendo un nuovo percorso, una nuova vita. Dove avrei potuto essere chi volevo, fare quello che più desideravo e non essere sempre ricondotta a un mero soprannome macabro.
Mia sorella mi aveva stretto forte la mano per tutta la durata del viaggio, impedendomi di cadere. Perché sapevo che prima o poi sarebbe arrivato il giorno in cui l'adrenalina sarebbe scemata e avrei cominciato a razionalizzare tutto quello che mi era successo.
Alla fine dei conti, Las Vegas non si era dimenticata di me. Nemmeno per un momento. Ero io quella che aveva cercato in tutti i modi di convincersi che quelle strade e quei vicoli non avrebbero ricordato "il Diamante grezzo", un cazzo di nome che mi era stato stampato a fuoco nella carne e ogni volta che veniva pronunciato bruciava sempre di più.
Per troppo tempo avevo cercato di convincermi che quella fosse la vita che volevo, quella che avevo scelto. E, ad un certo punto, aveva anche funzionato. Era come se il terrore delle persone quando mi vedevano passare accanto a loro desse una sorta di spiegazione agli abusi che avevo dovuto subire. Che tutto quel dolore, alla fine, era servito a qualcosa.
Era un pensiero che mi aveva aiutata a continuare a camminare, convincendomi che ero stata creata per uccidere e infondere sofferenza. Che la mia vera e unica amica era la morte e potevo giocare con lei quanto volevo.

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Silence & Noise
RomanceCONTIENE CONTENUTI ESPLICITI E NON ADATTI A SOGGETTI MINORENNI. L'OPERA IN QUESTIONE È UN DARK ROMANCE, QUINDI VI INVITO A PROCEDERE CON CAUTELA. IN QUANTO ALCUNI CONTENUTI POTREBBERO URTARE LA SENSIBILITÀ DEL LETTORE. "Il Diamante Grezzo". Una ra...