Capitolo 31

524 17 0
                                    

Amber

Il vento si è placato, eppure il gelo di questa serata è ancora presente quando usciamo in strada. Le temperature basse non fanno proprio per me, non ci sono per niente abituata e rabbrividisco nel mio giubbino mentre facciamo appena qualche passo, sono quasi tentata di tornare dentro dove si stava così bene, poi Simon afferra la mia mano e subito il suo calore mi avvolge. Il sorriso che sfodera con tanta naturalità lo ricambio quasi immediatamente e senza pensarci troppo intreccio le dita alle sue beneficiando di quel contatto come se fosse la mia ancora di salvezza e in un certo senso lo è.

Ho tentato di tenerlo a distanza, mi sono sforzata di ignorare ciò che sento in sua presenza ma la verità è che questo ragazzo con l'ego più grande che abbia mai visto mi rende tranquilla. La sua presenza placa l'agitazione che provo sempre col contatto umano, con lui non ho mai voglia di scappare ma soltanto di tenerlo stretto per evitare che scappi lontano da me.

«Mi piace che sorridi in quel modo pensando a me, lo fai anche la sera prima di addormentarti?»

«Avevi appuntamento con la dottoressa Thomas oggi?» chiedo invece ignorando la sua provocazione. Ovviamente non deve sapere che ultimamente lo penso fin troppo spesso prima di dormire, non la smetterebbe un attimo di vantarsi.

«Non l'avrei mai detto la prima volta che l'ho vista, ma è un'ottima ascoltatrice e avevo bisogno di parlare. Grazie a te ci sono riuscito lo stesso».

Non deve essere stato facile per lui confidarsi e gliene sono grata, rafforzo la stretta sulla sua mano e capisco che il nostro rapporto ha raggiungo un momento importante. Tra noi non ci sono più segreti e questo mi fa sentire importante, la fiducia reciproca mi fa capire che siamo più vicini e a parte zia Tess non ho mai permesso a nessuno di accostarsi così tanto al mio cuore.

«Hai ancora quell'espressione sognante, cosa stai pensando esattamente di me? E non affannarti a negare perché lo so benissimo che sono sempre nei tuoi pensieri, succede la stessa cosa anche a me. Non sei una persona facile da dimenticare Florida»

«Non fatico a crederti adesso che conosci tutto di me»

«Ehi» si ferma Simon tirando leggermente la mia mano affinché lo imiti. Il marciapiede su cui camminiamo è affollato e fatico a controllare esattamente dove siamo, ma mi fido del suo senso dell'orientamento e so che mi sta accompagnando a casa come mi ha detto. Le persone intorno a noi ci superano senza prestarci attenzione o forse ci guardano confusi perché siamo fermi senza motivo, non lo so con precisione visto che l'unica cosa su cui riesco a soffermarmi sono i suoi occhi scuri. Mi sta guardando come se volesse scrutarmi dentro, per lui non sono mai stato solo un involucro da ammirare, ha sempre visto oltre ed è per questo che a volte mi fa paura: Simon riesce a vedermi davvero e lo fa anche stavolta.

«Anche per te vale la stessa cosa sai? Non sei sola»

«Simon...»

«Dimentichi che ci siamo incontrati in una saletta d'attesa di una psicologa. Le nostre menti sono un disastro, ma insieme formiamo un capolavoro» pronuncia sicuro lui. Mi carezza una guancia con la mano libera, è fredda e io rabbrividisco ma non per colpa della temperatura. È il suo tocco che riesce a scalfire anche l'ultimo muro attorno al mio cuore, quello più resistente che non credevo sarebbe mai stato rotto perché nessuno poteva arrivare così in profondità eppure lui ci è riuscito.

«Affronteremo tutto insieme d'accordo?»

Annuisco non fidandomi troppo delle mie corde vocali. In questo momento sarebbe complicato riuscire a creare una frase di senso di compiuto, ma voglio che sappia quanto le sue parole mi hanno fatto bene. Il cuore mi batte forte mentre compio il gesto più avventato e impulsivo che abbia fatto: lo bacio. È la prima volta che prendo io l'iniziativa e non mi importa se siamo nel bel mezzo della strada perché in questo momento riesco a vedere soltanto lui.

