Capitolo 45

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Nota dell'autrice:

Come sempre, quando capitano dei capitoli che hanno dei TW specifici, ci tengo particolarmente a indicarli (non solo nella trama stessa) ma anche all'inizio dei capitoli. In questo capitolo troverete: blood play, knife play, soffocamento.

Se il pensiero di questi TW vi arreca disagio, vi prego di non continuare con la lettura.

Tutelate sempre la vostra salute mentale.





(Canzone consigliata: Shut Up and Listen - Nicholas Bonnin & Angelicca).

Nerissa.

Le labbra di Ethan continuarono a marchiare la mia stessa essenza con la loro prepotenza e rabbia, mentre facevo qualche passo indietro. La sua bocca morbida aveva le fattezze della cattiveria. Seguiva ogni mio stesso movimento, ogni mio stesso respiro, come se potesse incamerare ossigeno solamente dai miei polmoni. Il suo corpo statuario sovrastava il mio ancora un po' dolorante, ma non importava. Avevo bisogno di soffrire ad ogni sua stretta, ogni suo pizzicotto e ad ogni sua carezza.

Ethan non riusciva a prendere le distanze da me, lo percepivo con ogni mia cellula. Come se, finalmente, avesse strappato quelle catene che lo imprigionavano in una cella della sua mente crollata su sé stessa e, mentre arrancava per trovare la via d'uscita tra quelle macerie, aveva trovato me.

Era incredibile avere una tale affinità con un'altra persona, come se lui potesse essere il mio continuo o la mia fine.

Una sua mano si chiuse intorno alla mia gola, stringendo come se volesse uccidermi. Voleva punirmi per avergli fatto scoprire un sentimento così spietato. Un sentimento che non chiede il permesso, non vuole sapere se sei pronto o meno. Come un fulmine a ciel sereno, ti ritrovi a guardare l'oggetto di ogni tuo pensiero e avere il solo desiderio di fargli del male, per poi curare le stesse ferite che hai inflitto.

Mentre stringeva il mio collo mi guardò negli occhi, le sue iridi così scure che avrebbero potuto essere paragonate alle profondità dell'inferno stesso.

«Ora ti mostrerò quanto tu possa essere degna di un sentimento del genere», sussurrò con cattiveria.

Prima che potessi rispondergli mi prese in braccio come se non pesassi nulla. Mentre camminava verso la camera da letto, ascoltavo il suo cuore battere come un tamburo nel suo petto.

Ancora non riuscivo a credere che un uomo come lui, cresciuto nella rabbia e nel gelo, potesse avere un cuore così forte da fare tutto quel fracasso.

Per me.

Mi adagiò sul letto e prese il mio mento con le dita per portare il mio viso verso l'alto. Guardare Ethan dal basso era sempre stata una visione. Da quell'angolazione riuscivo a distinguere tutti i suoi muscoli dell'addome, del petto. E quelle labbra carnose quando aveva il capo chino verso di me erano sempre più gonfie, come se stessero promettendo una sequela di scenari oscuri.

Aveva la fame dipinta negli occhi, la sensazione che quella luce nelle sue iridi avrebbe dovuto spaventarmi prese le sembianze di un brivido caldo lungo la mia schiena.

«Non ci andrò piano», confessò con una voce simile al fumo. «Quindi se ancora non te la senti, devi dirmelo adesso.»

Mi morsi il labbro per evitare di gemere come una ragazzina davanti a quella promessa. Avevo sempre vissuto la sessualità in modo del tutto differente, ma con lui non ero mai riuscita a volere quello che pretendevo dagli altri uomini.

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