Capitolo 34

501 21 0
                                    

Amber

Alcuni giocatori stanno già uscendo quando arriviamo, salutano le gemelle e Tim con naturalezza mentre invece fissano come con sorpresa e io mi sforzo di apparire tranquilla combattendo con la voglia di scappare altrove. Forse ho sbagliato a sfidare me stessa in questo modo, non sarei dovuta venire e faccio un passo indietro pronta ad andarmene.

Poi però esce Simon e io mi immobilizzo lasciandomi inondare dalla sensazione di sicurezza che quel ragazzo speciale mi riserva ogni volta che mi guarda. Si è cambiato e un vago sentore di pulito e di shampoo aleggia nell'aria quando si avvicina, la maglietta bianca fascia alla perfezione quella muscolatura possente che ha portato la sua squadra alla vittoria. I capelli sono ancora umidi, ma è il sorriso allegro e pieno di gioia che mi rivolge che mi mette completamente a tappeto. È difficile resistere a quel richiamo così potente, in un'altra vita sarebbe stato un mago o uno stregone senza eguali ne sono sicura.

Le gemelle gli saltano al collo interrompendo il nostro contatto visivo. Simon le abbraccia rispondendo euforico alle loro lodi e quella vista mi scalda il cuore. Sono pazze di lui è così evidente e il sentimento è reciproco, quasi le invidio per avere nella loro vita un fratello del genere. Forse se non fossi stata figlia unica, le cose sarebbero andate diversamente chissà.

«Sei stato bravissimo fratellone» dicono nello stesso momento e io sorrido. La loro voce è così simile che sembra unica, sono vestite in modo diverso e anche le pettinature non sono uguali, adesso che sono distanti da Tim è facile per me riconoscerle, ma mi chiedo come faccia Simon quotidianamente. Io non ci riuscirei mai.

«Partita fantastica» afferma Tim battendo il cinque con lui.

«Grazie. Oggi la squadra era in perfetta forma, penso che con questa vittoria siamo schizzati alti in classifica» risponde felice Simon per poi guardarmi. «E tu cosa mi dici Florida? Come sono andato?»

«Simon!» grida una voce familiare che mi infastidisce parecchio. «Simon, sei stato stupendo!»

Ci metto un attimo a riconoscere Brittany nel completo da cheerleader. L'ho intravista durante la partita, ancheggiava nel suo completino striminzito e urlava il nome di Simon a squarciagola. Ora che lo abbraccia con troppo trasporto ripenso a quando R.J. mi ha detto che uscivano insieme e non sono per niente contenta di vederli così attaccati. Sono molto sollevata quando Simon la scosta da sé.

«Grazie Brit. La vostra tifoseria è stata impeccabile come sempre»

«Hai notato le nostre nuove coreografie?» chiede felice Brittany. «Ci abbiamo lavorato tantissimo, sono così contenta ti sia piaciute. Che ne pensi di venire a vederle dal vivo più tardi?»

Il fastidio di prima è sostituito da una rabbia che fatico a tenere sotto controllo, vorrei strapparle a morsi quelle mani che sembrano tentacoli dalle braccia del mio ragazzo. La gelosia mi acceca ed è lei a farmi parlare senza pensare alle conseguenze.

«Non credo che Simon abbia tempo per farlo. Quello che c'è da guardare, l'avranno ormai visto tutti».

Brittany mi lancia un'occhiata ricca di astio mentre qualcuno ride a voce alta.

«Mi stai dando della poco di buono?»

«Non credo di aver usato queste parole, ma se ti senti questo genere di persona non posso farci niente» rispondo sincera. «Adesso, sono certa che avrai altre persone a cui mostrare i numerosi pregi che possiedi, quindi se vuoi essere così gentile da levarti di torno te ne sarei molto grata».

Brittany apre la bocca pronta a dire qualcosa, poi la richiude e mi fissa confusa. Zia Tess dice che quando uso il mio sarcasmo con la gentilezza che nasconde un'offesa faccio paura a chiunque. In realtà uso questo meccanismo di difesa per tenere tutti a distanza e ha sempre funzionato, non sono sorpresa che anche Brittany cada nella rete. È evidente che non riesce a comprendere se la sto prendendo in giro o se deve rispondermi male, continua a guadarmi senza sapere cosa dire e io aspetto in silenzio sostenendo il suo sguardo con calma.

La risata di Simon sembra riscuoterla, grugnisce qualcosa e poi va via a testa alta scostandomi per passare come se la sua uscita trionfale desse importanza a tutto il resto. Qualcun altro si unisce alle risate mentre Mia mi guarda con ammirazione.

«Nessuno aveva mai zittito Brittany sai? Continui a piacermi sempre di più»

«Mi trovo d'accordo» afferma Mitch e soltanto adesso mi rendo conto che la mia lingua lunga ha avuto più spettatori di quello che volevo. Avevo intenzione soltanto di allontanare quella gatta morte, non certo che tutti mi fissassero in questo modo come se avessi compiuto chissà quale azione strana e adesso vorrei rimangiarmi tutto pur di evitare tanta attenzione.

«Non crollarmi adesso Florida» mi sussurra all'orecchio Simon. «Sei stata fantastica».
La sua voce è rassicurante, la presenza calorosa al mio fianco impedisce al mio cervello di andare in tilt e riesco a evitare di dare di matto. Non so come ci riesce, ma basta poco perché riesca a tranquillizzarmi all'istante.

«Bene ragazzi» prende la parola alzando la voce. «Credo sia arrivato il momento di festeggiare, cosa ne dite?»

Un coro di consensi mi ricorda le urla dello stadio di poco fa, adesso sono tutti attenti al loro capitano e sembrano essersi dimenticati di me per fortuna.

«Dove andate? Possiamo venire anche noi?» domanda Mia. La sua espressione da cucciola intenerisce anche me e non sorpresa del sospiro arrendevole di suo fratello.

«Solo per un po'» puntualizza. «Appena dico che è ora di tornare a casa, lo fate senza storie»

«Sii!» esultano le gemelle in coro e poi corrono da Tim confabulando chissà cosa.

«Stanno pensando di invitare qualche loro amico alla festa» deduce Simon rassegnato «Lo fanno ogni volta»

«Sanno che alle feste dove ci sei tu, non succederà mai nulla di male» rispondo sicura perché al loro posto anch'io proverei la stessa sicurezza. Vedo gli altri dirigersi verso il parcheggio e mi giro a guardare Simon perplessa. «Ma dove vanno tutti esattamente?»

«Dove andiamo vorrai dire» mi corregge. «R.J. non voleva dare una festa? Questa mi sembra l'occasione giusta».

Alza le spalle come se non avesse fatto niente di speciale e invece so che questo gesto vale tantissimo. Ancora fatico a far combaciare questo ragazzo così altruista con quello che si vanta ogni secondo, ma la verità è che più lo conosco più mi piace e sono abbastanza stanca di negarlo anche a me stessa. Simon Torres mi sta lentamente conquistando e questa è una realtà che un po' mi spaventa.

«So che vuoi dirmi quanto sono fantastico, ma invece perché non chiariamo prima un concetto base?» chiede Simon con uno strano luccichio negli occhi.

«Di cosa stai parlando?»

«Adesso non hai più scuse. Devi ammettere la tua folle gelosia, ho dei testimoni stavolta»

«Io... non è che... oh insomma, quella Brittany non mi piace!» esclamo frustata. Vorrei cancellare quel sorriso vittorioso dalla sua faccia, resto rigida quando mi abbraccia in vita azzerando la distanza dei nostri corpi che ora si toccano. Il mio cuore comincia a battere più forte, il chiacchiericcio confuso dei suoi compagni che man mano si allontanano mi ricorda che siamo quasi soli ma di certo non placa la mia agitazione.

«Sei gelosa» sussurra sfiorando il naso col mio. «Sono due semplici parole, potresti dirle»

«È così importante?»

«Sì» risponde subito. Non c'è nessuna esitazione nella voce. Mi sfiora le labbra con un bacio e poi mi fissa in quel suo modo particolare facendo diventare gelatina le mie povere gambe. Gli allaccio le braccia al collo e lo guardo sconfitta.

«Sei davvero impossibile Simon Torres, eppure contro ogni logica razionale non riesco a sopportare che qualcun'altra ti stia vicina. Sei egocentrico e dotato di un ego smisurato che andrebbe abbassato, ma non riesco a pensare a questa scuola e alla mia vita a Manhattan senza di te».

Ho parlato tutto d'un fiato senza nemmeno rendermene conto. Non avevo intenzione di dare sfogo alle mie emozione più nascoste, ma a quanto pare accanto a lui non riesco ad avere più filtri. Le barriere che costruisco intorno a me per proteggermi dagli altri, Simon riesce a superarle senza alcuna difficoltà anzi forse con lui non ce n'è nemmeno una.

«Volevo solo una confessione di gelosia, ma dovevo aspettarmi che niente con te può essere scontato» mormora Simon prima di catturarmi le labbra in un bacio. Risponde a quell'assalto senza alcuna esitazione, eppure non mi sfugge che lui non ha risposto alle mie parole, nate col cuore, allo stesso modo.

Sei quello che stavo cercandoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora