Nota dell'autrice
Come ben sapete, Silence&Noise ha i suoi TW indicati nella trama, ma quando capitano questi capitoli un po' più "crudi" preferisco sempre ribadirli.
In questo capitolo specifico, ci saranno dei passaggi importanti del modo di pensare della nostra protagonista, in un momento in cui sta per essere abusata sessualmente.
Quindi, vi prego, nonostante io ho provato (e spero di esserci riuscita) a trattare questa tematica con il dovuto rispetto, vi dico di non prendere d'esempio i suoi pensieri. Come ho già ribadito, Nerissa è un personaggio incline all'autolesionismo, incline a pensare che tutto quello che le può capitare di orribile sia meritato. NON prendete d'esempio pensieri di questo tipo.
Se il pensiero di leggere questo capitolo vi crea disagio o ansia, vi chiedo di non continuare la sua lettura. Tutelate le vostre bellissime menti, sempre.
(Canzone consigliata: Anchor - Novo Amor)
Nerissa.
Non avevo mai compreso appieno quanto l'umidità potesse essere un'entità tale da riuscire a toccarti, a smembrarti. Un liquido così denso da penetrarti nel midollo, perfino il tuo sangue può risultare un lento scorrere della morte che il freddo vuole donare.
Anche al minimo movimento le mie ossa scricchiolavano, come un dannato burattino che senza i suoi fili non ha idea di cosa fare.
I miei fili erano le mani e la voce di Killian.
Mani che mi toccavano e accarezzavano come se fossi una benedizione, una voce che non faceva altro che farmi dubitare perfino del modo in cui respiravo.
Sentivo il petto pesante, come se a ogni ondata di ossigeno il mio corpo si rifiutasse di accettarlo. L'aria, lì sotto, era diventata una tossina.
Una tossina che mi avvelenava il sangue, atrofizzava i miei muscoli rendendomi schiava di un dolore pieno di disagio e vergogna. I miei occhi stanchi non ne potevano più di vedere solamente quel buio o quel leggero danzare di una fiamma su una candela.
Le mie labbra erano così amareggiate che non ricordavo nemmeno più il suono della mia stessa voce, come se Killian si fosse preso ogni cosa.
Ogni piccolo barlume di speranza si era spento a ogni sua carezza o bacio, iniettandomi un senso di delusione come se fosse la mia dose giornaliera d'acqua. L'unica mia consolazione era crogiolarmi solamente per pochi secondi nel percepire la sua colonia, convincendomi che fosse il profumo del mio uomo di tenebra. Convincendomi che al posto di quel sentore di mentolo ci fosse quell'abbraccio caldo della cannella.
Non pensavo nemmeno più al suo nome, un vero e proprio promemoria di quello che avevo perso.
E avevo perso e preso così tanto nella mia vita che volevo solamente accucciarmi su quel cemento freddo e aspettare qualsiasi cosa avesse mente il mio aguzzino.
Avrei voluto vedere di nuovo lo sguardo di mia sorella, quella leggera carezza piena di amore sul mio viso.
Di ripercorrere la stessa strada ma in modo diverso. Avrei potuto sorridere di più, ribellarmi a una vita che non avevo scelto ma che mi era stata cucita addosso dalle mani di mio padre. Quell'indumento mi era sempre andato troppo stretto, ma per un amore che credevo di provare, avevo semplicemente finto che fosse perfetto. Che mi facesse sentire speciale.
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Silence & Noise
RomanceCONTIENE CONTENUTI ESPLICITI E NON ADATTI A SOGGETTI MINORENNI. L'OPERA IN QUESTIONE È UN DARK ROMANCE, QUINDI VI INVITO A PROCEDERE CON CAUTELA. IN QUANTO ALCUNI CONTENUTI POTREBBERO URTARE LA SENSIBILITÀ DEL LETTORE. "Il Diamante Grezzo". Una ra...