(Canzoni consigliate: You Should See Me In A Crown - Billie Eilish / Pray - EMO).
Nerissa.
Il profumo della paura mi inebriava, mi rendeva quasi elettrica. Come se potessi radere al suolo tutto il mondo seminando morte al mio passaggio.
Era eccitante. Una scarica di adrenalina e sofferenza.
E il fatto che fossi io a infliggere tutte quelle emozioni di angoscia e terrore, mi faceva sentire viva.
Nonostante fossi la morte.
«Potrei continuare tutto il giorno, Clark.» Dissi melliflua mentre con il mio pugnale gli tagliai l'ennesimo dito.
Le urla del suo dolore coprirono il rumore che fece il suo dito staccato cadendo a terra, ma erano come una musica soave per me. Come una scopata fatta lentamente solo per far accrescere il piacere. Erano come il vino rosso succhiato direttamente da un corpo.
Il suo sangue mi imbrattava le mani, le braccia e forse anche il viso. Non la finiva di uscire a fiotti e io mi godevo quella vista come una drogata in piena crisi di astinenza.
Quel colore rubino era meraviglioso e mostruoso in un modo talmente osceno che quasi mi ritrovai a sorridere.
Ma non lo feci.
Non lo avrei fatto finché non avrei avuto quello che volevo.
Cosa volevo? Risposte, segreti e anche qualche fottuto insulto. Perché meritavo di essere insultata per quello che avevo fatto passare a Giselle in quegli anni e, non essermi accorta di nulla, mi rendeva solamente più stupida ed egoista.
In realtà meritavo anche di peggio, ed era proprio quello che avevo fatto in quei giorni che non aveva voluto parlare con me.
Alla fine, era tornata alla suite ma era come se non ci fosse. Si era chiusa nella sua stanza, non mangiava con me e non respirava la mia stessa aria.
Ogni volta che mi aveva negato il suo sguardo, avevo preso a pugni il muro della mia camera.
Ogni volta che si era negata di mangiare quello che avevo comprato al suo ristorante preferito, mi ero strappata i capelli.
Ogni volta che mi aveva negato la sua splendida e dolce voce, avevo preso il mio pugnale e cominciato a stringere la lama nel mio palmo. Fin quando quel colore meraviglioso del sangue non aveva sporcato la moquette e le mie braccia, le mie gambe e le mie dita.
Ero entrata in un circolo vizioso composto da rabbia, autocommiserazione, autolesionismo e cinismo, che mi era sembrato di essere tornata indietro nel tempo a quando ero solo una bambina.
E, potevo ammettere che, tutte quelle emozioni nocive le stavo riversando su Clark. Un altro socio di mio padre, ma lui era molto più importante degli altri.
Perché era anche quello più vicino a lui, conosceva dei segreti che io avevo bisogno di sapere.
Ma lo stronzo non parlava, si limitava a piagnucolare per il dolore e a supplicare di smetterla.
Oh, no. Non avrei smesso.
Non avrei smesso fin quando non mi avrebbe detto che cazzo stava frullando nella testa di mio padre, che avevo scoperto essere solo più impazzito.
Non solo i libri contabili che avevo consultato un'altra volta mi avevano mostrato quanto lui si stesse giocando, ma anche cosa si stesse giocando.
Aveva cominciato a giocarsi i suoi casinò.
E non andava affatto bene, sopratutto per l'accordo che avevo stipulato con Ethan.
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Silence & Noise
RomanceCONTIENE CONTENUTI ESPLICITI E NON ADATTI A SOGGETTI MINORENNI. L'OPERA IN QUESTIONE È UN DARK ROMANCE, QUINDI VI INVITO A PROCEDERE CON CAUTELA. IN QUANTO ALCUNI CONTENUTI POTREBBERO URTARE LA SENSIBILITÀ DEL LETTORE. "Il Diamante Grezzo". Una ra...