Chapter 50 - Childhood

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"Piccola, perché non mi avevi mai parlato di questo tizio?" Chiese sedendosi ed accarezzandomi delicatamente il volto con le mani ancora leggermente sporche di sangue
"Avevo dimenticato, il mio cervello aveva saggiamente deciso di farmi cancellare quei momenti... fino a poco fa." sorrisi amaramente pensando a tutti i ricordi che erano riaffiorati nella mia mente dopo aver sentito il suo nome
"Che ti ha fatto?" Mi costrinse a guardalo
"Mi veniva a prendere a casa ogni tanto, più o meno una volta a settimana. I miei genitori.. i miei zii in realtà" mi corressi non abituata a chiamarli così "lo lasciavano fare nonostante li pregassi di non farmi stare con lui" presi un respiro profondo e ripresi a parlare "non credo fossero consapevoli di quello che mi facesse ed anche se lo avessero saputo non penso si sarebbero mai saputi difendere per vietarglielo. Mi prendeva e portava in uno stanzino, non so bene dove, mi addormentava ogni volta dal momento che uscivo dalla porta di casa. Quando mi risvegliavo in quel posto avevo mani e piedi legati, così che lui poteva agire incontrastato verso una ragazzina che non avrebbe potuto fargli comunque alcun male" una lacrima rigò il mio volto mentre continuavo a parlare "mi torturava picchiandomi in un tutti i modi possibili sia a mani nude che con qualsiasi oggetto trovasse. Ora ricordo perché avevo sempre il corpo dolorante pieno di lividi" mi toccai istintivamente il corpo sfiorandolo con le dita "credo che smise di venire quando attivai il potere per la prima volta" mi bloccai in quel momento realizzando il motivo "quel grandissimo pezzo di merda" mi alzai dal letto di scatto aprendo la porta con forza e camminando pesantemente verso il salone dove trovai mio padre seduto tranquillamente sul divano
"Sei una persona di merda" urlai attaccandolo al muro con il potere
"Che c'è Lilith?" Chiese stupito dalla mia azione improvvisa
"Tu hai davvero fatto torturare una bambina solo per attivare questo cazzo di potere?" Chiesi urlando al suo volto
"Ho fatto quello che andava fatto" disse tranquillamente
"Sei un padre di merda" sputai incavolata
"Mi dispiace ma non conoscevo altro modo, è lo stesso che ho subito io, quello che mio padre aveva fatto a me... almeno il tuo aveva un motivo" si giustificò
"E quindi hai deciso di farmi vivere lo stesso schifo" lo lasciai andare facendolo cadere per terra
"Era l'unico modo" sussurrò
Sentii nelle sue parole del leggero risentimento
"Spero che ne sia valsa la pena" risposi girandomi e dandogli le spalle.
Iniziai a camminare verso la mia stanza e trovai Mattheo dietro l'angolo che mi abbracciò istantaneamente. Crollai tra le sue braccia piangendo, mi tirò su leggermente e mi portò in stanza. Non appena mi poggiò sul letto senza staccarsi da me iniziai a singhiozzare incapace di smettere.

Piansi per un tempo che mi sembrò infinito con Mattheo che mi accarezzava lentamente la schiena. Mi addormentai tra le sue braccia senza rendermene conto. Non pensavo di poter piangere così tanto, sopratutto per una cosa del passato che ormai non poteva più capitarmi.
Probabilmente era il pensiero che il mio stesso padre mi avesse sottoposto a tutto questo per uno stupido potere, certo amavo essere forte, ma non si sarebbe davvero scatenato senza quelle torture?! Non ne ero certa ma comunque da Gellert non potevo aspettarmi altro, non era e non sarà mai un padre normale, probabilmente non sa neanche cosa significhi esserlo come io non proverò mai l'esperienza di averne uno.

Mi svegliai il giorno successivo sentendo i miei occhi completamente secchi per tutte le lacrime versate il giorno precedente.
Sentivo un dolore che mi martellava in testa continuamente, la mossi lentamente ed aprii gli occhi con fatica sbattendoli più volte per mettere a fuoco la stanza.
"Theo?" Sussurrai posando il mio sguardo nei suoi occhi stanchi
"Piccola" mi diede un leggero bacio sulle labbra
"Scusami per ieri" mi vergognai al pensiero di aver pianto così tanto sotto il suo guardo
"Smettila" disse soltanto accarezzandomi il volto delicatamente
I suoi gesti calmi e dolci facevano sembrare che per la prima volta mi vedesse completamente fragile davanti ai suoi occhi, come qualcosa di cui prendersi cura perché pronta a rompersi da un momento all'altro. Questo mi avrebbe infastidito normalmente, lo avrei odiato e gli avrei fatto vedere quanto in realtà non avevo bisogno del supporto di nessuno, ma invece con lui fui grata della situazione. Avevo bisogno di lui per essere al sicuro dal mio lato più oscuro, lo sapevo, ne ero completamente consapevole e mi andava bene. Era l'unica persona a vedere le mie fragilità, ad amarle e a salvarmi da loro. Sembrava così irreale un momento del genere soprattutto dopo quello che avevamo passato il giorno precedente e quello che ci aspettava nei giorni a venire.
"Grazie" sussurrai appoggiando la testa sul suo petto nascondendo un sorriso
"Tutto per te piccola... ma mi devi una notte di sesso" disse con tranquillità
"Perché?" Chiesi rivolgendogli di nuovo lo sguardo incuriosita
"L'hanno interrotta contro la tua volontà.. ma comunque me la devi" spiegò velocemente
"Mh, non so se voglio" mi girai dal lato opposto dandogli la schiena
"Cosa? Perché?" Iniziò a chiedere stupito prendendomi per i fianchi e tirandomi verso di lui
Mi girai ridacchiando per la sua reazione "puoi averla quando vuoi" sussurrai nel suo orecchio con voce sensuale lasciandoci qualche bacio, per poi alzarmi dal letto ed andare verso il bagno.
"Non puoi scappare così ora" mi seguì prendendomi in braccio e poggiandomi sul lavandino
"Pensavo che mi volessi di notte" lo presi in giro iniziando a toccare ogni parte del suo corpo con le mie mani
"Ti voglio in ogni istante" disse velocemente prima di iniziare a baciarmi voracemente.
Le sue mani iniziarono subito a liberarci da tutti gli indumenti che coprivano il nostro corpo, per poi sollevarmi e buttarmi sul letto.
Rimase un istante a fissare il mio corpo nudo "sei perfetta" sussurrò allargandomi le gambe.
Lasciò dei baci sull'interno coscia tirando il mio corpo verso di se, poi prendendomi di sorpresa infilò il suo pene di scatto
"Theo" urlai godendo
Iniziò a muoversi dentro di me velocemente, entrambi rilasciavamo grugniti di piacere. Qualche minuto dopo sentimmo bussare alla porta, non riuscii a capire chi fosse perché Mattheo iniziò a muoversi più velocemente dentro di me.
"Urla il mio nome piccola" mi sorrise maliziosamente iniziando a toccare il mio clitoride.
Iniziai ad urlare e contorcermi dal piacere mentre chiunque fosse dietro la porta non si dava per vinto.
Inarcai di più la mia schiena mentre raggiungevo l'apice del piacere urlando il nome di Mattheo che orgasmò poco dopo dentro di me.
Si accasciò su di me coprendomi con il suo corpo, quando sentimmo un alohomhora di sottofondo e la porta fu aperta

Crazy - Mattheo RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora