Capitolo 55

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Amber

Stringo il laccio della borsa come se fosse la mia ancora di appoggio o piuttosto per custodire il regalo di Simon che ho preso insieme ai miei amici. Ero sicurissima del suo piano fino a due minuti fa, ma quando ci avviciniamo a Lower East Side, ogni certezza evapora con velocità. Sarebbe stato più semplice trovarlo a casa, invece abbiamo scoperto che la squadra sta festeggiando in un locale, l'Arlens Grocery.

A detta di R.J. è un posto bellissimo dove si sente solo musica rock, elettrizzato ha spiegato che è molto diverso questo genere di musica e quella che sentiamo alla radio come se io potessi capire la differenza. Non mi piacciono i luoghi affollati, detesto tutta quella gente che potrebbe sfiorarmi anche per caso. È più forte di me e anche di questo ne ho parlato con la dottoressa, non riesco a farmi toccare da qualsiasi rappresentante del genere maschile senza provare fastidio e soltanto adesso ne capisco il reale motivo. R.J. e Ollie non li vedo come minacce, probabilmente per il loro orientamento sessuale e quindi con loro non ho problemi, però non mi piace quando qualcuno mi fissa troppo e già entrare in questo locale vuol dire tanto per me. Spingo un piede dietro l'altro costringendomi ad entrare ricordando a me stessa che lo faccio per Simon, è solo questo il pensiero che mi aiuta a non girarmi e correre via.

«Tranquilla tesoro» mi sorride rassicurante R.J. percependo il mio nervosismo. «Sei bellissima».

Mi sono lasciata convincere ad andare prima a casa a cambiarmi, secondo i miei amici avrei dovuto comprare un abito nuovo, ma ho rimandato lo shopping a un altro giorno e ho indossato lo stesso vestito a pieghe azzurro che ho messo il giorno della spiaggia. Mi sembrava perfetto per far capire a Simon che ricordo ogni momento di quella giornata insieme al mare e che la reputo importante perché mi sono aperta totalmente a qualcuno. Quando gli ho raccontato della mia infanzia, non rammentavo tutto e adesso mi fa paura il pensiero di confidargli il resto ma per il momento non voglio pensarci. So di dovergli tante spiegazioni e che la mia assenza deve essergli pesata, ma spero mi dia la possibilità di parlare.

«Grazie» rispondo sforzandomi di sorridere. Sono ancora tesa, ma mi aiuta stare in mezzo a loro mentre ci confondiamo tra la folla. La musica è assordante, ma è chiaro lo sia solo per me dal momento che tutti si stanno divertendo. Lascio vagare lo sguardo per l'ampia sala, molte persone ballano, scorgo Alyssa e Mitch baciarsi al centro della pista. Sono contenta per loro, ma il sorriso sparisce lentamente quando mi accorgo di Simon. Il mio cuore manca un battito mentre lo osservo ridere e scherzare con i suoi amici, ci sono delle ragazze che ridono accanto a lui godendo del suo solito modo di catturare l'attenzione con poco. Non ho alcun dubbio a immaginare uno stuolo di fan ai suoi piedi anche quando cambierà scuola, lui riesce a calamitare l'attenzione degli altri senza il minimo sforzo. Simpatia e bellezza sono un binomio perfetto a cui è impossibile resistere, un ragazzo come lui potrebbe avere qualsiasi ragazza: perché perdere tempo con una che ha mille problemi come me?

Stringo più forte il laccio della borsa mentre mille dubbi si accavallano in testa. Avevo promesso di non lasciarmi più guidare dalle mie insicurezze, ma è difficile tenerle a freno mentre lo vedo così contento e rilassato senza di me. Forse ha deciso di voltare pagina dopo la mia assenza per lui ingiustificata e lo sta dimostrandosi divertendosi a questa festa come avrebbe fatto prima di conoscermi.

«Devo andare via» decido bloccando le braccia dei miei amici. «So che vi ho trascinato qui e ora penserete che sia pazza, ma non posso restare»

«Non puoi scappare senza prima avergli parlato» mi ammonisce R.J.

«Né puoi giudicarlo se cerca di divertirsi a una festa che festeggia la sua vittoria in campo» mi ricorda Ollie.

«Si, ma...»

«Amber». R.J. usa un tono di rimprovero che non gli si addice completamente, eppure il suo cipiglio scuro è preoccupante. «Sai perché mi sei piaciuta subito quando mi sono seduto al tavolo in mensa? Mi hai guardato dritto negli occhi senza vacillare davanti il mio abbigliamento anche se era la prima volta che mi vedevi e ho capito che saremmo stati amici per la pelle. Quando hai capito che ero gay c'è mancato poco che esultassi di gioia quindi ora siamo legati che ti piaccia oppure no, perciò adesso ascoltami e anche bene. Tu non andrai via da qui senza prima aver parlato con quel gran bel figo di Simon Torres, ti dimostrerai la ragazza forte e coraggiosa che conosciamo e lo strapperai dalle mani di quelle ochette che gli girano intorno siamo stati chiari?»

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