Chapter 24 - Trasformazione

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Aprii lentamente gli occhi per il fastidio provocato dal sole e mi accorsi di non sentire la comodità del letto sotto di me, ero su di una superficie dura e scomoda.
Quando riuscii a focalizzare leggermente l'ambiente intorno a me notai di essere sdraiata sul pavimento "Strano" pensai.
Mi mossi leggermente per alzarmi e diverse fitte si fecero sentire su tutto il corpo, cosa era successo ieri per provocarlo?
Con fatica mi alzai e ce ne misi altrettanta per arrivare in bagno.
Mi osservai allo specchio pensando di ritrovarmi piena di lividi, segni, qualcosa che potesse spiegare e giustificare quel dolore... ma non notai niente di diverso.
La cosa mi turbava, cosa poteva provocare tutto questo senza lasciare segni evidenti?!
Mi avvicinai ad esso per guardami meglio in volto e dopo qualche minuto mi accorsi di due piccole ma enormi differenze.
Uno dei miei occhi aveva cambiato colore, erano sempre stati entrambi verde scuro, invece uno di loro ora era azzurro. Ma quell'azzurro non era uno normale, era quasi ghiaccio e sembrava voler sprigionare da un momento all'altro gelo e oscurità.
Notai anche un altro dettaglio dopo, i miei capelli si erano schiariti, erano passati da un biondo ad essere platino, leggermente più scuri di quelli di Gellert.
Non capivo, ero ancora più scossa di prima, cosa era successo la sera precedente? Perché ero cambiata?
"Gellert Grindelward" sussurrai.
In un istante collegai i pezzi, avevo preso le caratteristiche delle sembianze di mio padre, stavo diventando come lui. Ma com'era possibile e soprattutto perché stava succedendo?
Continuavo a non ricordare niente della sera prima, per quanto mi sforzassi non avevo idea di cosa fosse successo.
Mi vestii velocemente mettendomi la prima cosa trovata addosso ed uscii dalla mia camera per vagare frettolosamente tra i tanti corridoi di Hogwarts in cerca di qualche indizio.

Arrivai nel cortile ed incontrai i miei amici
"Lilith, finalmente sono giorni che non ti vediamo che è successo... al tuo aspetto?" Chiese Theo osservandomi attentamente
"Giorni?" Ero confusa, pensavo fosse passata solo una notte così ignorai il resto della sua domanda
"Dopo la nostra serata gossip di mercoledì non ti ho più vista neanche a lezione" disse perplesso "Piton non lo ha apprezzato molto"
"Ma che giorno è oggi?" Ero completamente spaesata
"Domenica" mi guardò preoccupato
"Cazzo" sussurrai prima di riprendere a perlustrare di nuovo i corridoi in cerca di risposte.
Domenica? Come poteva essere domenica? Ero davvero stata ferma, stesa a terra a dormire nella mia stanza per tutti questi giorni?
Il mio cervello era in confusione e pieno di quesiti, non aveva senso tutto questo, non poteva essere vero, non c'era alcuna spiegazione.

Continuai a girovagare per ore finché stanca non decisi di andare nella sala comune per tornare nella mia stanza, e fu lì che incontrai Enzo. Mi bastò incrociare i miei occhi nei suoi per ricordarmi di cosa accadde quella sera. I miei poteri, il loro sprigionarsi dentro di me, quel lancinante dolore che il mio corpo fu costretto a subire. Tutta colpa di quel ragazzo. Lo guardai con disprezzo e tornai in camera. Lo sentii seguirmi ma fortunatamente fui più veloce. Non meritava altro del mio tempo, aveva già causato parecchi danni così.
Una volta arrivata presi a camminare nervosamente per la camera fermandomi ogni tanto davanti allo specchio per verificare se fosse vero quello che avevo visto in precedenza. Non riuscivo a spiegarmi niente, ero così perplessa. Capivo il dolore che provavo, sapevo da cosa fosse causato, ma perché questo cambiamento nel mio corpo?  Non mi era mai successo prima, neanche la prima volta che mi colpii da sola qualcosa cambiò in me.

Continuai così per almeno mezz'ora, finché il mio sguardo fu attirato da quattro lettere nere posizionate sulla mia scrivania.
Le prime tre erano di quello che dovrebbe essere mio padre, mi aveva comunicato di una lezione venerdì sera, ma non essendomi presentata me ne mandò un'altra imponendomi di andare immediatamente, per finire con un'altra di disapprovazione per il mio comportamento immaturo ed irresponsabile, non si era nemmeno chiesto del perché della mia assenza, era semplicemente giunto a conclusione che io non volessi andarci.
L'ultima lettera invece, era di Mattheo.
Era una lettera molto semplice, niente di carino, solo una comunicazione veloce:

"Non torno tutto il resto della settimana,
Mattheo"

Non sembrava essere scritta dal ragazzo con cui stavo passando i momenti più felici della mia vita, però potevo capirlo essendo costretto a passare tempo in quella casa con un padre anaffettivo, magari lo rendeva nervoso e apatico.
Nonostante sapevo questo non riuscii a fermarmi dall'intristirmi, è vero non sapeva cosa fosse accaduto però mi aspettavo si preoccupasse non ricevendo mie risposte per giorni. Sbuffai rumorosamente infastidita e mi buttai a letto per cercare di recuperare energie, anche se a quanto pare avevo dormito per giorni il mio corpo era più stanco e distrutto che mai. Diedi un ultimo sguardo alla lettera di Mattheo e poi la lanciai il più distante possibile, non avevo voglia di pensare anche a queste cose ora, avevo già il cervello troppo pieno di suo da tutti gli altri avvenimenti.

Passai ore a guardare il soffitto riempiendomi di domande, ma quando notai dalla finestra che il cielo si stava scurendo decisi di alzarmi per farmi una doccia, magari poteva aiutarmi a schiarire le idee. Mi spogliai ed infilai sotto l'acqua gelida, sempre in grado di farmi sentire meglio. Mi lavai lentamente prendendomi tutto il tempo possibile, sperando che questo potesse servire. Inutile dire, che fu tutto invano.
La mia unica speranza era di incontrare Gellert per un altro allenamento e chiedere a lui in quel momento.
Affranta e delusa finii di lavarmi, mi asciugai, tornai poi in camera e mi infilai sotto le coperte. In quel momento realizzai anche di non aver mangiato niente da mercoledì, il mio corpo non ne poteva più, ma in questo momento non volevo incontrare nessuno, quindi decisi di rimandare il pasto alla mattina successiva. D'altronde ormai qualche ora in più non avrebbe cambiato molto.
Cercai di scacciare tutti i pensieri e di addormentarmi, ma esattamente nel momento in cui stavo per cadere nel mondo dei sogni, qualcuno si materializzò in camera mia.

Crazy - Mattheo RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora