Capitolo 40

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Amber

Ovviamente non ho accettato un solo goccio di quello strano intruglio rosa che R.J. voleva rifilarmi e, a giudicare dalle sue risate senza senso, ho fatto benissimo. Ollie l'ha solo assaggiato e per questo è più sobrio per fortuna, ma non riesce a contenerlo come vorrebbe.

«Dobbiamo andare a ballare» esordisce allegro. «Ma prima che ne dite di un brindisi?»

«Rick posa quel bicchiere e cerchiamo dell'acqua» suggerisce Ollie, ma l'altro scuote la testa.

«Non voglio l'acqua». Si muove così velocemente che versa buona parte del contenuto del suo bicchiere sul mio vestito. Mi fissa dispiaciuto e poi scoppia a ridere. «Scusa»

«Domani quando sarai sobrio dovrai farti perdonare se ora puzzo di questa schifezza, per adesso mi basterebbe che la smettessi di ridere» sbotto prendendo dei fazzoletti dal tavolo per cercare di tamponare quel disastro. Per fortuna il danno non è eccessivo, il problema è quest'odore nauseante.

«Ti conviene tamponarlo con del sapone che troverai in bagno» mi suggerisce Ollie. «Io cerco di placare la sua sbornia, ci vediamo qui tra un po' d'accordo?»

«D'accordo» sospiro, d'altronde non ho altra scelta e districandomi tra la folla raggiungo il bagno che per fortuna è vuoto. La musica è attutita con la porta chiusa, ci sono quattro lavandini con altrettanti porte chiuse dove non sento alcun rumore quindi, in fretta, prendo dell'altra carta e seguo il suggerimento di Ollie imbevendola di sapone e acqua prima di passarla sul vestito. Non me ne intendo molto di queste cose, ma sicuramente lui ne sa più di me in merito e mi basta solo che sparisca quest'odore. Mi libero dello scialle che mi crea intralcio e lo poso su una parte asciutta del lavandino accanto a me sperando di fare in fretta.

La porta del bagno si apre proprio quando sto buttando i fazzoletti sporchi nel cestino, ne prendo altri e controllo che l'asciugamani sia funzionante per non restare troppo bagnata. Comincio già a sentire dei brividi di freddo e spero di non prendermi un malanno.

«Amber! Ciao».

Mi giro a quella voce familiare e non sono per niente contenta di incontrare gli occhi attenti di Brittany che sembrano scrutare ogni mia minima mossa. Indossa un abito cortissimo di un accecante rosso, si modella perfettamente al suo corpo slanciato e prosperoso. Per quanto detesti questa ragazza, non posso dire che passi inosservata anzi è molto bella anche con quell'acconciatura particolare che sfoggia con superiorità.

«Ho visto Simon poco fa, mi meraviglia che tu l'abbia lasciato solo dal momento che questa serata è molto importante per lui. Forse non ha scelto bene la compagna della serata»

«O forse non inseguendo le solite strada, ha dimostrato di possedere più cervello di certi maschi arrapati» rispondo piccata. Aziono la macchinetta per asciugare le mani e spingo il getto verso il vestito ancora bagnato mentre Brittany mi lancia un'occhiata di fuoco.

«Ti cancellerò quello sguardo vittorioso dalla faccia quando tornerà da me perché succederà, stanne certa»

«È interessante scoprire che sei brava a prevedere il futuro, hai studiato per caso cartomanzia?»

«Credi davvero che non si stancherà di te?» urla Brittany fuori di sé. Sembra furiosa a non ottenere l'effetto desiderato: farmi infuriare, ancora non ha capito che la calma è invece la mia migliore alleata con tipi del genere. «Lui ti mollerà presto perché sei una nullità che si crede speciale con un vestito nuovo, la novità presto gli verrà a noia e busserà alla mia porta perché io riesco a soddisfarlo meglio di chiunque altra. Siamo sempre stati una potenza a letto, pensi di poter dire lo stesso?»

Il getto caldo è riuscito a calmare i brividi di freddo che avevo cominciato a provare, ma quelle parole velenose per un attimo li fanno tornare. Non mi interessa ciò che lei pensa possa succedere, credo in quello che stiamo costruendo Simon e io eppure quel passo in più che non abbiamo fatto pesa come una zavorra sulla mia schiena. E se non fossi mai pronta a donarmi a lui completamente?

«Non l'avete fatto!» esclama Brittany sgomenta. Ha perso l'aria arrabbiata di poco prima, adesso è davvero compiaciuta. «Ecco perché ti gira ancora intorno, lo stai tenendo sulla corda e lo ammetto è un ottimo piano ma Simon non ama i giochetti e se non gli dai quello che vuole andrà a prenderselo da qualche altra parte e io sarò pronta ad accoglierlo»

«Quello che credi di sapere....»

«Basterà soltanto renderti meno presentabile stasera e farmi vincere l'incoronazione come tutti gli anni» mi interrompe lei con uno strano sorriso. L'attimo dopo, prima che possa rendermi conto di qualsiasi cosa, si getta contro di me tirando con forza la parte superiore del mio vestito che si lacera tra le sue mani. Fisso sgomenta il mio bellissimo abito completamente a pezzi non riuscendo a credere ai miei occhi.

«Tu sei completamente fuori di testa!» urlo incredula spingendola via con forza. Brittany si limita a ridere divertita di fronte allo scempio che ha appena combinato e a quel punto una rabbia incontrollata prende posto alla mia solita pacata tranquillità. Peccato non avere delle unghie più lunghe per poterla graffiare come merita, mi accontento di rovinare la sua preziosa acconciatura tirandole con forza i capelli. Brittany urla mentre con i tacchi vertiginosi delle sue scarpe mi colpisce alla gamba facendomi mollare la presa per un attimo, lei approfitta dell'istante di tregua per afferrare dietro di sé la prima cosa che trova: il mio scialle. Me lo getta con forza sul viso e le frange traditrici mi feriscono gli occhi che sono costretta a chiudere. Sento il rumore dei suoi tacchi che si allontana e poi un rumore che mi procura una stretta al cuore: la chiave che gira nella serratura. Lacrimante la raggiungo svelta, ma non sono stata abbastanza veloce perché quando provo ad aprirla la trovo bloccata. A niente valgono i miei tentativi per spingerla o cercare di aprirla: sono chiusa dentro.

«Grandissima stronza!» esclamo fuori di me. Di solito non amo le parolacce, ma quella se le merita tutte. Come diavolo ha fatto ad avere la chiave? E cosa spera di ottenere chiudendomi dentro? Avrà qualcosa in mente e io non posso restare qui ferma ad aspettare la sua prossima mossa.

Batto con forza i pugni contro la porta chiusa.

«Aiuto! Fatemi uscire! Sono chiusa qui dentro!» grido forte, ma è inutile perché la musica fuori è troppo alta affinché qualcuno possa sentirmi. Mi guardo intorno, ma c'è solo una piccola apertura in alto sul soffitto che comunica con gli spogliatoi della palestra, non c'è altra via d'uscita. La mia unica speranza è che qualcuno venga in bagno e si accorga della porta chiusa, non ho nemmeno il cellulare con me perché ho lasciato la borsa nella macchina di Simon agitata com'ero per stasera e infatti stavo aspettando che tornasse per chiedergli di prenderla. È sparito da tempo ormai, che fine avrà fatto e perché il pensiero di lasciarlo in balia di Brittany non mi tranquillizza per niente?

Dovrei fidarmi di lui, cecamente, mi ha dimostrato più volte che posso farlo, ma scrollarmi di dosso ogni insicurezza è difficile e il lento percorso di guarigione per diventare una persona diversa è appena cominciato. Mi sforzo di non pensare a loro due insieme, ma le parole orribili di quell'arpia tornano con prepotenza ad offuscare la mia lucidità.

Simon non ama i giochetti e se non gli dai quello che vuole andrà a prenderselo da qualche altra parte e io sarò pronta ad accoglierlo.

Ciò che mi unisce a Simon va oltre il rapporto fisico, quello creato insieme è un legame più forte, eppure so benissimo cosa passa per la testa di ogni persona appartenente al sesso maschile e Brittany conosce sicuramente ogni tecnica subdola per attirarlo dalla sua parte. Quella gatta morta non dovrebbe spaventarmi così tanto invece vorrei proprio averle fatto più male, le ho permesso di avere la meglio ma prometto a me stessa che sarà la prima e ultima volta che succede. È gente come lei che rende il mondo femminile marcio e mi impedisce di trovare amiche dello stesso sesso, sarò anche asociale e riesco a parlare con poche persone che mi capiscono ma preferisco che sia così piuttosto di frequentare gentaglia del genere.

«Aiuto!» grido di nuovo anche se so che è inutile, ma mi sento impotente e la paura che possa succedere l'irreparabile spazza via ogni traccia di razionalità. Forse era quello che voleva: farmi impazzire e attuare il suo piano, mi ha preso alla sprovvista e ho sbagliato a sottovalutarla, quella ragazza è una pazza squilibrata e comincio a pensare a mille modi per fargliela pagare. Tutto pur di non riflettere su cosa potrebbe succedere tra lei e Simon, preferisco lasciare ogni immagine lontana dalla mia mente o rischierò di diventare pazza davvero.

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