Non sapevo che baciare qualcuno potesse rendere così complete eppure è così che mi sento. Nonostante il freddo, i vestiti che ci separano io riesco a percepire tutto il suo calore che di colpo diventa il mio. Mi sento scottare ovunque mentre famelica ricambio l'assalto alle mie labbra, ho iniziato io è vero ma è difficile che Simon Torres si lasci sopraffare per molto tempo. Lascio che riprenda il controllo sentendomi inerme tra le sue braccia eppure completamente al sicuro. Sussulto quando la sua mano scende a toccarmi il fondoschiena, ma non mi scosto impaurita eppure quel sobbalzo non è passato inosservato e lui si tira indietro lasciandomi a corto di ossigeno.

«Mi piace il tuo modo di suggellare i patti» ammette con gli occhi che gli brillano di una luce che conosco fin troppo bene: desiderio. Ho scorto troppe volte quel bagliore negli occhi di mio padre per non riconoscerlo subito eppure stavolta non mi sento sporca o spaventata, ma lusingata di riuscire a provocarlo in un ragazzo come Simon soprattutto ora che conosce la mia insana infanzia.

«E mi piace che finalmente stai imparando a ignorare chi ci può guardare» aggiunge baciandomi dietro l'orecchio. «Ma attenta a non stuzzicarmi troppo Florida perché se mi assalti di nuovo così, non rispondo più di me».

Arrossisco subito per quel sussurro appena pronunciato, ma non cerco di nasconderlo anzi sorrido contenta. Lui nemmeno se ne accorge, ma mi sta guarendo davvero e mi sento pervadere da una felicità che non conosce limiti.

«Grazie» mormoro baciandolo brevemente. Ci rimettiamo in cammino e mi sembra di sentirmi più leggera. Afferro la mano di Simon che, noto soltanto adesso, si incastra perfettamente alla mia.

«Perché ti permetto di baciarmi? Prego, non c'è di che. Le mie labbra sono sempre disponibili per questo»

«Mi stai dicendo che le offri pronte a tutte le ragazze?» chiedo guardandolo male e lui scoppia a ridere.

«Sto dicendo» spiega portandosi la mia mano alle labbra senza staccare gli occhi dai miei. «Che anche se non ammetti ancora di essere gelosa del sottoscritto, le mie labbra saranno sempre e solo a tua disposizione completa».

Sento il mio cuore fare una doppia capriola e non riesco a nascondere il sorriso che arriva fino agli occhi. Come possa irritarmi in un istante e l'attimo dopo e farmi desiderare di abbracciarlo stretto per evitare che scappi da me è ancora un mistero. Alcuni ti dicono sei bellissima, altri ti guardano e lo diventi e Simon Torres rispecchia decisamente la seconda categoria.

Quasi non mi accorgo di come arriviamo a casa eppure quando mi ritrovo sotto il mio palazzo ne sono stupita. Non so davvero cosa mi prenda, ma questa sensazione di irrealtà non può durare ancora per molto giusto?

«Casa dolce casa, quando mi farai salire a vedere la tua stanza?» domanda Simon sollevando gli occhi verso il palazzo. «Scommetto che hai felpe disseminate ovunque, libri di Jane Austen che occupano l'intero comodino oltre al libro del sordo e pareti dipinte di nero»

«Ma quanto sei stupido!» rido spingendolo con un gomito, o almeno ci provo perché non si smuove di un centimetro.

«Sono abituato a pesi più grossi del tuo però posso lasciarmi cadere se vieni dritta addosso a me, cosa te ne pare come compromesso?»

«Tu sei completamente pazzo» rido più forte scuotendo la testa e penso che la sensazione di leggerezza che provo adesso non l'ho mai sperimentata prima. Simon si avvicina accostando le labbra alle mie, sono pronta e desiderosa di ricevere un suo bacio come un'affamata che reclama cibo, ma mi scosto all'ultimo momento quando sento il portone aprirsi e noto la figura di zia Tess uscire a grossi passi.

Sei quello che stavo cercandoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora