Capitolo 24

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Simon

«Ehi, ti serve un passaggio?»

«No, grazie» batto il pugno chiuso col suo. Mitch mi guarda perplesso.

«Stai aspettando lei vero?»

«Il suo nome è Amber, e sì dovrebbe essere qui tra poco».

Ho fatto la doccia negli spogliatoi come la maggior parte dei membri della squadra. Preferisco farla qui piuttosto che arrivare sudato a casa, gli altri ragazzi stanno uscendo lentamente dagli spogliatoi o si stanno intrattenendo a parlare, ma Mitch mi spinge lo stesso lontano da orecchie indiscrete.

«Sei la persona più gentile che conosca, ma non credo che continuare a frequentare quella ragazza faccia per te».

Mi meraviglia di come non abbia affrontato prima l'argomento, per Mitch far parte di una squadra vuol dire frequentare solo determinate persone e all'inizio la pensavo come lui ma poi ho capito che mettere dei paletti senza conoscere davvero la gente era da assurdi e io non voglio diventare come colui che emargina gli altri solo perché ha un nome che conta nella scuola. Mia madre direbbe che sono cresciuto, ma non voglio pensare a lei adesso. Mi secca invece che reputi Amber di basso livello solo perché non siede al tavolo di quelli che a scuola sono considerati i migliori. Una selezione che non ho mai approvato da quando sono arrivato qui, ma alla quale mi sono adeguato cercando di stravolgere le regole ogni volta. Non ho avvicinato Amber per una sfida personale, lei mi piace davvero e vorrei che questo fosse chiaro a tutti.

«Solo perché non ostenta come Brittany, non vuol dire che sia noiosa la sua compagnia».

Mitch fa una smorfia e so bene il perché. Ha sempre avuto un debole per il capo cheerleader e un tempo anche a me piaceva sfoggiarla al mio braccio. Essere ammirato mi è sempre piaciuto e non l'ho mai nascosto, ma poi mi sono reso conto che solo l'aspetto fisico non mi basta più. Voglio poter parlare con una ragazza anche di cose serie, deve avere un cervello oltre al bel fisico, sono stanco di corpi mozzafiato e un quoziente intellettivo limitato. Amber ha entrambe le cose ed è per questo che apprezzo ogni istante la sua presenza, se poi Mitch non riesce a vedere quanto sia bella dentro e fuori non è certo un problema mia.

«Dico solo che dal quaterback della scuola, si aspettano tutti di vederti uscire con una ragazza diversa» osserva pacato il mio amico. «E a conti fatti lei, Amber, è una sconosciuta. Cosa sai di lei esattamente?»

Non posso dirgli dove l'ho incontrata e perché la sento più vicina, so perfettamente che ci sono tante cose della sua vita che ignoro ma nemmeno io sono limpido come tutti credono e questo forse ci rende più simili di quello che immaginiamo.

«Quello che basta. Grazie per il tuo interessamento ma so quello che faccio».

Il mio amico è sul punto di dire qualcosa, ma richiude la bocca e sgrana gli occhi come se non riuscisse a credere a quello che sta guardando oltre le mie spalle.

«Si può sapere che ti prende?» chiedo girandomi mio malgrado ed è in quel momento che la vedo.

Amber sta venendo verso il campetto con una calma che potrebbe sembrare freddezza e sicurezza, ma comincio a conoscerla e leggo anche tensione nel suo sguardo eppure continua a camminare fiera, con R.J. e Ollie che la scortano ai lati come fosse una principessa di altri tempi. I suoi amici sembrano godere più di lei di quest'attimo di popolarità visto che non c'è un membro della mia squadra che non li stia fissando. Lei però ignora chiunque, i suoi occhi azzurri solo fissi sui miei e io sorrido contento. Comprendo benissimo perché nessuno riesce a staccarle gli occhi di dosso, io stesso fatico a non guardarla con ammirazione. Indossa un vestito a pieghe di uno chiffon azzurro, le bretelle sono sottili e quasi scompaiono con la massa ondulata dei suoi capelli scuri che copre quelle braccia nude. Il cinturino che separa il corpetto dalla gonna mette in evidenza le sue curve femminili che le felpe nascondevano. Il mio esame accurato prosegue su quelle gambe che meritano solo di essere guardate, adesso esposte grazie al vestito corto al ginocchio.

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