(Canzone consigliata: Darkness Inside - Astyria).
Nerissa.
Quella notte dormii in modo del tutto differente. E non perché Ethan mi teneva stretta tra le sue braccia con una morsa d'acciaio, come se avesse paura che potessi sfuggirgli dalle dita. Nemmeno perché avevo dimenticato di prendere le mie solite gocce. Ma perché il peso che avevo sempre portato sulle mie spalle si era affievolito, come se la morte di Killian avesse donato un leggero senso di liberazione intorno al mio cuore.
Non sapevo se questo mi avrebbe resa una persona peggiore di quella che già ero, ma non avrei mentito a me stessa raccontandomi che soffrivo o che ero in lutto.
Quell'uomo aveva così umiliato la mia voglia di amare ed essere amata, ucciso quel piccolo futuro che avevo portato in grembo inconsapevolmente e manipolato la mia stessa mente, che non potevo non sentirmi meglio dopo la sua scomparsa.
Avevo giurato sul letto di quella clinica che avrei vendicato mio figlio e lo avevo fatto.
Avevo sentito dire a così tante persone che la vendetta non avrebbe donato la pace che tanto agognavo, avrei voluto dire loro che quel discorso non valeva per me. Ponendo fine alla vita di Killian era come se avessi messo un punto a un capitolo della mia vita che avrei voluto solamente strappare, per poi bruciare.
Ma quella mattina mentre stavo bevendo il caffè che mi aveva preparato Ethan, pensavo solamente a quanto dovessi prendere il primo aereo e recarmi a New York.
Eravamo ancora sotto alle lenzuola, la mia schiena poggiata al petto del mio uomo d'ombra, mentre le sue mani accarezzavano distrattamente il mio addome nudo.
«A cosa pensi?», sussurrò sul mio collo mentre mi accarezzava la pelle col naso.
A volte, ancora mi fermavo a pensare al cambiamento di entrambi verso noi stessi.
Se mi avessero detto due anni fa che mi sarei ritrovata tra le braccia di Ethan Brancoft mentre mi coccolava come se fossi la cosa più delicata e bellissima del mondo, mi sarei fatta una sonora risata per l'assurdità.
E invece, eccoci lì.
Il suo profumo di cannella non era più così fastidioso per me, bensì era diventato il mio richiamo nel buio quando sembrava che tutto mi schiacciasse. Ethan aveva messo dei cerotti su quelle crepe che avevo dentro di me come se fosse del tutto normale, come se non fossi la donna che aveva sempre odiato. Fin dal primo momento, lui non aveva fatto mistero del fatto che tenesse alla mia vita più di quanto facessi io.
Le sue labbra accarezzarono il lobo del mio orecchio e un piccolo brivido mi fece accennare un sorriso, sospirando mentre mi godevo quell'uomo che era diventato il solo e unico che avrei voluto al mio fianco.
«Non riesco a staccarmi dalla tua pelle», strinse la presa sui miei fianchi con cattiveria. «Hai idea di quello che mi fai, Nerissa?», ringhiò.
Appoggiandomi meglio all'indietro, avvertii la sua erezione che premeva sulla parte bassa della schiena. «Forse lo so, sai», risposi sorridendo.
Mugolò spingendo i fianchi verso di me mentre mordeva la pelle della mia spalla. «Non giocare con me.»
Per quanto volessi rimanere in quel letto, a viziarmi con il tocco delle sue mani e della sua lingua, il tempo scorreva.
E il tempo era sempre stato un gran bastardo con me.
Non sapevo quante ore, oppure giorni, avessimo a disposizione prima che mio padre facesse la sua prossima mossa. Al momento, chi aveva più fiches in quella partita a poker a dir poco blasfema, eravamo noi.
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Silence & Noise
RomanceCONTIENE CONTENUTI ESPLICITI E NON ADATTI A SOGGETTI MINORENNI. L'OPERA IN QUESTIONE È UN DARK ROMANCE, QUINDI VI INVITO A PROCEDERE CON CAUTELA. IN QUANTO ALCUNI CONTENUTI POTREBBERO URTARE LA SENSIBILITÀ DEL LETTORE. "Il Diamante Grezzo". Una ra...