Capitolo 5

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Amber 

È tutta colpa di quel pallone gonfiato, vorrei prenderlo a pugni in questo momento. La rabbia non sparisce mentre mi mescolo tra le persone che ridono e scherzano e non si placa nemmeno quando raggiungo il tavolo che divido con Ollie e R.J.

Stanno parlando ma si interrompono di colpo fissando quella che deve essere la mia espressione peggiore.

«Tutto bene Amber?» chiede Ollie.

«Sembra che ti abbia morso un insetto».

«L'insetto fastidioso è Simon Torres» sbotto gettando lo zaino a terra. «Non sopporto quel ragazzo e vorrei non averlo mai conosciuto, è l'essere più irritante del mondo e vorrei che sparisse all'istante da questa scuola e dal mio spazio vitale. C'è tanta gente, perché doveva capitare proprio a me, sapete dirmelo?»

È la prima volta che perdo il controllo in questo modo ed è tutta colpa sua, la mia furia aumenta e non aiuta per niente che i miei amici mi guardino sorridendo.

«A quanto pare qualcuno ha intaccato la tua impenetrabilità» osserva R.J. «E lasciatelo dire, non potevi scegliere meglio».

«Io non ho scelto proprio nessuno» sbotto seccata. In breve racconto quello che è successo in classe e il sorriso di R.J. aumenta alimentando a dismisura la mia arrabbiatura.

«Potrete passare un pomeriggio da soli a studiare e magari da cosa nasce cosa. Lo sapevo che c'era sotto qualcosa quando ti ha saluta quel giorno» asserisce convinto. «E poi stiamo parlando di Simon Torres, tutte vorrebbero stare al tuo posto».

«Lo cedo volentieri».

«Oh, andiamo Amber!» mi ammonisce. «Non vedo dove sia il problema. Si tratta solo di studiare insieme per un compito e poi Simon ,oltre a essere un gran figo, è anche molto simpatico, vero Ollie?»

Sposto lo sguardo verso il suo ragazzo che finisce di bere il suo succo di frutta prima di rispondere.

«Tutti lo conoscono come il quarterback della scuola, ma ti assicuro che non è solo quello. Abbiamo il corso di programmazione insieme e sebbene sia molto bravo con i computer non se ne vanta, anzi aiuta chi è in difficoltà»

«Una volta», mi confida R.J. abbassando la voce, «Ollie ha avuto un'erezione mentre lo guardava trafficare al PC».

«Rick!» esclama Ollie rosso in volto. È l'unico che lo chiama in quel modo, ma stavolta non c'è niente di dolce nel suo tono, solo tanto imbarazzo.

«Non c'è bisogno di essere a disagio» minimizza il suo compagno. «Ti capisco benissimo, ecco perché non mi sono nemmeno arrabbiato quando me l'hai confessato. Con un tipo del genere è più che normale, giusto Amber?»

«Non meriti risposta».

«Vuol dire che non arrossisci mai in sua presenza?» mi punzecchia R.J.

«Si diverte a mettere a disagio gli altri, scusalo» interviene Ollie, quando io evito accuratamente lo sguardo di entrambi.

«Ho capito, cambiamo discorso» sbuffa il suo ragazzo. Avete già deciso dove andrete a studiare? Spero a casa sua, si dice che sia favolosa quindi voglio tutti i dettagli».

«Meglio non andare in tarda serata altrimenti daresti un'idea sbagliata» aggiunge Ollie.

«E poi naturalmente dobbiamo pensare al vestiario» prosegue R.J. «Prima di tutto...»

«Come mi vestirò non ha alcuna importanza» lo interrompo subito. «Non andrò a casa sua a nessuna ora del giorno, è chiaro?»

«Ci pregherà di aiutarla a scegliere cosa mettere» afferma sicuro R.J. come se io non avessi aperto bocca e quando Ollie annuisce in segno d'assenso, guardo entrambi allibita.

«Smettetela subito per favore. Forse vi sembrerà assurdo, ma non mi interessa fare bella figura con quell'idiota».

«Amber...»

«Ha scelto per me e se pensa che faccia tutto quello che mi dice solo perché è un bel ragazzo, allora...»

«Amber» mi blocca di nuovo R.J. e io lo guardo esasperata.

«Che c'è!»

Per tutta risposta indica con una mano dietro di me e poi la sua voce familiare mi coglie impreparata.

«Ciao Florida».

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