(Canzone consigliata: Begging - Laura Dalla.)
Nerissa.
Quando entrammo nel suo ufficio, mi stupii nel vedere il camino già acceso da un po' che donava un calore piacevole nella stanza.
A Las Vegas non avevamo la neve, ma quando il sole calava il freddo si faceva sentire. Quindi apprezzai quella carezza calda sul viso quando osservai l'ufficio.
La lama sporca del sangue della vittima mi premeva sulla coscia, ricoprendomi di una chiazza umida. Non era un problema avere del sangue addosso o sui vestiti per me, per Ethan nemmeno sembrava un problema.
Sembrava più infastidito per la sua camicia che del sangue addosso in sé.
«Vado a fare una doccia.» Disse atono prima di sparire nel piccolo corridoio che era in quella stanza.
Era un ufficio enorme e non me ne ero resa conto fino a quel momento, ma avevo compreso fin da subito il motivo per cui ci fosse un bagno con tanto di doccia lì dentro.
Io ero un sicario, ormai abituata al sangue e alla sporcizia.
Lui, nonostante fosse proprietario dei vari casinò della sua famiglia e, quindi, poteva tranquillamente vivere la sua vita da imprenditore, Las Vegas non era magnanima con nessuno.
Tutti, prima o poi, ci sporcavamo le mani.
Era stato eccitante torturare quell'uomo mentre gli occhi di Ethan mi guardavano, non seppi spiegare il motivo.
Innegabilmente era bello come un dannato, quindi nonostante fossi un po' fuori di testa, apprezzavo la sua bellezza. Ed ero ancora un po' scossa dal suo tocco sulla mia guancia.
Non ero abituata alle carezze sul viso o alle carezze in generale, se non a quelle di Giselle.
Non sapevo nemmeno come ci si dovesse sentire al riguardo.
Avrebbe potuto farmi fuori in mille modi diversi e non solo quell'unica volta, ma non l'aveva fatto.
Sapevo perfettamente che il motivo principale era perché avevo qualcosa che gli interessava, ma...
Comunque, mi misi seduta su una delle poltrone che erano davanti al camino. E no, non avevo affatto paura di sporcare.
A volte mi chiedevo come ero arrivata al punto di non provare nulla quando prendevo le vesti del boia.
Non che la mia infanzia non parlasse da sé, ma era strano comunque.
Soprattutto perché l'unico dolore che avevo provato per la morte di qualcuno aveva bussato nel mio cuore quasi morente, pochi anni prima.
Era raro che ci pensassi, ed era ancora più raro come la mia voglia di chiudere gli occhi e lasciarmi andare ai ricordi mi stesse abbracciando con forza.
Ma quello scrigno di Pandora non doveva aprirsi, né in quel momento né mai.
Non solo avrebbe portato problemi nella mia testa già troppo compromessa, ma avrebbe portato problemi nella mia vita.
E non ero così tanto stupida da pensare che io sarei stata immune a quell'agonia.
Mi sistemai meglio sulla poltrona che mi sembrava davvero scomoda in quel momento, ma quando alzai gli occhi rimasi un attimo interdetta.
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Silence & Noise
RomansaCONTIENE CONTENUTI ESPLICITI E NON ADATTI A SOGGETTI MINORENNI. L'OPERA IN QUESTIONE È UN DARK ROMANCE, QUINDI VI INVITO A PROCEDERE CON CAUTELA. IN QUANTO ALCUNI CONTENUTI POTREBBERO URTARE LA SENSIBILITÀ DEL LETTORE. "Il Diamante Grezzo". Una ra...