Capitolo 25

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Amber

Quando ho chiesto ad R.J. di accompagnarmi a fare shopping, è impazzito di gioia. Ovviamente ha coinvolto Ollie e devo ammettere che i miei amici si sono rivelati essenziali e preziosi nella scelta. Non mi sento del tutto a mio agio con le gambe scoperte, zia Tess credo che crollerebbe al suolo se mi vedesse, ma sono contenta per una volta di aver messo a tacere le mie paure. Non essermi accorta degli altri, ma soltanto di lui mi fa pensare che forse posso farcela davvero e questo pensiero mi rende davvero euforica.

Non so cos'abbia di speciale Simon Torres, eppure con lui mi sento serena come non mi era mai successo con nessun altro a parte mia zia e questo mi basta. Definire amore ciò che sento mi sembra troppo prematuro, ma che sia riuscita grazie a lui ad abbattere un pezzo del mio muro altissimo mi rende fiduciosa.

«Direi che la mia compagnia ti dona, sei più allegra del solito»

«Non prenderti meriti che non hai» lo ammonisco. «Piuttosto, vuoi dirmi dove stiamo andando?»

Ho imparato poche strade da quando sono arrivata in città e ammetto che basta poco perché perda l'orientamento. In un altro momento sarei andata nel panico senza sapere esattamente dove sono, ma in macchina con Simon mi sento tranquilla come non mai. Istintivamente so che lui non mi farà niente di male ed è davvero strano per me fidarmi di qualcuno così in fretta.

«Come pensi che resti una sorpresa se te lo dico?» risponde lui alzando il volume della radio. Non ho idea di chi stia cantando, anche in questo sono completamente fuori dal mondo, ma decido che nemmeno questo riuscirà a guastarmi l'umore e mi godo quel motivo familiare in silenzio mentre percorriamo veloci le strade di Manhattan.

«Questa è Orchard Beach» spiega Simon quando ferma la macchina e io scendo senza riuscire a credere ai miei occhi. «La spiaggia più popolare del Bronx».

Osservo con meraviglia la lunga curva di sabbia dove sostano delle famiglie. C'è poca gente a quest'ora e le onde del mare non sono di grande dimensioni, eppure il loro rumore confortante mi risulta così familiare che mi sembra di essere di nuovo a casa.

«Non sapevo nemmeno che a Manhattan ci fosse il mare» confesso senza vergogna.

«Errore di molti turisti, è per questo che ho pensato di portati qui. Tu più di chiunque altro, avresti apprezzato».

Mi prende per mano portandosi dietro la sua sacca da sport e poi tira fuori un asciugamano che stende in un angolo di spiaggia. Poso subito la borsa e mi libero della scarpe per affondare i piedi sulla sabbia asciutta, la familiare sensazione che mi procura quel gesto mi rende davvero contenta. Non pensavo di tornare al mare così presto, non dopo aver lasciato la Florida così in fretta e adesso vedere il mare, sentire il profumo della salsedine e percepire la sabbia attorno a me mi fa pensare di essere quasi in un sogno.

«Dal tuo sorriso deduco che la mia sorpresa ti sia piaciuta»

«Neanche immagini cosa voglia dire per me tutto questo» mormoro emozionata mentre allargo le braccia a indicare tutto ciò che ci circonda.

«L'acqua non deve essere nemmeno tanto fredda, potremmo anche fare il bagno» suggerisce e io perdo il sorriso fissandolo con preoccupazione.

«Il bagno? Non ho il costume»

«Nemmeno io, ma la biancheria intima andrà benissimo» risponde alzando una spalla e io vado nel panico. Non mi stupirebbe sapere che l'ha già fatto altre volte, Simon è il tipo di persona che non prova alcuna vergogna per nulla, ma io non posso farlo nemmeno se amo tanto il mare.

«Rilassati» scoppia a ridere lui quando io comincio a pensare al peggio. «Stavo solo scherzando».

Lo colpisco con un pugno sul torace mentre il battito del mio cuore rallenta con calma.

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